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Collatio agrorum privatorum: Cassazione al bivio

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione n. 3794/2024 affronta il tema della ‘collatio agrorum privatorum’. Alcuni proprietari terrieri hanno impugnato la sentenza della Corte d’Appello che, basandosi su tale istituto, aveva dichiarato comune una strada tra fondi, impedendo loro di recintarla. I ricorrenti sostengono che la ‘collatio agrorum privatorum’ non sia un modo legittimo per costituire una comproprietà, specialmente in assenza di un atto scritto. Riconoscendo l’importanza della questione per l’uniforme interpretazione del diritto, la Cassazione non ha emesso una decisione finale, ma ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una trattazione approfondita.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Collatio Agrorum Privatorum: La Cassazione Rimette la Questione alla Pubblica Udienza

L’istituto della collatio agrorum privatorum torna al centro del dibattito giuridico con l’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione n. 3794 del 12 febbraio 2024. La Suprema Corte ha ritenuto necessario un approfondimento in pubblica udienza per decidere sulla legittimità di questa antica forma di costituzione della comunione, sollevando questioni di fondamentale importanza per il diritto immobiliare.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria nasce dalla controversia tra alcuni proprietari di fondi e due società immobiliari. In origine, tutti i terreni appartenevano a un unico proprietario. Successivamente alla divisione e alla vendita, è sorta una disputa riguardo alla natura di una strada che separa le rispettive proprietà.

La Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, aveva dichiarato la strada bene comune in base al principio della “collatio agrorum privatorum”. Secondo i giudici di merito, la strada, già esistente quando i fondi appartenevano a un unico soggetto, doveva considerarsi comune, impedendo così ai nuovi proprietari di installare una recinzione.

I Motivi del Ricorso e la questione sulla collatio agrorum privatorum

I proprietari dei fondi hanno presentato ricorso in Cassazione, articolando quattro motivi di doglianza incentrati sulla presunta illegittimità dell’applicazione dell’istituto della collatio agrorum privatorum.

I ricorrenti hanno sostenuto che:
1. La “collatio agrorum privatorum” non rientra tra i modi di acquisto della proprietà elencati dall’art. 922 del Codice Civile e sarebbe in contrasto con la riserva di legge prevista dall’art. 42 della Costituzione.
2. Si tratterebbe, in realtà, di una forma di comunione volontaria che, riguardando beni immobili, richiederebbe un atto scritto per la sua costituzione, come previsto dall’art. 1350 c.c., atto che nel caso di specie mancava.
3. La Corte d’Appello avrebbe errato nel ritenere sussistenti i presupposti dell’istituto, poiché la strada era stata creata dall’originario unico proprietario e non dal conferimento di porzioni di terreno da parte di più soggetti.
4. La decisione si sarebbe basata erroneamente sulla consulenza tecnica d’ufficio, utilizzandola come fonte di prova anziché come mero strumento di valutazione.

La Decisione Interlocutoria della Corte

La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione non ha deciso nel merito la controversia. Ha invece rilevato che i primi due motivi di ricorso sollevano questioni fondamentali sull’ammissibilità stessa dell’istituto della collatio agrorum privatorum.

La Corte ha riconosciuto che la decisione su questo punto assume un “rilievo nomofilattico”, ovvero ha un’importanza cruciale per garantire un’interpretazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale. Per questa ragione, ha ritenuto opportuno rinviare la causa a nuovo ruolo per essere discussa in una pubblica udienza, dove il dibattito potrà essere più ampio e approfondito.

Le Motivazioni

La motivazione principale dietro la scelta della Corte di emettere un’ordinanza interlocutoria risiede nella complessità e nella delicatezza della questione giuridica. Stabilire se un istituto di origine consuetudinaria come la “collatio agrorum privatorum” possa ancora oggi essere considerato un modo valido per costituire la comproprietà di un bene immobile ha implicazioni profonde. Una decisione in un senso o nell’altro potrebbe influenzare innumerevoli situazioni simili in tutta Italia, specialmente in contesti rurali o di antica urbanizzazione. La Corte ha quindi agito con prudenza, preferendo un esame più collegiale e ponderato in pubblica udienza piuttosto che una decisione in camera di consiglio.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria lascia in sospeso la sorte della strada contesa, ma apre la strada a un pronunciamento di fondamentale importanza da parte della Corte di Cassazione. La futura sentenza, che seguirà la trattazione in pubblica udienza, definirà con chiarezza i confini e la validità dell’istituto della “collatio agrorum privatorum” nel nostro ordinamento. Per proprietari immobiliari, avvocati e operatori del settore, sarà un precedente da attendere con grande interesse, poiché potrebbe ridisegnare le modalità con cui si riconoscono e si costituiscono le aree comuni tra fondi privati.

Cos’è la ‘collatio agrorum privatorum’ e perché è al centro del caso?
È un istituto giuridico secondo cui una comunione, come una strada, può essere creata dal conferimento di piccole porzioni di terreno da parte di più proprietari confinanti. È centrale nel caso perché la Corte d’Appello lo ha usato per dichiarare comune la strada contesa, mentre i ricorrenti ne contestano la validità come modo di acquisto della proprietà.

La Corte di Cassazione ha deciso se la ‘collatio agrorum privatorum’ è un istituto valido?
No, la Corte non ha ancora deciso. Con questa ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto che la questione è di tale importanza da meritare un’analisi più approfondita. Per questo motivo, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per la discussione.

Cosa significa che la questione ha ‘rilievo nomofilattico’?
Significa che la decisione che verrà presa avrà un impatto fondamentale sull’interpretazione uniforme della legge in tutta Italia. La Corte di Cassazione, con la sua funzione nomofilattica, deve assicurare che la legge sia applicata in modo coerente da tutti i tribunali, e questa questione è ritenuta cruciale per tale scopo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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