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Compensazione spese legali: la serialità non basta

Una lavoratrice ottiene il pagamento di differenze retributive, ma la Corte d’Appello dispone una parziale compensazione spese legali a causa della “serialità della lite”. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che la serialità non costituisce una di quelle “gravi ed eccezionali ragioni” richieste dalla legge per derogare al principio secondo cui chi perde la causa paga le spese. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova decisione sulle spese.

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Compensazione Spese Legali: la ‘Serialità della Lite’ Non è una Ragione Valida

La regola generale nel processo civile è chiara: chi perde, paga. Tuttavia, la legge prevede eccezioni, consentendo la cosiddetta compensazione spese legali in presenza di ‘gravi ed eccezionali ragioni’. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su cosa possa, e cosa non possa, rientrare in questa categoria, escludendo categoricamente la ‘serialità della lite’ come giustificazione valida.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Differenze Retributive

Una lavoratrice aveva intentato una causa contro una società cooperativa per ottenere il pagamento di differenze retributive. In primo grado, il Tribunale le aveva dato ragione. La Corte d’Appello, in parziale riforma, ha confermato il diritto della lavoratrice al pagamento, condannando la cooperativa e, in solido, un Comune, al versamento di una somma di oltre 12.000 euro. Tuttavia, la Corte territoriale ha deciso di compensare per metà le spese legali del secondo grado di giudizio.

La Decisione della Corte d’Appello e la Compensazione Spese Legali

La motivazione addotta dalla Corte d’Appello per giustificare la compensazione parziale delle spese era la ‘serialità della lite’. In altre parole, il fatto che la causa in esame fosse una delle tante simili intentate contro i medesimi soggetti. La lavoratrice, non ritenendo corretta tale decisione, ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione delle norme che regolano la condanna alle spese (artt. 91 e 92 c.p.c.) e sostenendo che la serialità non costituisce una ‘grave ed eccezionale ragione’ come richiesto dalla legge.

L’Analisi della Corte di Cassazione sulla compensazione spese legali

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della lavoratrice, ritenendo fondata la sua censura. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio fondamentale in materia di spese processuali.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha chiarito che, a seguito delle riforme legislative e della sentenza della Corte Costituzionale n. 77 del 2018, la compensazione delle spese, in assenza di soccombenza reciproca (cioè quando una parte vince su alcuni punti e perde su altri), è subordinata alla sussistenza di ‘gravi ed eccezionali ragioni’. Queste ragioni devono essere esplicitamente indicate e motivate dal giudice nella sentenza e non possono essere illogiche o erronee. Sebbene la giurisprudenza abbia in passato riconosciuto che l’incertezza su una questione giuridica al momento dell’avvio della causa possa costituire una valida ragione, lo stesso non può dirsi per la mera serialità della controversia. La Corte ha stabilito che la ripetitività di una causa non è, di per sé, un motivo sufficiente a derogare al principio della soccombenza.

Le Conclusioni

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello nella parte relativa alla condanna alle spese. Ha rinviato la causa alla stessa Corte d’Appello, ma in diversa composizione, affinché proceda a una nuova liquidazione delle spese legali, applicando il principio secondo cui la serialità del contenzioso non giustifica la compensazione. Questa decisione rafforza la tutela della parte vittoriosa, assicurando che il diritto al rimborso delle spese legali non venga indebitamente limitato da motivazioni non contemplate dalla legge.

La ‘serialità’ di una causa può giustificare la compensazione delle spese legali?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la serialità della lite non rientra tra le ‘gravi ed eccezionali ragioni’ che, in assenza di soccombenza reciproca, possono giustificare la compensazione parziale o totale delle spese processuali.

Quali sono i presupposti per la compensazione delle spese legali secondo la legge attuale?
In base all’art. 92, comma 2, del codice di procedura civile, come interpretato anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 77 del 2018, la compensazione delle spese in assenza di soccombenza reciproca è possibile solo in presenza di ‘gravi ed eccezionali ragioni’ che il giudice deve esplicitamente indicare nella motivazione della sentenza.

Cosa succede quando la Cassazione accoglie un motivo di ricorso relativo alle spese legali?
La Corte di Cassazione cassa (annulla) la sentenza impugnata limitatamente alla statuizione sulle spese e rinvia la causa al giudice del grado precedente, in diversa composizione, affinché decida nuovamente sulla questione, attenendosi al principio di diritto stabilito dalla Cassazione, e provveda anche sulle spese del giudizio di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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