LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Clausola tinteggiatura nulla: la sentenza del Tribunale

Il Tribunale di Venezia ha stabilito che la clausola che obbliga l’inquilino a pagare la tinteggiatura a fine locazione per il normale uso è nulla. Nel caso esaminato, i proprietari avevano chiesto il rimborso di canoni non pagati, spese condominiali e costi di ridipintura. Il giudice ha accolto la richiesta per i canoni ma ha respinto quella per le spese condominiali per mancanza di prove e ha dichiarato la clausola tinteggiatura nulla, in quanto sposta sul conduttore un costo di manutenzione ordinaria che spetta al locatore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Clausola Tinteggiatura Nulla: Chi Paga le Pareti a Fine Locazione?

La fine di un contratto di locazione può spesso trasformarsi in un campo di battaglia legale su chi debba sostenere i costi di ripristino dell’immobile. Una delle questioni più comuni riguarda la tinteggiatura delle pareti. Una recente sentenza del Tribunale di Venezia fa luce su questo tema, stabilendo quando una clausola tinteggiatura nulla protegge l’inquilino da spese ingiuste. Analizziamo questo caso per capire i principi applicati e le tutele previste dalla legge.

I Fatti di Causa

I proprietari di un immobile ad uso abitativo hanno citato in giudizio il loro ex inquilino, dal quale avevano già ottenuto la restituzione dell’immobile a seguito di uno sfratto per finita locazione. La richiesta al Tribunale era finalizzata a ottenere il pagamento di diverse somme:

* Quattro mensilità di canoni di locazione non pagati.
* Una mensilità a titolo di indennità di occupazione.
* Le spese condominiali relative agli anni 2021 e 2022.
* I costi per la ridipintura dell’immobile, come previsto da una specifica clausola del contratto.

L’ex inquilino non si è presentato in giudizio ed è stato quindi dichiarato contumace.

La Clausola Tinteggiatura Nulla e la Decisione del Giudice

Il Tribunale ha esaminato le singole richieste dei proprietari, accogliendone solo una parte. La decisione si è basata su una precisa distinzione tra gli obblighi del conduttore e i limiti imposti dalla legge a tutela dello stesso.

Canoni di Locazione e Indennità di Occupazione

Il giudice ha ritenuto fondata la richiesta relativa ai canoni non pagati e all’indennità di occupazione. Trattandosi di un’obbligazione contrattuale, spettava ai proprietari dimostrare l’esistenza del contratto e allegare l’inadempimento, cosa che hanno fatto. Sarebbe stato onere dell’inquilino, invece, provare di aver pagato. Essendo rimasto contumace, non ha fornito alcuna prova estintiva del suo debito. Di conseguenza, è stato condannato a pagare 5 mensilità per un totale di € 2.750,00.

Spese Condominiali: L’Onere della Prova del Locatore

La domanda relativa al pagamento delle spese condominiali è stata respinta. Il giudice ha chiarito che, per ottenere il rimborso, i proprietari avrebbero dovuto produrre le delibere condominiali che approvavano i consuntivi di spesa. Tali documenti sono infatti indispensabili per far sorgere l’obbligo di pagamento. In loro assenza, la richiesta è risultata infondata.

La Nullità della Clausola sulla Tinteggiatura

Il punto centrale della sentenza riguarda la richiesta di rimborso per le spese di ridipintura. Il contratto conteneva una clausola che poneva tale costo a carico dell’inquilino. Il Tribunale, richiamando un consolidato orientamento della Corte di Cassazione (sentenza n. 29329/2019), ha dichiarato tale clausola nulla.

Le Motivazioni

La motivazione della decisione si fonda sull’articolo 79 della Legge 392/78, che vieta pattuizioni volte ad attribuire al locatore vantaggi in contrasto con la legge. La Cassazione ha stabilito che la clausola che obbliga il conduttore a eliminare le conseguenze del deterioramento dovuto al “normale uso” dell’immobile (come la tinteggiatura delle pareti) è nulla. Questo perché addossa all’inquilino una spesa di manutenzione ordinaria che, per legge, spetta al proprietario. Un simile accordo rappresenta un vantaggio indebito per il locatore, in aggiunta al canone di locazione, che è l’unico corrispettivo legalmente pattuibile a carico del conduttore per il godimento del bene. Pertanto, il deterioramento delle pareti dovuto al semplice utilizzo nel tempo non può essere addebitato all’inquilino.

Le Conclusioni

Alla luce di quanto esposto, il giudice ha operato una compensazione tra il debito accertato del conduttore (€ 2.750,00 per canoni e indennità) e il deposito cauzionale già versato (€ 1.650,00). Di conseguenza, l’ex inquilino è stato condannato a pagare la somma residua di € 1.100,00, oltre interessi. Questa sentenza ribadisce due principi fondamentali: primo, il locatore deve fornire prove documentali complete per le sue pretese, come le delibere per le spese condominiali; secondo, l’inquilino è tutelato contro clausole vessatorie che gli impongono costi di manutenzione ordinaria derivanti dal normale uso dell’immobile. Un insegnamento prezioso sia per i proprietari che per gli affittuari.

Chi deve pagare per la tinteggiatura delle pareti a fine locazione?
Secondo la sentenza, la spesa per la tinteggiatura dovuta al normale deterioramento per l’uso dell’immobile è a carico del locatore. Una clausola contrattuale che addebita questo costo al conduttore è da considerarsi nulla ai sensi dell’art. 79 della L. 392/78.

Perché la richiesta di pagamento delle spese condominiali è stata respinta?
La richiesta è stata respinta perché i proprietari non hanno fornito la documentazione necessaria a provarla, ovvero le delibere dell’assemblea condominiale che approvavano i bilanci consuntivi da cui scaturisce l’obbligo di pagamento.

Cosa succede se l’inquilino non si presenta in giudizio?
Se l’inquilino non si costituisce in giudizio, viene dichiarato “contumace”. Il processo prosegue in sua assenza, ma egli perde la possibilità di difendersi e di presentare prove a suo favore, come ad esempio le ricevute di pagamento dei canoni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati