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Clausola risarcimento forma specifica non è vessatoria

La Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola di una polizza assicurativa che prevede una franchigia elevata se l’assicurato si rivolge a una carrozzeria non convenzionata non è vessatoria. Tale pattuizione, infatti, non limita la responsabilità della compagnia, ma definisce l’oggetto del contratto, offrendo all’assicurato una scelta tra diverse modalità di liquidazione del danno. La sentenza chiarisce la natura della clausola risarcimento forma specifica, ritenendola una legittima modalità di definizione del rischio garantito.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Clausola Risarcimento Forma Specifica: Quando non è Vessatoria secondo la Cassazione

La scelta della carrozzeria di fiducia dopo un sinistro è un diritto dell’automobilista, ma le polizze assicurative spesso contengono clausole che incentivano l’uso di una rete convenzionata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema della validità di una clausola risarcimento forma specifica, che prevede l’applicazione di franchigie e scoperti significativi se l’assicurato sceglie un riparatore non convenzionato. Contrariamente a quanto stabilito nei primi due gradi di giudizio, la Suprema Corte ha chiarito che tale clausola non è vessatoria, ma definisce semplicemente l’oggetto della garanzia assicurativa.

I Fatti del Caso

Un automobilista, a seguito di un danno da atti vandalici alla propria vettura, cedeva il suo credito risarcitorio a un’autocarrozzeria non convenzionata con la sua compagnia assicurativa. L’assicurazione liquidava un importo parziale, trattenendo una somma consistente a titolo di franchigia e scoperto, come previsto da una specifica clausola contrattuale per le riparazioni effettuate al di fuori della propria rete fiduciaria.

L’autocarrozzeria agiva in giudizio per ottenere il pagamento dell’intero importo della riparazione, sostenendo che la clausola applicata dalla compagnia fosse vessatoria ai sensi del Codice Civile e del Codice del Consumo, in quanto creava un grave squilibrio a danno dell’assicurato. Sia il Giudice di Pace che il Tribunale in sede di appello accoglievano questa tesi, condannando l’assicurazione al pagamento integrale.

La Clausola Risarcimento Forma Specifica al Vaglio dei Giudici

La compagnia assicurativa ricorreva in Cassazione, lamentando un’errata applicazione della normativa sulle clausole vessatorie. Il punto centrale del ricorso era la distinzione fondamentale tra due tipi di clausole:

1. Clausole limitative della responsabilità: Queste clausole riducono le conseguenze dell’inadempimento o della colpa dell’assicuratore e sono considerate vessatorie se non specificamente approvate per iscritto.
2. Clausole che delimitano l’oggetto del contratto: Queste clausole definiscono il contenuto e i limiti della garanzia assicurativa, specificando il rischio coperto. Non limitano la responsabilità, ma chiariscono cosa e come l’assicurazione si impegna a coprire.

Secondo la difesa della compagnia, la clausola in questione apparteneva alla seconda categoria.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della compagnia assicurativa, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno affermato, in linea con un orientamento giurisprudenziale consolidato, che la clausola risarcimento forma specifica non ha natura vessatoria. Essa non limita la sfera giuridica del consumatore, ma si limita a delineare l’oggetto del contratto, ovvero l’estensione della garanzia.

La clausola, infatti, non impedisce all’assicurato di scegliere liberamente il proprio riparatore. Piuttosto, gli offre un’alternativa:

* Ottenere un risarcimento pieno e senza esborsi diretti (riparazione in forma specifica) rivolgendosi a una carrozzeria convenzionata.
* Ottenere un risarcimento per equivalente (una somma di denaro) con l’applicazione di una franchigia, se sceglie una carrozzeria non convenzionata.

Questa scelta, lasciata alla libera valutazione dell’assicurato, è parte integrante della definizione del rischio assicurato. La clausola non esclude il risarcimento, ma ne modula le modalità e l’entità in base a una scelta consapevole del contraente. Pertanto, non genera uno squilibrio normativo ma si limita a regolare gli aspetti economici della prestazione.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Viene confermata la legittimità delle polizze che incentivano l’utilizzo di reti convenzionate attraverso meccanismi di franchigie e scoperti. Per gli assicurati, emerge la cruciale importanza di leggere attentamente le condizioni generali di polizza prima della sottoscrizione, per comprendere appieno le conseguenze economiche delle proprie scelte in caso di sinistro. Per le compagnie, si tratta di un consolidamento della libertà contrattuale nella definizione dell’oggetto della garanzia, a patto che le clausole siano chiare e non impongano obblighi, ma offrano alternative trasparenti all’assicurato.

Una clausola assicurativa che impone una franchigia se non si usa una carrozzeria convenzionata è vessatoria?
No, secondo la Corte di Cassazione, questa clausola non è vessatoria. Viene considerata una pattuizione che delimita l’oggetto del contratto, specificando le condizioni e l’estensione della garanzia assicurativa, e non una limitazione della responsabilità della compagnia.

Qual è la differenza tra una clausola che limita la responsabilità e una che delimita l’oggetto del contratto?
Una clausola che limita la responsabilità riduce le conseguenze legali in caso di colpa o inadempimento dell’assicuratore ed è soggetta a un rigido controllo di vessatorietà. Una clausola che delimita l’oggetto del contratto, invece, definisce semplicemente cosa è coperto dalla polizza e a quali condizioni, stabilendo i confini del rischio garantito, ed è ritenuta legittima.

L’assicurato è obbligato a rivolgersi a una carrozzeria convenzionata dalla sua assicurazione?
No, l’assicurato non è obbligato. La clausola analizzata dalla Corte non impone un obbligo, ma offre una scelta: un risarcimento completo se si utilizza la rete convenzionata, oppure un risarcimento con l’applicazione di una franchigia o di uno scoperto se si sceglie un riparatore di fiducia non convenzionato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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