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Clausola Riparatore Convenzionato: È Legittima?

Un’assicurata ripara l’auto vandalizzata presso un’officina non convenzionata e l’assicurazione applica uno scoperto. La Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola riparatore convenzionato, che prevede un indennizzo pieno solo per le officine affiliate e uno ridotto per le altre, è legittima. Non costituisce né una restrizione della libertà contrattuale né crea un significativo squilibrio per il consumatore, ma rappresenta un incentivo premiante.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Clausola Riparatore Convenzionato: Per la Cassazione è Legittima e non Vessatoria

Le polizze assicurative contro i danni, in particolare quelle relative ai veicoli, contengono spesso clausole che differenziano l’entità del risarcimento a seconda che l’assicurato si rivolga o meno a una rete di riparatori convenzionati. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato la questione della validità della clausola riparatore convenzionato, stabilendo che non è vessatoria e non limita la libertà del consumatore. Vediamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Una donna stipula un contratto di assicurazione per la sua automobile, che include una copertura contro i danni da atti vandalici. Il contratto prevede una condizione specifica: se l’assicurata avesse fatto riparare il veicolo presso un’officina convenzionata con la compagnia, l’indennizzo sarebbe stato integrale. In caso contrario, ovvero scegliendo un riparatore di propria fiducia non convenzionato, sarebbe stato applicato uno scoperto del 20% con un minimo di 1.500 euro.

Successivamente, il veicolo subisce un atto vandalico. La proprietaria decide di farlo riparare da un’autofficina non inclusa nella rete della compagnia assicurativa e cede a quest’ultima il proprio credito per l’indennizzo. La compagnia assicurativa, conformemente al contratto, liquida il danno applicando la decurtazione di 1.500 euro.

L’autofficina cita in giudizio la compagnia, sostenendo che la clausola fosse nulla perché vessatoria ai sensi del Codice del Consumo, in quanto creava un significativo squilibrio a danno dell’assicurato. Mentre il Giudice di Pace rigetta la domanda, il Tribunale, in funzione di corte d’appello, accoglie il ricorso dell’officina, dichiarando la nullità della clausola in quanto limitativa della libertà contrattuale del consumatore.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Validità della Clausola Riparatore Convenzionato

La compagnia assicurativa ricorre in Cassazione, che ribalta la decisione del Tribunale. La Suprema Corte accoglie il motivo di ricorso relativo alla violazione delle norme del Codice Civile e del Codice del Consumo, cassando la sentenza e rinviando la causa al Tribunale di Genova per un nuovo esame.

La Corte ha stabilito che la clausola che prevede un trattamento economico differenziato non è di per sé nulla, ma rappresenta una legittima modalità di definizione dell’oggetto del contratto.

Le Motivazioni della Corte

Il ragionamento della Cassazione si fonda su una rilettura logica e giuridica della natura della clausola. I giudici hanno chiarito diversi punti fondamentali.

1. Incentivo, non Penalizzazione: Il Tribunale aveva interpretato la clausola come una penalizzazione per l’assicurato che non si rivolgeva alla rete convenzionata. La Cassazione capovolge questa prospettiva. L’indennizzo standard previsto dal contratto è quello con lo scoperto. La possibilità di ottenere un indennizzo integrale, senza scoperto, rivolgendosi a un riparatore convenzionato, non è altro che una misura premiante, un incentivo volto a favorire una scelta specifica, che amplia i diritti dell’assicurato anziché ridurli.

2. Nessuna Limitazione della Libertà Contrattuale: La clausola non impedisce all’assicurato di contrattare con terzi. L’assicurato resta pienamente libero di scegliere il proprio riparatore di fiducia. La clausola si limita a regolare le conseguenze economiche di tale scelta all’interno del rapporto assicurativo, definendo due diversi livelli di prestazione a cui l’assicurato ha diritto.

3. Assenza di ‘Significativo Squilibrio’: La Corte sottolinea che non esiste un ‘minimo sindacale’ per cui l’assicurazione debba sempre coprire l’intero danno. I contratti assicurativi possono legittimamente prevedere franchigie e scoperti (come previsto dall’art. 1907 c.c.), che servono a delimitare l’oggetto della garanzia. Pertanto, una clausola che offre un’opzione migliorativa (indennizzo pieno) rispetto a una base contrattuale già di per sé valida (indennizzo con scoperto) non può essere considerata squilibrata.

Le Conclusioni: Il Principio di Diritto

La sentenza si conclude con l’enunciazione di un chiaro principio di diritto: “La clausola inserita in un contratto di assicurazione contro i danni, la quale preveda una misura differenziata dell’indennizzo in funzione dalle scelte dell’assicurato circa il soggetto cui affidarsi per la riparazione del bene danneggiato, non è di per sé sola restrittiva della libertà negoziale con i terzi, né produttiva di un significativo squilibrio, per i fini di cui agli artt. 1341 c.c. o 33, lettera (t), d. lgs. 206/05”.

In pratica, la Corte di Cassazione ha confermato la legittimità delle polizze che incentivano l’uso di reti convenzionate, a patto che la struttura della clausola sia configurata come un beneficio aggiuntivo e non come una sanzione ingiustificata.

Una clausola assicurativa che prevede un indennizzo ridotto se la riparazione avviene presso un carrozziere non convenzionato è legittima?
Sì, secondo la Corte di Cassazione è legittima. Tale clausola non limita la libertà di scelta dell’assicurato, ma definisce l’oggetto del contratto offrendo una misura differenziata dell’indennizzo in base a una libera scelta dell’assicurato stesso.

Perché una tale clausola non crea un “significativo squilibrio” a danno del consumatore?
Perché non va vista come una penalizzazione, ma come un incentivo. La condizione base è l’indennizzo con scoperto; la possibilità di ottenere un risarcimento integrale scegliendo un riparatore convenzionato è un’opzione migliorativa che amplia i diritti dell’assicurato, non li riduce. I contratti assicurativi possono legittimamente prevedere scoperti e franchigie.

La clausola che incentiva l’uso di riparatori convenzionati limita la libertà di scelta dell’assicurato?
No. L’assicurato rimane completamente libero di rivolgersi a qualsiasi riparatore. La clausola si limita a regolare le conseguenze economiche di tale scelta all’interno del rapporto con l’assicurazione, senza imporre alcun obbligo di contrattare con soggetti specifici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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