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Compensazione pecuniaria volo: serve il check-in?

La Corte di Cassazione ha stabilito che un passeggero ha diritto alla compensazione pecuniaria per volo in ritardo anche se non si presenta all’orario di check-in originario, qualora la compagnia aerea abbia preventivamente comunicato un nuovo orario di partenza. La Corte ha chiarito che il risarcimento è legato al ritardo all’arrivo e non alla presenza in aeroporto, respingendo la tesi della compagnia aerea che negava l’indennizzo.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compensazione Pecuniaria Volo: Obbligatorio il Check-in all’Orario Originale?

La questione della compensazione pecuniaria per volo in ritardo è fonte di numerosi dubbi per i viaggiatori. Uno dei più comuni riguarda gli obblighi del passeggero: se la compagnia aerea avvisa di un ritardo, è necessario recarsi comunque in aeroporto per l’orario di check-in originale per non perdere il diritto al risarcimento? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e definitiva, rafforzando la tutela dei consumatori.

I Fatti del Caso: Volo in Ritardo e la Richiesta di Compensazione

Due passeggeri, di ritorno da una vacanza in Giamaica, si vedevano comunicare dalla compagnia aerea che il loro volo per Milano avrebbe subito un ritardo superiore alle tre ore. Invece di recarsi in aeroporto per l’orario di accettazione originariamente previsto, i viaggiatori decidevano di attendere nel luogo di villeggiatura fino al nuovo orario comunicato.

Una volta rientrati, tramite una società specializzata, chiedevano alla compagnia aerea la compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento CE n. 261/2004. La compagnia si opponeva, sostenendo che il diritto al risarcimento fosse subordinato alla presentazione del passeggero al check-in all’orario iniziale. Secondo il vettore aereo, non essendosi presentati, i passeggeri avevano perso il diritto a qualsiasi indennizzo.

Il caso è giunto fino alla Corte di Cassazione, dopo che il Tribunale di secondo grado aveva dato ragione ai passeggeri, condannando la compagnia aerea al pagamento di 600 euro a testa.

La Decisione della Corte sulla Compensazione Pecuniaria Volo

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della compagnia aerea, confermando la decisione del Tribunale e stabilendo un principio fondamentale per tutti i viaggiatori. I giudici hanno chiarito che, una volta che la compagnia aerea comunica ufficialmente un nuovo orario di partenza, è a quest’ultimo che il passeggero deve fare riferimento.

Pretendere che un passeggero si rechi in aeroporto per l’orario originale, sapendo già che dovrà attendere per ore, è stato ritenuto dalla Corte “intrinsecamente contraddittorio e illogico”. L’informazione fornita dalla compagnia aerea non è un semplice avviso, ma modifica di fatto l’appuntamento per l’imbarco. Di conseguenza, l’obbligo del passeggero di presentarsi al check-in si sposta al nuovo orario.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione centrale della decisione si basa sulla ratio del Regolamento europeo. La compensazione pecuniaria non serve a ristorare il passeggero per il tempo di attesa in aeroporto, ma per il disagio derivante dalla perdita di tempo subita a causa dell’arrivo a destinazione in ritardo. È l’oggettiva esistenza di un ritardo superiore alle tre ore all’arrivo a far sorgere il diritto, non le modalità con cui il passeggero ha gestito l’attesa.

La Corte ha specificato che la norma che richiede la presenza al check-in (art. 3, par. 2, lett. a del Regolamento) deve essere interpretata logicamente. Se la compagnia stessa sposta l’orario, imporre al passeggero di rispettare quello vecchio sarebbe contrario alla buona fede e priverebbe di qualsiasi utilità pratica la comunicazione del ritardo. L’informazione sul nuovo orario serve proprio a permettere al passeggero di gestire il proprio tempo in modo più efficiente, senza essere costretto a una lunga e inutile permanenza in aerostazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento a favore dei passeggeri. La conclusione pratica è inequivocabile: se una compagnia aerea ti avvisa di un ritardo e ti fornisce un nuovo orario di partenza, puoi fare affidamento su questa informazione. Non sei tenuto a presentarti in aeroporto all’orario originale per salvaguardare il tuo diritto alla compensazione pecuniaria. Il tuo unico obbligo è quello di presentarti in tempo utile per il nuovo orario di imbarco. Questa decisione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei viaggiatori, rendendo più difficile per le compagnie aeree eludere i propri obblighi con interpretazioni restrittive e illogiche della normativa.

Se una compagnia aerea mi comunica un nuovo orario di partenza a causa di un ritardo, devo comunque presentarmi in aeroporto per l’orario di check-in originale per avere diritto alla compensazione pecuniaria?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una volta che la compagnia comunica un nuovo orario, è a quest’ultimo che bisogna fare riferimento. Non è necessario presentarsi all’orario originale per conservare il diritto alla compensazione.

Qual è lo scopo della compensazione pecuniaria per ritardo prolungato?
Lo scopo è quello di indennizzare il passeggero per la perdita di tempo e il disagio causati dall’arrivo alla destinazione finale con un ritardo significativo (superiore a tre ore), e non per risarcire l’attesa in aeroporto.

È sufficiente per una compagnia aerea affermare che c’è stata una “circostanza eccezionale” per non pagare la compensazione?
No. La compagnia aerea ha l’onere di provare l’esistenza della circostanza eccezionale. In questo caso, il tribunale ha ritenuto che i documenti interni della compagnia, come il giornale di bordo, non fossero sufficienti a fornire tale prova, in quanto considerati atti di parte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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