LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Clausola compromissoria: valida anche senza firma?

Una società fornitrice di gas ha impugnato un lodo arbitrale che la condannava a pagare una cospicua somma a una società energetica. L’impugnazione si basava principalmente sulla presunta invalidità della clausola compromissoria, non firmata dalla società energetica. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che il requisito della forma scritta può essere soddisfatto anche tramite comportamenti concludenti che manifestino in modo inequivocabile la volontà di accettare la clausola, come l’avvio della procedura arbitrale. La Corte ha inoltre rigettato le censure relative alla violazione dell’ordine pubblico.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Clausola Compromissoria: È Valida Anche con una Sola Firma? La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto commerciale e processuale: la validità della clausola compromissoria quando il documento che la contiene è sottoscritto da una sola delle parti. Questa decisione offre importanti spunti sulla formazione del vincolo contrattuale in materia di arbitrato, valorizzando la manifestazione di volontà anche attraverso comportamenti concludenti.

I fatti di causa: una controversia su forniture di gas

La vicenda trae origine da una controversia tra una società fornitrice di gas e una grande società energetica, relativa a due contratti di somministrazione stipulati nel 2006 e 2007. A seguito di un lodo arbitrale che condannava la società fornitrice al pagamento di oltre 300.000 euro, quest’ultima impugnava la decisione davanti alla Corte d’Appello, la quale però respingeva l’impugnazione. La società fornitrice decideva quindi di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni giuridiche.

Il cuore del problema: la validità della clausola compromissoria

Il motivo principale del ricorso riguardava la validità della clausola compromissoria contenuta nel contratto del 2007. La società ricorrente sosteneva che la clausola fosse nulla per difetto di forma scritta ad substantiam, in quanto il contratto prodotto in giudizio era stato firmato solo da lei e non dalla controparte, la società energetica. Secondo la sua tesi, la successiva accettazione, manifestata a distanza di quasi dieci anni con la notifica dell’atto di nomina dell’arbitro, era tardiva e quindi inefficace a perfezionare l’accordo sulla clausola.

Le altre censure: ordine pubblico e vizio di motivazione

Oltre alla questione sulla forma della clausola, la ricorrente lamentava altri vizi del lodo arbitrale, tra cui:

* Violazione dell’ordine pubblico: Si sosteneva che le norme sulla prescrizione e sulla ripartizione dell’onere della prova (art. 2697 c.c.) dovessero essere considerate di ordine pubblico e che il lodo, violandole, fosse nullo.
* Omessa pronuncia e carenza di motivazione: Si denunciava che il collegio arbitrale non si fosse pronunciato su specifiche eccezioni relative alla duplicazione di fatture e alla mancanza di dati per il calcolo degli interessi.
* Incostituzionalità: Veniva sollevata nuovamente la questione di legittimità costituzionale delle norme che limitano l’impugnazione del lodo per violazione delle regole di diritto.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi di ricorso, fornendo importanti chiarimenti.

Sul punto centrale, quello della clausola compromissoria, la Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato (richiamando Cass. 10436/2014) secondo cui il requisito della forma scritta può essere soddisfatto non solo con la sottoscrizione di un unico documento, ma anche attraverso lo scambio di comunicazioni o con comportamenti che dimostrino in modo inequivocabile la volontà di aderire alla convenzione arbitrale. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che l’attivazione del procedimento arbitrale da parte della società energetica costituisse una chiara e inequivocabile manifestazione della volontà di avvalersi della clausola, anche in assenza della sua firma sul documento contrattuale. L’eccezione di tardività dell’accettazione è stata inoltre ritenuta inammissibile perché sollevata per la prima volta in Cassazione.

Per quanto riguarda la presunta violazione dell’ordine pubblico, la Corte ha confermato che le norme sulla prescrizione tutelano un interesse prevalentemente privato e non possono essere considerate di ordine pubblico. Lo stesso vale per le norme sulla ripartizione dell’onere della prova, la cui violazione non integra di per sé una lesione dei principi fondamentali dell’ordinamento.

Infine, sono stati respinti i motivi relativi ai vizi di motivazione, poiché le eccezioni erano state sollevate tardivamente nel giudizio arbitrale o erano comunque irrilevanti ai fini della decisione. La questione di costituzionalità è stata dichiarata manifestamente infondata, richiamando una precedente pronuncia della Corte Costituzionale (n. 13/2018).

Conclusioni: le implicazioni della sentenza

Questa ordinanza consolida un’interpretazione flessibile ma rigorosa del requisito della forma scritta per la clausola compromissoria. La decisione sottolinea che la sostanza prevale sulla forma: ciò che conta è l’esistenza di un incontro di volontà documentato per iscritto, anche se non formalizzato in un unico atto contestualmente sottoscritto. Le imprese devono quindi essere consapevoli che la trasmissione di un contratto firmato e il successivo comportamento della controparte (come l’inizio di un arbitrato basato su quel contratto) possono perfezionare validamente l’accordo arbitrale, rendendolo vincolante. La sentenza riafferma inoltre la natura eccezionale del controllo giurisdizionale sui lodi arbitrali per violazione dell’ordine pubblico, confermando l’ampia autonomia concessa alle parti e agli arbitri nella gestione delle controversie.

Una clausola compromissoria è valida se non è firmata da una delle parti?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il requisito della forma scritta può essere soddisfatto anche se una parte non firma il documento, a condizione che la sua volontà di accettare la clausola sia manifestata in modo inequivocabile per iscritto, ad esempio attraverso l’attivazione del procedimento arbitrale.

Le norme sulla prescrizione sono considerate di ordine pubblico nell’ambito dell’arbitrato?
No, la Corte ha stabilito che le norme sulla prescrizione non sono considerate di ordine pubblico, in quanto tutelano finalità legate a un interesse sostanzialmente privato e non a principi fondamentali dell’ordinamento.

Come può essere perfezionata una clausola compromissoria se l’accettazione non è immediata?
L’accettazione può avvenire anche a distanza di tempo, purché la parte che aveva originariamente proposto la clausola non abbia revocato la sua proposta. L’attivazione del procedimento arbitrale da parte di chi non aveva firmato è considerata una valida manifestazione di volontà di aderire alla convenzione arbitrale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati