LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Clausola di salvaguardia: non salva tassi usurari

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27106/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di usura nei contratti di leasing. Il caso riguardava una clausola per interessi moratori che, al momento della stipula, superava il tasso soglia. La Corte d’Appello aveva ritenuto la clausola valida grazie a una ‘clausola di salvaguardia’ che prevedeva l’adeguamento del tasso al limite legale. La Cassazione ha ribaltato tale decisione, affermando che la clausola di salvaguardia non può ‘sanare’ la nullità di un patto usurario ‘ab origine’. La sua funzione è solo quella di gestire le fluttuazioni future dei tassi variabili, non di ‘disattivare’ una norma imperativa che sancisce la nullità iniziale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Clausola di salvaguardia e Usura: la Cassazione Mette un Punto Fermo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nei contratti bancari e finanziari: l’efficacia della clausola di salvaguardia di fronte a tassi di interesse moratori usurari. Può una clausola pensata per ‘salvare’ il contratto rendere legittimo un tasso che era illegale fin dall’inizio? La risposta della Suprema Corte è stata un netto no, rafforzando la tutela del debitore contro l’usura.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce da un contratto di locazione finanziaria (leasing) per un immobile. A seguito del mancato pagamento di alcuni canoni, la società di leasing risolveva il contratto e chiedeva la restituzione del bene. L’utilizzatore, a sua volta, contestava la validità della clausola che stabiliva gli interessi di mora, sostenendo che il tasso previsto (Euribor a 3 mesi + 9%) fosse, già al momento della firma del contratto, superiore al tasso soglia anti-usura.

Il Tribunale di primo grado dava ragione all’utilizzatore su questo punto, dichiarando nulla la clausola e stabilendo che nessun interesse moratorio fosse dovuto. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione. I giudici di secondo grado ritenevano che un’altra clausola del contratto, la cosiddetta clausola di salvaguardia, fosse sufficiente a ‘sanare’ l’illegalità iniziale. Questa clausola prevedeva che, qualora il tasso calcolato avesse superato la soglia di usura, sarebbe stato automaticamente ricondotto entro il limite massimo consentito dalla legge. Di conseguenza, per la Corte d’Appello, la pattuizione non era nulla.

La Questione Giuridica: Può una Clausola di Salvaguardia ‘Sanare’ l’Usura?

Il cuore del problema portato all’attenzione della Cassazione era se una clausola di salvaguardia potesse effettivamente ‘disattivare’ la norma imperativa che sancisce la nullità dei patti usurari. In altre parole, ci si chiedeva se una pattuizione, nulla perché illegale al momento della sua nascita (ab origine), potesse essere resa valida da un’altra clausola dello stesso contratto.

La funzione tipica di una clausola di salvaguardia è quella di gestire l’alea futura, in particolare la fluttuazione di parametri variabili come l’Euribor. Essa interviene per evitare che un tasso, inizialmente legittimo, diventi usurario nel corso del rapporto a causa di un aumento del parametro stesso o di una diminuzione del tasso soglia. La difesa della società di leasing sosteneva che tale meccanismo potesse operare anche per correggere un tasso usurario fin dall’inizio.

Le Motivazioni della Cassazione: la nullità ab origine non si può ‘depurare’

La Suprema Corte ha respinto categoricamente l’interpretazione della Corte d’Appello, accogliendo il ricorso dell’utilizzatore. I giudici hanno chiarito la distinzione fondamentale tra l’usura originaria e quella sopravvenuta.

Nullità al Momento della Stipula

La legge sanziona con la nullità la pattuizione di interessi usurari. Il controllo di legalità va effettuato con riferimento al momento in cui l’accordo viene concluso. Se a quella data il tasso convenuto supera la soglia, la clausola è radicalmente nulla. Si tratta di una nullità che discende da una norma imperativa, posta a tutela dell’ordine pubblico economico, e che non può essere derogata dalla volontà delle parti.

La Funzione Corretta della Clausola di Salvaguardia

La Corte ha specificato che una clausola di salvaguardia ha uno scopo diverso e ben definito. Non serve a ‘depurare’ una clausola già nata nulla, ma a ‘vigilare’ sulla dinamica futura del tasso. La sua funzione è quella di mantenere il tasso entro i limiti di legge posteriormente alla stipulazione, qualora eventi esterni (come la variazione dell’Euribor) rischiassero di renderlo usurario. In sostanza, essa non sana un vizio originario, ma previene un vizio sopravvenuto.

Affermare il contrario, secondo la Cassazione, significherebbe permettere alle parti di eludere una norma imperativa, creando un meccanismo contrattuale che rende la legge sull’usura meramente dispositiva. La clausola che determina il tasso e la clausola di salvaguardia sono distinte e autonome: la nullità della prima non può essere influenzata o ‘curata’ dalla seconda.

Le Conclusioni: l’impatto della decisione per i contratti bancari e finanziari

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza a tutela dei debitori. Stabilisce che le banche e le società finanziarie non possono fare affidamento su clausole di salvaguardia generiche per applicare tassi che sono palesemente usurari fin dal momento della firma del contratto. Il principio ‘quod nullum est, nullum producit effectum’ (ciò che è nullo non produce alcun effetto) viene riaffermato con forza.

La decisione implica che la verifica dell’usura deve essere sempre condotta al momento della pattuizione. Se il tasso è illecito ab origine, la clausola è nulla e, per effetto dell’articolo 1815 del codice civile, non sono dovuti interessi. Questo incentiva gli intermediari finanziari a una maggiore attenzione e trasparenza nella definizione delle condizioni economiche, impedendo loro di inserire tassi ‘al limite’ confidando in meccanismi contrattuali correttivi per sfuggire alla sanzione della nullità.

Una ‘clausola di salvaguardia’ può rendere valido un tasso di interesse che era già usurario al momento della firma del contratto?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola di salvaguardia non può ‘sanare’ la nullità di un tasso di interesse pattuito fin dall’origine in misura superiore alla soglia di usura. La nullità opera dal momento della stipula.

Qual è la funzione corretta di una clausola di salvaguardia in un contratto?
La sua funzione è tutelare la validità del contratto rispetto a eventi futuri, come la fluttuazione di un tasso variabile (es. Euribor) che potrebbe, nel tempo, far superare la soglia di usura a un tasso inizialmente legittimo. Non serve a correggere un’illegalità già presente alla firma.

Cosa succede a una clausola che prevede interessi moratori usurari?
Secondo la legge e la sentenza in esame, tale clausola è nulla. Di conseguenza, nessun interesse moratorio è dovuto sulla base di quella clausola, in applicazione dell’art. 1815, secondo comma, del codice civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati