LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Clausola di arrotondamento: Cassazione sulla nullità

Una società contesta la validità di un contratto di leasing a causa di una clausola di arrotondamento che, di fatto, aumentava il tasso di interesse. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 35110/2024, ha stabilito che la mera calcolabilità matematica di un tasso non è sufficiente a garantirne la trasparenza. Se una clausola, come quella di arrotondamento, nasconde un aggravio di costi per il cliente, può determinare l’opacità dell’operazione e la nullità parziale del contratto. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questi principi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Clausola di Arrotondamento: Nullità per Mancanza di Trasparenza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di contratti bancari e finanziari: la trasparenza non è solo una questione formale, ma un requisito sostanziale che deve garantire al cliente la piena comprensione dei costi e dei rischi. Al centro della controversia vi era una clausola di arrotondamento inserita in un contratto di leasing, che secondo i giudici ha reso l’operazione economicamente opaca, giustificandone la nullità.

I Fatti del Caso: Il Contratto di Leasing e le Contestazioni

Una società aveva stipulato un contratto di leasing finanziario con un istituto bancario per un immobile. Successivamente, la società ha citato in giudizio la banca, sostenendo la nullità parziale del contratto per diverse ragioni. Le principali contestazioni riguardavano:
1. Difformità del Tasso Leasing: Il tasso indicato nel contratto era diverso da quello che avrebbe dovuto essere applicato secondo le direttive della Banca d’Italia.
2. Indeterminatezza del Tasso Variabile: Il contratto prevedeva una clausola di arrotondamento che, in caso di indicizzazione, aumentava il tasso di 0,375 punti percentuali. Secondo la società, questa clausola rendeva il tasso indeterminato e rappresentava un costo occulto.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva respinto le domande, la Corte d’Appello le aveva accolte solo in minima parte, ritenendo la clausola “chiara” e il tasso, seppur complesso, comunque determinabile attraverso calcoli matematici.

L’Analisi della Corte sulla Clausola di Arrotondamento

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione di merito, accogliendo i motivi di ricorso relativi alla trasparenza del contratto. I giudici supremi hanno sottolineato che la valutazione della validità di una clausola non può fermarsi alla sua mera leggibilità o alla possibilità teorica di calcolare il tasso effettivo. È necessario un esame più approfondito sulla sua funzione economica e sulla sua capacità di rendere il cliente consapevole del costo totale del credito.

La Corte ha specificato che la trasparenza ha un valore economico e mira a riequilibrare il rapporto tra le parti. Un contratto è veramente trasparente solo se permette di “intuire o prevedere il livello di rischio o di spesa”.

Opacità Economica vs. Calcolabilità Matematica

Il punto cruciale della decisione è la distinzione tra la semplice calcolabilità di un tasso e la trasparenza economica. La Corte d’Appello si era limitata a osservare che, essendo possibili i calcoli matematici per arrivare al tasso effettivo, non vi era opacità. La Cassazione ha corretto questa impostazione, affermando che la difficoltà del calcolo e la necessità di una perizia per determinare il costo reale sono indici di una potenziale opacità.

La clausola di arrotondamento, in particolare, è stata giudicata ingannevole. Benché denominata “arrotondamento”, la sua funzione non era quella di semplificare i calcoli decimali, ma di introdurre un aggravio di costi non giustificato e non immediatamente percepibile per l’utilizzatore. Questo meccanismo, secondo la Corte, può portare a un prezzo dell’operazione “sostanzialmente inespresso e indeterminato” e non corrispondente a quello su cui si è formata la volontà del cliente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando la propria giurisprudenza consolidata sul tema della trasparenza bancaria (in particolare, la sentenza n. 12889/2021). Ha affermato che la motivazione della Corte d’Appello era insufficiente e non conforme ai principi di diritto. Non basta affermare genericamente che un tasso è ricavabile dalle clausole contrattuali; il giudice di merito deve verificare concretamente se i meccanismi di calcolo sono oggettivamente individuabili, funzionali alla determinazione del tasso e, soprattutto, non determinati unilateralmente dalla banca in modo da nascondere costi aggiuntivi. La clausola, definita “poco aderente alla funzione” dalla stessa Corte d’Appello, avrebbe dovuto essere esaminata più criticamente come potenziale fonte di squilibrio contrattuale e opacità.

Conclusioni: L’Impatto della Sentenza sui Contratti Bancari

Questa ordinanza rafforza la tutela del consumatore e dell’impresa nei rapporti con gli istituti di credito. Stabilisce che la trasparenza è un principio cardine che va oltre la forma. Le banche e le società finanziarie devono redigere contratti le cui condizioni economiche siano non solo determinate o determinabili, ma anche facilmente comprensibili. Clausole ambigue o che utilizzano una terminologia impropria per mascherare costi (come una clausola di arrotondamento che in realtà è un aumento del tasso) sono a forte rischio di nullità. Per i clienti, questa sentenza rappresenta un importante strumento per contestare condizioni contrattuali poco chiare che comportano un ingiustificato aumento dei costi del finanziamento.

Quando una clausola di arrotondamento in un contratto di leasing può essere dichiarata nulla?
Una clausola di arrotondamento può essere dichiarata nulla quando, invece di semplificare un calcolo, si traduce in un sostanziale e ingiustificato aggravio di costi per il cliente. Se la clausola rende il costo complessivo dell’operazione poco chiaro o “opaco”, viola il principio di trasparenza e può essere considerata nulla.

È sufficiente che un tasso di interesse sia matematicamente calcolabile per essere considerato valido e trasparente?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mera possibilità di calcolare il tasso attraverso complessi calcoli matematici non è sufficiente a garantire la trasparenza. Se il meccanismo di calcolo è complesso e non consente al cliente di comprendere facilmente il costo effettivo e il rischio dell’operazione, il contratto può essere considerato economicamente opaco e quindi invalido.

Cosa si intende per “trasparenza economica” in un contratto bancario?
Per trasparenza economica si intende un requisito che va oltre la semplice chiarezza formale del testo. Implica che il contratto debba essere strutturato in modo da permettere al cliente di comprendere in modo intuitivo e diretto il livello di spesa e di rischio che sta assumendo. Un contratto è trasparente solo se le sue clausole hanno una giustificazione economica comprensibile e non nascondono costi occulti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati