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Classificazione strada extraurbana e multa autovelox

Un automobilista ha impugnato una multa per eccesso di velocità, sostenendo che la classificazione strada extraurbana secondaria, che legittimava l’uso dell’autovelox, fosse errata a causa dell’inadeguatezza della banchina. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. È stato chiarito che la dimensione della banchina non è un requisito legalmente predeterminato per le strade preesistenti e che l’accertamento di fatto del giudice non è sindacabile in sede di legittimità, confermando così la validità della sanzione.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Classificazione Strada Extraurbana: Quando la Multa con Autovelox è Valida?

L’installazione di autovelox fissi è una questione che interessa molti automobilisti. La loro legittimità dipende strettamente dalla tipologia di strada su cui sono posizionati. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale: i requisiti per la classificazione strada extraurbana secondaria, in particolare riguardo alle caratteristiche della banchina. Questo provvedimento chiarisce che la mancanza di una larghezza minima della banchina non invalida automaticamente la multa, specialmente per strade non di nuova costruzione.

I Fatti del Caso: La Multa e l’Opposizione

Un automobilista veniva sanzionato per eccesso di velocità, rilevato da un dispositivo fisso. La violazione avveniva su una strada dove il limite era di 50 km/h, mentre il veicolo procedeva a 74 km/h. L’automobilista decideva di opporsi alla sanzione, sostenendo che la strada non possedesse i requisiti per essere classificata come ‘extraurbana secondaria’, condizione necessaria per l’installazione di autovelox fissi. Il punto centrale della sua difesa era l’asserita inesistenza o inadeguatezza della banchina laterale, che a suo dire non era in grado di svolgere le funzioni di sicurezza richieste, come il passaggio di pedoni o la sosta di emergenza.

La sua opposizione veniva respinta sia dal Giudice di Pace sia in appello dal Tribunale. I giudici di merito ritenevano che la strada avesse tutti i requisiti per la classificazione contestata e che le dimensioni della banchina fossero irrilevanti, non esistendo una norma che ne imponesse una larghezza minima per le strade già esistenti. L’automobilista, non soddisfatto, proponeva ricorso in Cassazione.

L’Analisi della Corte e la classificazione strada extraurbana

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, focalizzandosi sulla questione della classificazione strada extraurbana e sul ruolo della banchina. Il ricorrente insisteva sul fatto che una banchina troppo stretta o inesistente non permette di qualificare la strada come extraurbana secondaria, rendendo illegittimo l’uso dell’autovelox.

La Corte ha respinto questa tesi, aderendo all’orientamento già consolidato secondo cui la normativa che impone dimensioni minime per carreggiate e banchine (D.M. 5.11.2001) si applica solo alle strade di nuova costruzione e non a quelle preesistenti. Per queste ultime, la valutazione delle caratteristiche strutturali è un accertamento di fatto che spetta al giudice di merito. In questo caso, il Tribunale aveva correttamente ritenuto sufficiente la presenza di una banchina, basando la sua decisione anche su precedenti giudiziari relativi alla medesima strada, e aveva confermato l’esistenza di un decreto prefettizio che ne attestava la classificazione.

La Questione dell’Onere della Prova e la Visibilità della Segnaletica

Un altro motivo di ricorso riguardava l’onere della prova. Secondo l’automobilista, spettava all’Amministrazione comunale dimostrare concretamente la sussistenza delle caratteristiche della strada. La Cassazione ha dichiarato questo motivo inammissibile, spiegando che le censure sulla mancata ammissione di prove attengono alla motivazione e, in questo caso, era precluso un riesame a causa della regola della ‘doppia conforme’ (entrambe le sentenze di primo e secondo grado avevano deciso nello stesso modo sui fatti).

Infine, è stata rigettata anche la censura sulla presunta irregolare collocazione della segnaletica di preavviso dell’autovelox. La Corte ha sottolineato la mancanza di specificità del motivo di ricorso, in quanto l’automobilista non aveva adeguatamente riprodotto le doglianze sollevate nei gradi precedenti, impedendo alla Corte di valutarne la fondatezza.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso basandosi su principi consolidati. In primo luogo, ha ribadito che la valutazione sulla sufficienza delle caratteristiche di una strada, inclusa la banchina, per la sua classificazione come extraurbana secondaria è un accertamento di fatto riservato al giudice di merito e non può essere riesaminato in sede di legittimità, se non per vizi logici o giuridici che nel caso di specie non sono stati riscontrati. La decisione del Tribunale era fondata su elementi concreti, come un decreto prefettizio e precedenti sentenze, e la motivazione è stata ritenuta sufficiente. In secondo luogo, i motivi di ricorso relativi all’onere della prova e alla segnaletica sono stati giudicati inammissibili per ragioni procedurali: il primo per il divieto di riesame del fatto in presenza di una ‘doppia conforme’, il secondo per difetto di specificità.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un principio importante: per le strade non di nuova costruzione, non è richiesta una larghezza minima della banchina per la classificazione strada extraurbana secondaria. La valutazione sulla sua idoneità è rimessa al giudice di merito e, se supportata da una motivazione adeguata, non è contestabile in Cassazione. Questa decisione sottolinea l’importanza di un decreto prefettizio che classifichi la strada e consolida la legittimità delle sanzioni elevate tramite autovelox su tali arterie, a condizione che i requisiti generali siano rispettati. Per gli automobilisti, ciò significa che contestare una multa basandosi unicamente sulle dimensioni della banchina di una strada datata è una strategia legale con scarse probabilità di successo.

La dimensione della banchina è decisiva per la classificazione di una strada come extraurbana secondaria ai fini dell’installazione di un autovelox?
No. Secondo la sentenza, per le strade non di nuova costruzione non esiste una norma che imponga una larghezza minima per la banchina. La sua esistenza e adeguatezza sono oggetto di un accertamento di fatto da parte del giudice di merito, che può ritenerla sufficiente anche se di dimensioni ridotte.

In un giudizio di opposizione a una multa per eccesso di velocità, chi deve provare le caratteristiche della strada?
Sebbene spetti all’amministrazione convenuta provare i fatti costitutivi della violazione, la sentenza chiarisce che la valutazione delle prove è compito del giudice di merito. Se il giudice ritiene provata la classificazione della strada (ad esempio sulla base di un decreto prefettizio), il suo accertamento non è sindacabile in Cassazione se non per vizi procedurali specifici.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti compiuta dai giudici di primo e secondo grado?
No, di regola non è possibile. Il ricorso in Cassazione serve a verificare la corretta applicazione della legge, non a riesaminare i fatti. Tale possibilità è ulteriormente limitata dal principio della ‘doppia conforme’: se la sentenza d’appello conferma quella di primo grado basandosi sulle stesse ragioni di fatto, il ricorso in Cassazione per omesso esame di un fatto decisivo è inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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