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Clausola di giurisdizione: ecco quando è valida

Una società di logistica ha contestato una clausola di giurisdizione contenuta in una polizza di carico non firmata, che designava un tribunale straniero. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la clausola è valida. La produzione in giudizio del documento equivale alla sua sottoscrizione e la scelta del foro concordata tra le parti prevale sulla regola della connessione processuale, anche in presenza di più convenuti. La Corte ha inoltre chiarito che l’invito alla negoziazione assistita non implica un’accettazione della giurisdizione italiana.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Clausola di giurisdizione: valida anche se la polizza non è firmata

Nel commercio internazionale, la clausola di giurisdizione è uno strumento fondamentale per garantire certezza legale. Ma cosa succede se questa clausola è contenuta in un documento, come una polizza di carico, non firmato da tutte le parti? E se la causa coinvolge più soggetti, alcuni dei quali non sono vincolati da tale accordo? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito importanti chiarimenti, consolidando principi chiave in materia di giurisdizione internazionale e contratti di trasporto marittimo.

I Fatti di Causa

Una società di logistica avviava una causa contro un’agenzia marittima (agente di un importante vettore internazionale) e un’impresa di stivaggio. L’obiettivo era duplice: accertare l’inesistenza di un debito preteso dall’agenzia per danni a un container e ottenere il risarcimento per i danni subiti durante le operazioni di carico e scarico.

Il Tribunale di primo grado si dichiarava competente per l’intera controversia. Tuttavia, la Corte d’Appello, su ricorso dell’agenzia marittima, ribaltava parzialmente la decisione. Basandosi su una clausola di giurisdizione presente nella polizza di carico che designava un tribunale straniero (l’Alta Corte di Londra), la Corte territoriale dichiarava il difetto di giurisdizione del giudice italiano per la causa tra la società di logistica e l’agenzia, mantenendola solo per la controversia con l’impresa di stivaggio.

La società di logistica, ritenendo errata tale decisione, proponeva ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni cruciali.

La decisione della Corte sulla clausola di giurisdizione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno affrontato punto per punto i motivi di doglianza, offrendo un’analisi dettagliata sulla validità ed efficacia della clausola di giurisdizione nel contesto specifico.

Validità della clausola anche senza sottoscrizione

Il ricorrente sosteneva che la clausola fosse invalida perché la polizza di carico non era stata sottoscritta né dal vettore né dal caricatore. La Cassazione ha respinto questa argomentazione, richiamando un principio consolidato: la produzione in giudizio di una scrittura privata da parte di chi non l’ha firmata costituisce un atto equipollente alla sottoscrizione. Questo perfeziona il contratto e le clausole in esso contenute, a meno che la controparte non abbia già revocato il proprio consenso.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che nel commercio internazionale marittimo, l’inserimento di clausole di proroga della giurisdizione in polizze di carico redatte su modelli standard è una prassi ampiamente conosciuta e rispettata. Tale pratica è riconosciuta come valida ai sensi del Regolamento UE n. 1215/2012.

Prevalenza della clausola di giurisdizione sulla connessione

Un altro punto centrale del ricorso riguardava la presenza di più convenuti (litisconsorzio). Secondo la società di logistica, la necessità di una trattazione unitaria della causa avrebbe dovuto far prevalere la giurisdizione del giudice italiano, secondo il principio della vis attractiva. Anche su questo punto, la Cassazione è stata netta: la giurisprudenza, sia nazionale che europea, è costante nell’affermare che la clausola di giurisdizione, quale espressione dell’autonomia delle parti, prevale sulla regola della connessione. L’accordo di scelta del foro è efficace tra le parti che lo hanno stipulato e non può essere neutralizzato dalla presenza di altre parti non vincolate dallo stesso.

Le motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su un’interpretazione coerente delle norme europee (Regolamento UE 1215/2012) e della giurisprudenza consolidata. Il principio cardine è quello della prevalenza dell’autonomia contrattuale delle parti nella scelta del giudice competente. Le disposizioni che permettono di derogare alle regole generali sulla giurisdizione, come l’art. 25 del Regolamento, escludono l’applicazione sia del foro generale del convenuto sia dei fori speciali.

La Corte ha inoltre chiarito che altri argomenti sollevati dal ricorrente erano infondati. In particolare:

* Natura asimmetrica della clausola: La presunta natura ‘potestativa’ o asimmetrica della clausola, che vincolerebbe solo una parte, non ne inficia la validità, ma è considerata una deroga all’esclusività della competenza convenzionale, pienamente ammessa.
* Negoziazione assistita: L’invito a stipulare una convenzione di negoziazione assistita, un procedimento finalizzato a evitare il contenzioso, non può essere interpretato come un’accettazione tacita della giurisdizione italiana. Si tratta di uno strumento stragiudiziale la cui finalità è opposta a quella di radicamento di un giudizio.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza la certezza del diritto nei rapporti commerciali internazionali. Stabilisce con chiarezza che una clausola di giurisdizione inserita in una polizza di carico è valida ed efficace anche in assenza di una firma formale, purché conforme alle prassi del settore. Soprattutto, ribadisce la sua forza prevalente rispetto alle regole sulla connessione processuale. Per gli operatori del settore, questa pronuncia è un monito sull’importanza di leggere attentamente tutte le condizioni contrattuali, comprese quelle contenute nelle polizze di carico, poiché queste determinano in modo vincolante il giudice competente a decidere eventuali future controversie.

Una clausola di giurisdizione in una polizza di carico è valida anche se il documento non è firmato da entrambe le parti?
Sì, secondo la Corte di Cassazione. La produzione in giudizio del documento da parte di chi non lo ha sottoscritto equivale alla firma. Inoltre, se l’uso di tali clausole è una prassi consolidata nel settore commerciale di riferimento, come il trasporto marittimo, la clausola è valida ai sensi della normativa europea (Reg. UE 1215/2012).

In una causa con più convenuti, la clausola di giurisdizione che vincola solo alcune parti prevale sulle regole generali di competenza?
Sì. La Corte ha affermato che la clausola di scelta del foro, espressione dell’autonomia delle parti, prevale sulla regola della connessione. La presenza di altri convenuti non vincolati dall’accordo non è sufficiente a derogare alla giurisdizione scelta dalle parti del contratto.

Invitare la controparte a una negoziazione assistita equivale ad accettare la giurisdizione del giudice italiano?
No. La negoziazione assistita è uno strumento per la risoluzione stragiudiziale delle controversie, finalizzato a evitare il processo. Secondo la Corte, il suo esperimento non può essere interpretato come un’accettazione tacita della giurisdizione italiana, specialmente in presenza di una valida clausola che designa un foro straniero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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