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Clausola compromissoria: quando è valida?

Una società cooperativa ha citato in giudizio il suo ex presidente per la presunta appropriazione di una somma di denaro ricevuta da un ente pubblico. L’ex presidente ha eccepito la competenza del tribunale, sostenendo che la controversia dovesse essere decisa da arbitri in base a una clausola compromissoria presente nello statuto. La Corte di Cassazione ha confermato la competenza arbitrale, stabilendo che l’azione di responsabilità contro un amministratore riguarda diritti disponibili, anche se i fondi in questione sono di origine pubblica. La natura risarcitoria della pretesa e il fatto che il credito fosse stato ceduto in precedenza dimostrano la sua disponibilità, rendendo valida ed efficace la clausola compromissoria.

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Clausola Compromissoria e Fondi Pubblici: la Cassazione fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per il diritto societario e processuale: l’efficacia di una clausola compromissoria statutaria quando la controversia riguarda la gestione di fondi di provenienza pubblica. La decisione chiarisce la natura dei diritti coinvolti in un’azione di responsabilità contro un amministratore, confermando che si tratta di diritti disponibili e, pertanto, deferibili ad arbitri.

Il Caso: Azione di Responsabilità e la Clausola Compromissoria Statutaria

Una società cooperativa conveniva in giudizio il suo ex Presidente dinanzi al Tribunale delle Imprese. L’accusa era di aver trattenuto una cospicua somma, ricevuta da una Regione a titolo di finanziamento pubblico, invece di versarla alla società cessionaria del credito, causando un grave danno patrimoniale alla cooperativa.

L’ex amministratore, costituendosi in giudizio, sollevava un’eccezione preliminare di incompetenza del giudice ordinario. Sosteneva che, in base a una specifica clausola compromissoria contenuta nello statuto sociale (clausola n. 43), la controversia doveva essere risolta da un collegio arbitrale. Il Tribunale adito accoglieva l’eccezione, dichiarando la propria incompetenza.

La società cooperativa proponeva quindi regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando che il Tribunale avesse errato nel considerare la controversia arbitrabile. Secondo la ricorrente, la natura pubblica delle somme oggetto di contenzioso rendeva il diritto in questione ‘indisponibile’ e, di conseguenza, la clausola compromissoria inefficace.

La Decisione della Corte sulla Clausola Compromissoria e i Diritti Disponibili

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale di Bari e dichiarando la competenza del collegio arbitrale.

I giudici di legittimità hanno stabilito che, nonostante la provenienza pubblica dei fondi, il diritto azionato dalla cooperativa ha natura puramente risarcitoria e patrimoniale. Si tratta di una tipica azione di responsabilità per mala gestio contro un amministratore, finalizzata a reintegrare il patrimonio sociale danneggiato dalla sua condotta. Questo tipo di diritto rientra pacificamente nella categoria dei ‘diritti disponibili’.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su due considerazioni fondamentali:

1. Natura dell’Azione Legale: L’azione promossa dalla cooperativa è un’azione di responsabilità ex art. 2392 c.c. Il suo obiettivo è ottenere il risarcimento del danno causato al patrimonio sociale dalla condotta dell’ex amministratore. La provenienza delle somme (contributo pubblico) è un elemento di fatto che rileva solo indirettamente, ma non modifica la natura privata e patrimoniale del diritto al risarcimento vantato dalla società. Il vero oggetto del contendere non è la gestione del fondo pubblico in sé, ma il danno subito dalla cooperativa.

2. Disponibilità del Credito: La Corte ha evidenziato un elemento decisivo: la stessa cooperativa aveva in precedenza ceduto a un’altra società (una SGR) il credito vantato nei confronti della Regione. Questo atto di cessione è la prova lampante della ‘disponibilità’ del diritto, poiché la società ne ha liberamente disposto trasferendolo a terzi. Se un diritto può essere ceduto, non può essere considerato indisponibile. Di conseguenza, le controversie ad esso relative possono essere legittimamente devolute ad arbitri tramite una clausola compromissoria.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: per determinare se una controversia sia arbitrabile, occorre guardare alla natura del diritto dedotto in giudizio, non all’origine delle somme coinvolte. Un’azione di responsabilità contro un amministratore per danni al patrimonio sociale riguarda sempre diritti disponibili, anche quando la cattiva gestione ha interessato fondi pubblici. La validità della clausola compromissoria statutaria, in questi casi, è pienamente confermata, orientando le parti verso la risoluzione stragiudiziale delle liti societarie.

Un’azione di responsabilità contro un amministratore di società può essere decisa da arbitri?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che l’azione di responsabilità per mala gestio riguarda un diritto al risarcimento del danno al patrimonio sociale. Tale diritto è di natura patrimoniale e, quindi, ‘disponibile’, il che significa che può essere validamente deferito a un collegio arbitrale se previsto da una clausola compromissoria nello statuto.

La provenienza pubblica dei fondi oggetto della controversia rende il diritto indisponibile e la clausola compromissoria inefficace?
No. Secondo la Corte, la provenienza pubblica delle somme è un elemento che rileva solo indirettamente. L’oggetto del giudizio è il preteso danno arrecato al patrimonio della società, che è un diritto privato e disponibile. Pertanto, la natura pubblica dei fondi non è sufficiente a rendere la controversia non arbitrabile.

In base a cosa la Corte ha stabilito con certezza che il diritto fosse ‘disponibile’?
La Corte ha individuato un fatto decisivo: la stessa società cooperativa aveva in precedenza ceduto il credito, derivante dal contributo pubblico, a una terza società. Questo atto di cessione è una chiara manifestazione della facoltà di disporre del diritto, confermandone in modo inequivocabile la natura ‘disponibile’ e, di conseguenza, la piena validità della clausola compromissoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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