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Clausola di giurisdizione: volo nazionale e foro estero

A seguito di una richiesta di risarcimento per ritardo di un volo nazionale, una compagnia aerea ha invocato una clausola di giurisdizione che designava i tribunali del proprio paese. Il giudice d’appello ha accolto questa tesi, negando la giurisdizione italiana. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha rilevato la novità del caso, poiché riguarda un volo interno e non internazionale. Data l’importanza della questione, che implica il coordinamento tra diritto interno, UE e convenzionale, la Corte ha rimesso la decisione alle Sezioni Unite per un pronunciamento definitivo sulla validità di tale clausola di giurisdizione.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Clausola di Giurisdizione nei Voli Nazionali: la Cassazione Interpella le Sezioni Unite

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaperto il dibattito sulla validità della clausola di giurisdizione inserita nei contratti di trasporto aereo, specialmente quando riguarda un volo nazionale operato da una compagnia con sede in un altro Stato dell’Unione Europea. La Corte ha ritenuto la questione talmente nuova e rilevante da richiedere un intervento delle Sezioni Unite.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento avanzata da due passeggeri nei confronti di una nota compagnia aerea a seguito di un significativo ritardo di un volo nazionale. I viaggiatori avevano chiesto il pagamento della compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento (CE) n. 261/04, oltre al rimborso di alcune spese.

In primo grado, il Giudice di Pace aveva accolto la domanda. Tuttavia, in appello, il Tribunale ha ribaltato la decisione, dichiarando il difetto di giurisdizione del giudice italiano. La motivazione si basava su una clausola delle condizioni generali di contratto, accettata online dai passeggeri al momento dell’acquisto, che stabiliva la competenza esclusiva dei tribunali del paese in cui la compagnia aerea ha la sua sede principale.

I passeggeri hanno quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo che tale clausola fosse nulla perché in contrasto con le norme speciali previste dalla Convenzione di Montreal sul trasporto aereo internazionale, che offre al passeggero diverse opzioni per individuare il giudice competente.

La questione giuridica: validità della clausola di giurisdizione

Il cuore del problema risiede nel conflitto tra diverse fonti normative. Da un lato, il Regolamento UE n. 1215/12 permette, a certe condizioni, accordi di proroga della giurisdizione. Dall’altro, la Convenzione di Montreal, considerata legge speciale per il trasporto aereo, sembra vietare clausole che limitino i diritti dei passeggeri, incluse quelle sulla scelta del foro competente.

Il Tribunale aveva ritenuto che, poiché la richiesta si basava sul Regolamento 261/04, la disciplina applicabile fosse quella generale dell’UE, che non escludeva la validità della clausola. I ricorrenti, invece, sostenevano la prevalenza della Convenzione di Montreal, che avrebbe reso nulla la clausola e confermato la giurisdizione italiana.

La Rimessione alle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione, esaminando il ricorso, ha notato un elemento decisivo e inedito: il volo in questione era un volo nazionale, svoltosi interamente sul territorio italiano. La giurisprudenza consolidata delle Sezioni Unite si era già espressa sul rapporto tra normativa europea e Convenzione di Montreal, ma sempre con riferimento a trasporti internazionali.

La questione se tale disciplina e tali principi si applichino anche a un volo puramente domestico, operato da un vettore di un altro Stato UE, non è mai stata affrontata. Questa novità, unita alla rilevanza della questione per innumerevoli passeggeri e operatori, ha spinto la Sezione semplice a non decidere.

Le Motivazioni della Rimessione

Le motivazioni dell’ordinanza interlocutoria sono chiare: la questione sollevata ha una portata nomofilattica, ovvero è fondamentale per garantire un’interpretazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale. La Corte sottolinea la necessità di coordinare il diritto interno, il diritto dell’Unione Europea e il diritto convenzionale (la Convenzione di Montreal) per una fattispecie non ancora esaminata.

Affidare la decisione alle Sezioni Unite assicura che venga fornita una risposta autorevole e definitiva a un quesito giuridico complesso e di grande impatto pratico, creando un precedente vincolante per i casi futuri.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza non risolve il caso, ma lo sospende in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite. La decisione finale avrà conseguenze significative per tutti i passeggeri che viaggiano su rotte nazionali con compagnie aeree basate all’estero. Si stabilirà se i consumatori potranno continuare a far valere i propri diritti presso i tribunali italiani, come il foro del consumatore, o se saranno costretti ad avviare contenziosi legali, spesso più onerosi e complessi, nel paese della compagnia aerea, in base alla clausola di giurisdizione contenuta nel contratto di trasporto.

Una clausola contrattuale può obbligare un passeggero a fare causa a una compagnia aerea in un paese straniero per un volo nazionale?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva, ma identifica questa come la questione giuridica centrale e nuova. Proprio per risolvere questo dubbio, la Corte di Cassazione ha rimesso la decisione alle Sezioni Unite, che dovranno stabilire se tale clausola sia valida nel contesto di un volo interno.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto che il caso presentasse una questione di diritto nuova e di particolare importanza: l’applicabilità dei principi stabiliti per i voli internazionali alla diversa fattispecie di un volo puramente nazionale. Data la rilevanza nomofilattica, ovvero la necessità di creare un precedente chiaro e uniforme, ha preferito affidare la decisione all’organo più autorevole, le Sezioni Unite.

Qual è il conflitto normativo al centro della controversia?
Il conflitto è tra il Regolamento UE n. 1215/12, che in linea generale ammette le clausole di proroga della giurisdizione, e la Convenzione di Montreal, che è legge speciale per il trasporto aereo e prevede specifiche tutele per il passeggero, tra cui la possibilità di scegliere tra diversi fori competenti e la nullità delle clausole che limitano tali diritti. La decisione finale dovrà chiarire quale normativa prevalga in caso di volo nazionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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