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Compensazione oneri condominiali: quando è inammissibile

Un condomino si opponeva a un decreto ingiuntivo per spese non pagate, chiedendo la compensazione con un presunto credito per danni da infiltrazioni. Il Tribunale ha respinto l’opposizione, stabilendo che la compensazione oneri condominiali è inammissibile quando il controcredito non è di facile e pronta liquidazione, per non ritardare il giudizio. La richiesta del condominio, basata su una delibera valida, è stata quindi confermata.

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Compensazione Oneri Condominiali: Inammissibile se il Controcredito non è di Pronta Liquidazione

La questione della compensazione oneri condominiali con un presunto credito per danni vantato dal singolo condomino è un tema ricorrente nelle aule di tribunale. Una recente sentenza del Tribunale di Ancona ha ribadito un principio fondamentale: non è possibile bloccare il pagamento delle spese condominiali opponendo in compensazione un credito per danni che richiede un’istruttoria complessa. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le ragioni giuridiche alla base della decisione.

I fatti di causa

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso a favore di un Condominio contro una condomina per il mancato pagamento di oneri condominiali per un importo di circa 8.000 euro. La condomina, anziché pagare, si opponeva al decreto, sostenendo di vantare a sua volta un credito ben più cospicuo, pari a oltre 37.000 euro, nei confronti del Condominio stesso. Tale credito derivava da presunti danni da infiltrazioni subiti dal suo immobile, che a suo dire erano di responsabilità condominiale. La sua richiesta era quindi di accertare il proprio credito, operare la compensazione con le somme richieste dal Condominio e ottenere la condanna di quest’ultimo al pagamento della differenza residua.

L’opposizione e la domanda di compensazione oneri condominiali

La strategia difensiva della condomina si basava sull’istituto della compensazione giudiziale, previsto dall’art. 1243 del Codice Civile. Secondo questa norma, se il credito opposto in compensazione non è liquido (cioè non determinato nel suo esatto ammontare) ma è di “facile e pronta liquidazione”, il giudice può dichiarare la compensazione.

Tuttavia, la richiesta del Condominio si fondava su un titolo certo e immediatamente esigibile: la delibera dell’assemblea condominiale che approvava le spese e la loro ripartizione. La giurisprudenza è consolidata nel ritenere che tale delibera, se non impugnata, costituisce titolo di credito per il Condominio e prova sufficiente per ottenere un decreto ingiuntivo.

La decisione del Tribunale sulla compensazione

Il Tribunale ha rigettato l’opposizione della condomina e confermato integralmente il decreto ingiuntivo. La decisione si fonda su un’attenta analisi dei presupposti per la compensazione giudiziale e sul principio di economia processuale. Il giudice ha osservato che il credito vantato dalla condomina per i danni da infiltrazioni non era affatto di “facile e pronta liquidazione”. Per quantificarlo, e prima ancora per accertarne l’esistenza e la riconducibilità alla responsabilità del Condominio, sarebbe stata necessaria un’istruttoria complessa, con prove testimoniali e, soprattutto, una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU).

Le motivazioni

Il cuore della motivazione risiede nella netta distinzione tra la natura dei due crediti. Da un lato, il credito del Condominio è fondato su una delibera assembleare valida ed efficace, che lo rende certo ed esigibile. Il giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo in materia condominiale ha infatti un ambito limitato alla verifica della validità di tale delibera.

Dall’altro lato, il controcredito per danni è meramente asserito e richiede un accertamento complesso sia sull'”an debeatur” (la sussistenza stessa del diritto al risarcimento) sia sul “quantum debeatur” (l’ammontare del danno). Introdurre una simile indagine nel giudizio di opposizione, che dovrebbe essere rapido, snaturerebbe la sua funzione. Come richiamato dalla stessa sentenza, la Corte di Cassazione (con la pronuncia n. 17863/2020) ha stabilito che una domanda riconvenzionale di risarcimento, a fronte di una pretesa creditoria di pronta soluzione come quella condominiale, introduce un tema di indagine completamente diverso che causa una “dilatazione dei tempi in contrasto con il principio di economia processuale”, rendendola di fatto inammissibile in quella sede.

Le conclusioni

La sentenza conferma un principio di fondamentale importanza pratica: il condomino non può unilateralmente sospendere il pagamento degli oneri condominiali, anche se ritiene di aver subito un danno. La pretesa risarcitoria deve essere fatta valere in un giudizio separato e autonomo. Tentare di utilizzare la via della compensazione oneri condominiali nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo è una strategia destinata all’insuccesso se il credito non è già certo, liquido ed esigibile, o quantomeno di immediata e facile quantificazione. Per il Condominio, la delibera assembleare non impugnata resta uno strumento potente e rapido per il recupero dei crediti.

Posso smettere di pagare le spese condominiali se il condominio mi ha causato un danno?
No. Secondo la sentenza, il condomino è sempre obbligato a pagare la propria quota di spese basata su una delibera assembleare valida. L’eventuale credito per danni deve essere accertato in un giudizio separato e non può essere usato come giustificazione per l’inadempimento.

Cos’è la compensazione giudiziale e perché non è stata ammessa in questo caso?
La compensazione giudiziale è l’estinzione di due debiti reciproci dichiarata dal giudice. Non è stata ammessa perché il credito del condomino per i danni non era di “facile e pronta liquidazione”, ma richiedeva un’indagine complessa (istruttoria) che avrebbe rallentato eccessivamente un procedimento, come l’opposizione a decreto ingiuntivo, che dovrebbe essere più rapido.

Qual è il valore di una delibera dell’assemblea condominiale in un giudizio per recupero crediti?
La delibera assembleare che approva la spesa e la sua ripartizione, se non viene impugnata nei termini di legge, costituisce un titolo di credito per il condominio. È una prova sufficiente per ottenere un decreto ingiuntivo e, come conferma la sentenza, fonda una pretesa creditoria di pronta soluzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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