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Clausola foro competente: modifica e validità

Una società contesta la competenza territoriale di un tribunale basandosi su una clausola foro competente contenuta in un vecchio contratto di conto corrente. Tuttavia, contratti di affidamento successivi ne prevedevano una diversa ed esclusiva. La Corte di Cassazione ha stabilito che le pattuizioni successive, se chiare, modificano validamente la clausola originaria, respingendo il ricorso della società e confermando la competenza del foro indicato nei contratti più recenti.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Clausola Foro Competente: Quando i Contratti Successivi Modificano gli Accordi Originari

La scelta del tribunale a cui rivolgersi in caso di controversie è un elemento cruciale nei contratti commerciali. La clausola foro competente definisce proprio questo aspetto, ma cosa succede quando, nel corso di un lungo rapporto contrattuale, vengono firmati nuovi accordi con clausole diverse? Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce come interpretare la volontà delle parti in questi casi, stabilendo che una pattuizione successiva e chiara prevale su quella originaria.

I Fatti del Caso

Una società in liquidazione aveva avviato una causa contro un istituto di credito presso il Tribunale di Patti. La controversia riguardava la presunta nullità di contratti di conto corrente, conto anticipi e apertura di credito per varie ragioni, tra cui l’indeterminatezza dei tassi di interesse e l’applicazione di commissioni illegittime. La scelta del Tribunale di Patti si basava su una clausola presente nel contratto di conto corrente originario, stipulato nel lontano 1982, che designava come competente il foro della filiale presso cui era stato aperto il rapporto.

L’istituto di credito, tuttavia, ha sollevato un’eccezione di incompetenza, sostenendo che la giurisdizione spettasse al Tribunale di Palermo. A sostegno della sua tesi, la banca ha prodotto un contratto di apertura di credito del 2009, funzionalmente collegato al conto corrente, che indicava esplicitamente ed esclusivamente Palermo come foro competente. Un ulteriore accordo del 2012, per un altro affidamento, indicava addirittura i fori di Roma e Palermo. Il Tribunale di Patti ha accolto l’eccezione della banca, spingendo la società a presentare ricorso per regolamento di competenza alla Corte di Cassazione.

L’Analisi della Corte sulla Modifica della Clausola Foro Competente

La società ricorrente ha basato la sua difesa su due argomenti principali. In primo luogo, ha sostenuto che la successione di clausole diverse rendesse equivoca la volontà contrattuale, impedendo di considerare esclusi i fori previsti in origine. In secondo luogo, ha affermato che il contratto di conto corrente era il rapporto principale, mentre le aperture di credito erano solo accessorie; pertanto, la clausola del contratto principale avrebbe dovuto prevalere.

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambe le argomentazioni, offrendo un’interpretazione chiara sulla validità delle modifiche alla clausola foro competente nel tempo. Secondo i giudici, la successione temporale delle pattuizioni non generava ambiguità, ma dimostrava una precisa evoluzione della volontà delle parti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione su alcuni punti chiave. Innanzitutto, il notevole lasso di tempo tra il contratto del 1982 e quelli del 2009 e 2012 è stato considerato un fattore indicativo della volontà delle parti di aggiornare e modificare i loro accordi originari, inclusa la designazione del foro. La formulazione chiara ed esplicita della clausola nel contratto del 2009, che designava ‘esclusivamente’ il foro di Palermo, non lasciava spazio a interpretazioni dubbie.

Inoltre, la Corte ha respinto la distinzione tra contratto principale e accessorio come dirimente per la questione della competenza. Ha invece sottolineato l’incontestato collegamento funzionale e operativo tra il conto corrente originario e i successivi affidamenti. Proprio questo collegamento giustificava l’applicazione della nuova clausola foro competente all’intero rapporto contrattuale. La volontà manifestata dalle parti negli accordi più recenti è stata ritenuta prevalente, in quanto espressione di un consenso aggiornato e specifico.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un importante principio guida per la gestione dei rapporti contrattuali di lunga durata, specialmente nel settore bancario. La lezione principale è che le clausole contenute in accordi successivi, se formulate in modo chiaro e inequivocabile, possono validamente modificare e sostituire quelle stipulate in precedenza. Le aziende e i privati devono prestare la massima attenzione non solo al contratto iniziale, ma anche a tutti i documenti successivi (come contratti di fido, rinegoziazioni o integrazioni) che potrebbero alterare aspetti fondamentali del rapporto, come la competenza giurisdizionale. La volontà più recente, se espressa chiaramente, è quella che fa fede.

Una nuova clausola sul foro competente in un contratto successivo può modificare quella del contratto originario?
Sì, la Corte ha stabilito che le pattuizioni successive, se chiare e inequivocabili, dimostrano la volontà delle parti di modificare la designazione originaria del foro competente, sostituendola con quella nuova.

La presenza di diverse clausole di competenza in contratti collegati rende la scelta del foro ‘equivoca’?
No. Secondo la Corte, se le clausole successive sono formulate in modo chiaro, la loro successione temporale indica una modifica volontaria e non un’incertezza. La volontà delle parti di individuare un nuovo foro prevale.

In un rapporto tra conto corrente (contratto principale) e apertura di credito (contratto accessorio), quale clausola sul foro prevale?
La Corte ha dato prevalenza alle clausole contenute nei contratti di affidamento successivi, ritenendo che esse abbiano modificato la clausola del contratto di conto corrente originario, in virtù del collegamento funzionale e della chiara volontà espressa dalle parti in un momento successivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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