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Cognizione incidentale: limiti del giudice amm.vo

Un’emittente televisiva si è vista negare fondi pubblici per un’irregolarità contributiva, nonostante avesse versato le somme a un ente previdenziale diverso da quello corretto. La Cassazione ha stabilito che il giudice amministrativo ha agito correttamente esercitando la sua cognizione incidentale sul rapporto contributivo per decidere della legittimità del diniego, senza eccedere la propria giurisdizione. Il ricorso dell’istituto previdenziale è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cognizione Incidentale: La Cassazione Definisce i Poteri del Giudice Amministrativo

Il principio della cognizione incidentale rappresenta un pilastro fondamentale nel dialogo tra diverse giurisdizioni. Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Cassazione ha offerto un’importante chiarificazione sui confini del potere del giudice amministrativo quando si trova a valutare questioni relative a diritti soggettivi, tipicamente di competenza del giudice ordinario. Il caso analizzato riguarda la legittimità di un atto amministrativo che negava l’accesso a fondi pubblici a un’azienda a causa di una presunta irregolarità contributiva.

I Fatti del Caso: Contributi Previdenziali e Fondi Pubblici

Una società televisiva aveva presentato domanda per ottenere benefici economici statali per l’anno 2015. Un requisito essenziale per accedere a tali fondi era la regolarità nel versamento dei contributi previdenziali. L’istituto di previdenza dei giornalisti aveva inizialmente attestato la correttezza della posizione dell’azienda, ma in seguito aveva sollevato una questione relativa a un contenzioso passato (periodo 2001-2006) per un mancato versamento di circa 123.000 euro.

L’emittente si era difesa sostenendo di aver effettuato i versamenti dovuti, seppur in buona fede, a un diverso ente previdenziale. In base alla normativa di settore (art. 116, comma 20, L. n. 388/2000), tale versamento avrebbe dovuto avere un effetto liberatorio, con l’obbligo per l’ente ricevente di trasferire le somme a quello competente.

Nonostante ciò, il Comitato Regionale per le Comunicazioni aveva declassato l’azienda, ritenendola non in regola e azzerando il punteggio relativo al personale giornalistico. La società ha quindi impugnato tale provvedimento davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), che ha accolto il ricorso, e la decisione è stata poi confermata in appello dal Giudice Amministrativo d’appello.

L’istituto previdenziale ha infine presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il giudice amministrativo avesse invaso la giurisdizione del giudice ordinario (specificamente, del giudice del lavoro) analizzando nel merito il rapporto contributivo.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità del Ricorso

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno dichiarato il ricorso dell’ente previdenziale inammissibile. La Suprema Corte ha stabilito che il Giudice Amministrativo d’appello non ha commesso un eccesso di potere giurisdizionale, ma ha semplicemente esercitato correttamente le proprie funzioni.

Le Motivazioni della Sentenza e il Principio della Cognizione Incidentale

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 8 del Codice del Processo Amministrativo. Questa norma consente al giudice amministrativo di conoscere, in via incidentale, tutte le questioni pregiudiziali o incidentali la cui risoluzione è necessaria per decidere la questione principale, anche se relative a diritti soggettivi. Tale conoscenza, tuttavia, avviene senza efficacia di giudicato, ovvero la decisione sulla questione incidentale non diventa definitiva e vincolante al di fuori di quel processo.

La Cassazione ha chiarito un punto cruciale: la violazione dei limiti di questa cognizione incidentale non configura un “eccesso di potere giurisdizionale”, ma, al massimo, un “error in procedendo” (errore procedurale). L’eccesso di potere si verifica solo quando un giudice si appropria del potere decisionale che spetta a un’altra giurisdizione, alterando la struttura fondamentale della divisione dei poteri. Al contrario, l’analisi di una questione pregiudiziale, anche se approfondita, rimane uno strumento funzionale alla decisione sull’oggetto principale del giudizio, che in questo caso era la legittimità dell’atto amministrativo di esclusione dai benefici.

In sintesi, il giudice amministrativo doveva verificare se la P.A. avesse agito correttamente nel considerare l’azienda “irregolare”. Per farlo, ha dovuto necessariamente esaminare, in via incidentale, se il pagamento all’ente sbagliato avesse o meno un effetto liberatorio. Questo esame è stato strumentale e necessario per la decisione principale e, pertanto, pienamente all’interno dei confini della sua giurisdizione.

Conclusioni: L’Impatto sulla Delimitazione delle Giurisdizioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per l’efficienza del sistema giudiziario. Stabilisce che il potere del giudice amministrativo di decidere incidentalmente su questioni di diritto soggettivo è ampio e funzionale a garantire una tutela completa ed effettiva. La distinzione tra error in procedendo ed eccesso di potere giurisdizionale viene nettamente delineata: il primo è un errore interno al processo, il secondo un’invasione di campo. Per le imprese e i cittadini, ciò significa che, nell’impugnare un atto amministrativo, il giudice adito potrà valutare tutti gli aspetti necessari per arrivare a una decisione giusta, senza che il processo venga frammentato e ritardato da continue questioni di giurisdizione.

Può il giudice amministrativo esaminare un rapporto contributivo, materia del giudice del lavoro, per decidere sulla legittimità di un atto amministrativo?
Sì, può farlo in via incidentale. L’art. 8 del Codice del Processo Amministrativo gli consente di conoscere tutte le questioni, anche relative a diritti soggettivi, la cui risoluzione sia necessaria per decidere sulla questione principale di sua competenza, senza che tale decisione incidentale abbia valore di giudicato al di fuori di quel processo.

Cosa distingue un “eccesso di potere giurisdizionale” da un semplice “errore procedurale” (error in procedendo)?
L’eccesso di potere giurisdizionale si verifica quando un giudice invade la sfera di competenza di un’altra giurisdizione. L’errore procedurale, invece, è un errore commesso dal giudice all’interno della propria giurisdizione, come ad esempio una valutazione non corretta del nesso di pregiudizialità tra la causa principale e la questione incidentale.

Il versamento di contributi previdenziali a un ente diverso da quello competente libera il datore di lavoro dal suo obbligo?
Sulla base della decisione dei giudici di merito (TAR e Consiglio di Stato) riportata nell’ordinanza, sì. I giudici hanno ritenuto che, ai sensi dell’art. 116, comma 20, della L. n. 388/2000, il versamento effettuato a un diverso ente previdenziale ha un effetto liberatorio, e impone all’ente che ha ricevuto le somme l’obbligo di trasferirle a quello competente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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