LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Clausola Sociale: Obbligo di Assunzione Confermato

Un’azienda subentrante in un appalto di servizi aeroportuali non assume una lavoratrice, violando la clausola sociale del CCNL. La Cassazione conferma la decisione d’Appello, rigettando il ricorso dell’azienda. Si ribadisce che la clausola sociale crea un obbligo di assunzione ex novo, non soggetto a decadenza, e che l’onere di provare un’offerta conforme spetta all’impresa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Clausola Sociale: Quando l’Obbligo di Assunzione Diventa Inviolabile

Nel mondo del lavoro, specialmente nei settori caratterizzati da frequenti cambi di appalto come quello dei servizi a terra aeroportuali, la stabilità occupazionale è una priorità. La clausola sociale, inserita nei contratti collettivi nazionali, rappresenta uno strumento fondamentale per tutelare i lavoratori in queste transizioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 1194/2024, ha ribadito con forza i principi che regolano questo istituto, chiarendo gli obblighi dell’impresa subentrante e i diritti del personale coinvolto.

I Fatti del Caso: Il Cambio di Appalto e la Mancata Assunzione

Il caso esaminato trae origine dalla vicenda di una lavoratrice impiegata come agente di rampa presso un importante scalo aeroportuale. A seguito di un cambio di gestione nell’appalto per i servizi di assistenza a terra, la nuova società appaltatrice non procedeva alla sua assunzione, nonostante le previsioni della clausola sociale contenute nel CCNL di settore.

La lavoratrice si rivolgeva quindi al Tribunale per ottenere il riconoscimento del suo diritto al trasferimento del rapporto di lavoro presso la nuova azienda. Mentre il giudizio di primo grado non le dava ragione, la Corte d’Appello di Milano ribaltava la decisione, accertando il suo diritto all’assunzione e condannando la società alla riammissione in servizio e al pagamento delle retribuzioni maturate.

Contro questa sentenza, la società proponeva ricorso per Cassazione, sollevando diverse eccezioni, tra cui la presunta decadenza dall’azione legale e il presunto rifiuto della lavoratrice a un’offerta di assunzione.

L’Analisi della Cassazione e la Clausola Sociale

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso dell’azienda, confermando la decisione dei giudici d’appello e fornendo chiarimenti cruciali sull’applicazione della clausola sociale.

Inapplicabilità della Decadenza

Uno dei punti centrali del ricorso aziendale riguardava l’applicazione del termine di decadenza previsto dalla legge n. 183/2010 per l’impugnazione di atti che incidono sul rapporto di lavoro. La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: tale termine di decadenza non si applica alle azioni basate sulla clausola sociale. La ragione è che la clausola non determina un trasferimento d’azienda o la cessione di un contratto, ma crea un obbligo di assunzione ex novo (cioè, un nuovo rapporto di lavoro) in capo all’impresa subentrante. L’azione del lavoratore è volta a far valere questo specifico obbligo contrattuale, non a contestare la validità di un atto del precedente datore di lavoro.

L’Onere della Prova sull’Azienda Subentrante

La società sosteneva che la lavoratrice avesse rifiutato una proposta di assunzione. La Corte ha chiarito che, per liberarsi dal proprio obbligo, l’azienda avrebbe dovuto dimostrare di aver formulato una proposta di assunzione pienamente conforme alle condizioni previste dall’accordo sindacale e dalla clausola sociale. Una qualsiasi offerta difforme o a condizioni peggiorative non ha alcun valore liberatorio. L’onere di provare l’esistenza di un’offerta conforme e il conseguente rifiuto del lavoratore spetta interamente all’impresa, prova che nel caso di specie non era stata fornita.

Autonomia del Diritto all’Assunzione

La Cassazione ha inoltre precisato che il diritto del lavoratore di essere assunto dalla nuova azienda, in virtù della clausola sociale, è autonomo e distinto da eventuali pretese nei confronti del precedente datore di lavoro. Il fatto che il lavoratore non sia stato formalmente licenziato dall’impresa uscente non impedisce l’esercizio del diritto all’assunzione verso quella subentrante, poiché la tutela offerta dalla clausola si aggiunge, e non si sostituisce, a quella prevista nei confronti del datore di lavoro originario.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi sulla natura obbligatoria della clausola sociale, che deriva direttamente dalla contrattazione collettiva e vincola l’impresa subentrante. La violazione di tale clausola costituisce un inadempimento contrattuale. L’ordinanza sottolinea come la finalità della norma sia proprio quella di garantire la continuità occupazionale e le condizioni economiche e normative dei lavoratori coinvolti nel passaggio di appalto. Rigettare le tesi aziendali significava riaffermare la centralità e l’efficacia di questo strumento di tutela, impedendo che venisse svuotato di significato attraverso eccezioni pretestuose o interpretazioni restrittive. La Corte ha inoltre evidenziato come l’azienda non avesse fornito prove adeguate a sostegno delle proprie affermazioni, in particolare riguardo all’asserita rinuncia della lavoratrice, confermando così la correttezza della valutazione operata dalla Corte d’Appello.

Le Conclusioni

L’ordinanza 1194/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un’importante conferma della forza vincolante della clausola sociale negli appalti. Le conclusioni che possiamo trarre sono chiare:
1. L’obbligo di assunzione derivante dalla clausola sociale è un diritto autonomo del lavoratore, non soggetto ai termini di decadenza previsti per altre fattispecie.
2. L’impresa subentrante che intende sottrarsi a tale obbligo ha l’onere di dimostrare di aver offerto al lavoratore condizioni contrattuali conformi a quelle previste dagli accordi sindacali.
3. La tutela garantita dalla clausola è uno strumento essenziale per la salvaguardia dei posti di lavoro e non può essere elusa con argomentazioni formali.
Questa decisione rafforza la posizione dei lavoratori nei cambi di appalto, assicurando che le garanzie previste dalla contrattazione collettiva vengano rispettate in modo sostanziale.

La clausola sociale obbliga sempre l’azienda che subentra in un appalto ad assumere i lavoratori precedenti?
Sì, la clausola sociale, se prevista dal contratto collettivo applicabile, crea un vero e proprio obbligo di assumere ex novo, a determinate condizioni, il personale in forza presso il precedente aggiudicatario dell’appalto.

Si applica il termine di decadenza previsto per l’impugnazione dei licenziamenti alle azioni basate sulla clausola sociale?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’azione per far valere il diritto all’assunzione derivante dalla clausola sociale non è soggetta al termine di decadenza previsto dall’art. 32 della Legge n. 183/2010, poiché non si tratta di un’impugnazione di un atto del datore di lavoro, ma della richiesta di adempimento di un obbligo contrattuale.

Chi deve dimostrare che al lavoratore è stata fatta un’offerta di assunzione valida e che questa è stata rifiutata?
L’onere della prova spetta interamente all’azienda subentrante. Essa deve dimostrare non solo di aver fatto un’offerta, ma che tale offerta fosse pienamente conforme alle condizioni previste dall’accordo sindacale e dalla clausola sociale. Un’offerta a condizioni diverse o peggiorative è irrilevante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati