LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Clausola sociale: obbligo di assunzione integrale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24912/2025, ha affermato un principio cruciale in materia di cambio appalto e clausola sociale. La Corte ha stabilito che, se il capitolato d’appalto accettato dall’azienda subentrante prevede l’assunzione di un numero specifico di lavoratori, questa non può unilateralmente ridurne il numero applicando criteri non concordati, come quello della minore anzianità. Il caso riguardava delle lavoratrici del settore ristorazione escluse dall’assunzione. La Cassazione ha accolto il loro ricorso, cassando la sentenza d’appello e rinviando per un nuovo esame basato sul principio che il capitolato e la clausola sociale vincolano l’impresa subentrante a garantire la continuità occupazionale come pattuito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Clausola sociale e cambio appalto: l’obbligo di assumere tutto il personale

La clausola sociale rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela dei lavoratori nei cambi di appalto, garantendo la continuità occupazionale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha rafforzato questo principio, chiarendo i limiti del potere dell’azienda subentrante nella scelta del personale da assumere. La decisione sottolinea che, una volta accettato un capitolato che indica un numero preciso di addetti, l’impresa non può creare criteri unilaterali per escludere parte della forza lavoro.

I fatti di causa

La vicenda nasce dal ricorso di alcune lavoratrici impiegate nel servizio mensa di una grande struttura sanitaria. A seguito di un cambio di appalto, la nuova società di ristorazione si era rifiutata di assumerle. Le lavoratrici si erano rivolte al Tribunale, che in un primo momento aveva riconosciuto il loro diritto all’assunzione e al risarcimento del danno.

La decisione della Corte di Appello

In secondo grado, la Corte di Appello aveva ribaltato la decisione, dando ragione all’azienda. I giudici d’appello avevano ritenuto legittima la scelta della società di assumere solo una parte del personale. La motivazione si basava sulla presunta distinzione tra pasti destinati alla struttura sanitaria (interni) e pasti preparati per clienti esterni. Secondo la Corte territoriale, l’obbligo di assunzione previsto dalla clausola sociale riguardava solo i lavoratori addetti alla preparazione dei pasti interni. Poiché le ricorrenti avevano un’anzianità di servizio inferiore, la loro esclusione era stata considerata corretta.

L’analisi della Cassazione sulla clausola sociale

La Corte di Cassazione ha completamente sconfessato l’interpretazione della Corte di Appello. Il punto centrale dell’analisi dei giudici di legittimità è stato il capitolato d’appalto. Tale documento, accettato dalla società subentrante, prevedeva testualmente che l’organico da prendere in carico era composto da 143 addetti, includendo esplicitamente le lavoratrici che avevano presentato ricorso. Secondo la Cassazione, l’unicità dell’appalto non poteva essere messa in discussione da accordi successivi o da distinzioni funzionali non previste nel contratto originario. Il capitolato era chiaro: l’obbligo era di assumere tutte le 143 unità indicate.

Il principio di diritto: divieto di criteri unilaterali

La Suprema Corte ha stabilito un principio di diritto fondamentale: l’impresa subentrante non può, ex post e unilateralmente, introdurre criteri di selezione (come la sola anzianità di servizio) per ridurre il numero di lavoratori da assumere, quando il capitolato d’appalto ne specifica il numero esatto. L’obbligo di assunzione è vincolante. Eventuali esigenze economiche o di riorganizzazione che comportino una riduzione del personale devono essere gestite attraverso procedure concordate con le organizzazioni sindacali o basate su criteri predeterminati e oggettivi, non certo con una scelta discrezionale e successiva al subentro nell’appalto. La clausola sociale mira a garantire la continuità del rapporto di lavoro, e questa finalità verrebbe vanificata se si consentisse all’impresa di scegliere arbitrariamente chi assumere.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sull’interpretazione letterale e teleologica delle disposizioni del contratto collettivo e del capitolato d’appalto. La Cassazione ha evidenziato che la garanzia dell’assunzione è legata alla presenza del lavoratore nei libri paga e matricola dell’azienda uscente per un determinato periodo, come previsto dal CCNL, al fine di evitare assunzioni fittizie dell’ultimo minuto. Una volta rispettato questo requisito, e una volta che il capitolato definisce la platea dei lavoratori, l’obbligo per l’impresa subentrante diventa inderogabile. La Corte ha inoltre precisato che la clausola sociale è conforme ai principi europei e costituzionali di libera impresa e diritto al lavoro, in quanto contempera le esigenze economiche con la tutela dell’occupazione.

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso delle lavoratrici, cassando la sentenza della Corte di Appello e rinviando la causa a un nuovo collegio. Quest’ultimo dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi enunciati, ovvero al vincolo derivante dal capitolato d’appalto e all’impossibilità per l’azienda di applicare criteri di esclusione unilaterali. Questa ordinanza rappresenta un’importante vittoria per la tutela dei diritti dei lavoratori e un chiaro monito per le imprese che operano nel settore degli appalti: gli impegni contrattuali e le tutele occupazionali previste dalla clausola sociale devono essere rispettati integralmente.

In un cambio di appalto, la nuova azienda può rifiutarsi di assumere una parte del personale previsto dalla clausola sociale?
No, se il capitolato d’appalto accettato dall’impresa subentrante indica un numero preciso di lavoratori da assumere, questa è obbligata ad assumerli tutti. La facoltà di adottare scelte diverse per esigenze economiche deve avvenire nel rispetto di criteri prefissati o concordati, non unilateralmente.

Il criterio della minore anzianità di servizio è sempre legittimo per escludere lavoratori in un cambio di appalto?
No, non è legittimo se applicato in modo unilaterale dall’azienda subentrante per ridurre il personale da assumere, soprattutto quando il capitolato d’appalto non lo prevede e il criterio non è stato concordato con le organizzazioni sindacali.

Cosa prevale tra il capitolato d’appalto e le interpretazioni successive dell’azienda subentrante riguardo al personale da assumere?
Prevale il capitolato d’appalto. Secondo la Corte, una volta che l’impresa ha accettato le condizioni del contratto, che specificano il numero di addetti da prendere in carico (in questo caso 143), non può discostarsene sulla base di proprie valutazioni successive e unilaterali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati