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Compensatio lucri cum damno: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennizzo percepito per danni da emotrasfusione infetta deve sempre essere detratto dal risarcimento del danno, applicando il principio della compensatio lucri cum damno. La Corte ha chiarito che tale principio è rilevabile d’ufficio dal giudice, anche in assenza di prove tempestive, per evitare un ingiusto arricchimento del danneggiato. La sentenza di merito che aveva negato la detrazione è stata cassata con rinvio.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compensatio Lucri Cum Damno: La Cassazione sul Risarcimento da Emotrasfusione

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel campo del risarcimento del danno alla salute: il rapporto tra l’indennizzo previsto dalla legge e il risarcimento del danno. In particolare, la Corte ribadisce l’importanza del principio di compensatio lucri cum damno, secondo cui dal danno risarcibile va detratto ogni vantaggio patrimoniale che il danneggiato abbia conseguito a causa dell’illecito. Questa decisione chiarisce i poteri del giudice e gli oneri delle parti in cause per danni da emotrasfusioni infette.

I Fatti del Caso: Danno da Emotrasfusione e Richiesta di Risarcimento

Un cittadino, dopo aver contratto il virus dell’epatite HBV a seguito di emotrasfusioni ricevute nel 1992, citava in giudizio il Ministero della Salute per ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti. Il Ministero, pur difendendosi, chiedeva in via subordinata che, in caso di condanna, dall’importo risarcitorio venisse detratto quanto già corrisposto al danneggiato a titolo di indennizzo, in base alla Legge n. 210/1992.

Il Percorso Giudiziario: Dal Tribunale alla Corte d’Appello

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello accoglievano la domanda del cittadino, condannando il Ministero a un cospicuo risarcimento. Entrambi i giudici di merito, tuttavia, respingevano la richiesta del Ministero di applicare la compensatio lucri cum damno. La motivazione principale risiedeva nella presunta tardività e genericità della documentazione prodotta dal Ministero per provare l’effettiva corresponsione dell’indennizzo. La Corte d’Appello, in particolare, riteneva preclusa la produzione di tali documenti perché avvenuta solo dopo la sentenza di primo grado.

Il Principio di compensatio lucri cum damno e la Decisione della Cassazione

Il Ministero della Salute ha impugnato la decisione d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione di diverse norme, tra cui quelle relative al principio della compensatio lucri cum damno. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su principi giurisprudenziali ormai consolidati. In primo luogo, ha affermato che la compensatio lucri cum damno è un principio rilevabile d’ufficio dal giudice. Questo significa che il giudice deve applicarlo autonomamente, anche senza una specifica richiesta delle parti, per determinare l’esatta entità del danno risarcibile e impedire un’ingiustificata locupletazione (arricchimento) del danneggiato.

Secondo la Corte, il diritto al risarcimento del danno sussiste solo per la parte che eccede l’indennizzo già percepito o riconosciuto. Pertanto, quando è pacifico che il danneggiato abbia richiesto e ottenuto il riconoscimento dell’indennizzo, il giudice ha il dovere di quantificarlo e detrarlo, avvalendosi anche dei propri poteri officiosi per sollecitare la produzione della documentazione necessaria dagli uffici competenti.

La Cassazione ha inoltre precisato che la detrazione non riguarda solo le somme già percepite al momento della sentenza, ma anche quelle che il danneggiato percepirà in futuro, purché siano già state riconosciute, liquidate e determinabili. L’errore della Corte d’Appello è stato quello di considerare preclusa la produzione documentale, ignorando il suo potere-dovere di accertare i fatti per garantire una corretta applicazione del principio risarcitorio.

Conclusioni: L’Impatto della Decisione sul Risarcimento

Questa ordinanza rafforza un importante principio di giustizia sostanziale: il risarcimento non deve mai trasformarsi in un arricchimento. La vittima di un illecito ha diritto al ristoro completo del danno subito, ma non a una somma superiore. La decisione chiarisce che l’applicazione della compensatio lucri cum damno è un cardine del sistema di responsabilità civile, che il giudice deve garantire anche superando eventuali inerzie probatorie delle parti. Per chi agisce in giudizio per danni da emotrasfusione, ciò significa che l’ammontare dell’indennizzo previsto dalla Legge 210/1992 sarà sempre un elemento determinante nella liquidazione del risarcimento finale, che verrà calcolato al netto di tale beneficio.

Cos’è il principio della compensatio lucri cum damno in casi di danno da emotrasfusione?
È il principio per cui l’indennizzo economico previsto dalla legge (L. 210/1992) per chi ha subito un danno da trasfusione infetta deve essere sottratto dall’importo totale del risarcimento del danno. Lo scopo è evitare che la persona danneggiata riceva un arricchimento ingiustificato, assicurando che il risarcimento copra solo il danno effettivo non già coperto dall’indennizzo.

Può un giudice considerare l’indennizzo versato alla vittima anche se la prova viene presentata in ritardo nel processo?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la compensatio lucri cum damno è rilevabile d’ufficio dal giudice. Questo significa che il giudice ha il potere e il dovere di tenerne conto per determinare il giusto risarcimento, potendo anche sollecitare l’acquisizione delle prove necessarie, anche se la parte non le ha prodotte tempestivamente.

La detrazione dall’importo del risarcimento riguarda solo le somme dell’indennizzo già incassate?
No. La Corte ha chiarito che la detrazione si applica non solo alle somme già percepite dalla persona danneggiata, ma anche a quelle che percepirà in futuro, a condizione che siano state formalmente riconosciute, liquidate e siano quindi determinabili nel loro ammontare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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