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Circolazione contro volontà: la prova a carico del proprietario

La Corte di Cassazione ha stabilito che il proprietario di un veicolo è responsabile per le infrazioni commesse da terzi, inclusa la confisca del mezzo, se non dimostra di aver adottato misure concrete per impedire la circolazione. La semplice affermazione che l’uso sia avvenuto contro la propria volontà non è sufficiente. In questo caso, la facile accessibilità delle chiavi del motociclo ha reso il proprietario corresponsabile, rendendo il suo ricorso inammissibile. La sentenza chiarisce l’onere della prova per la circolazione contro volontà del proprietario.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Circolazione Contro Volontà del Proprietario: Quando si è Davvero Estranei all’Infrazione?

La questione della responsabilità del proprietario per le infrazioni stradali commesse da terzi alla guida del proprio veicolo è un tema ricorrente e delicato. Molti credono che sia sufficiente dichiarare di non aver dato il consenso alla guida per essere esonerati da ogni conseguenza. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini della circolazione contro volontà del proprietario, sottolineando come la prova per liberarsi dalla responsabilità sia molto più rigorosa di quanto si pensi.

I Fatti del Caso: Il Motociclo Guidato da un Terzo Senza Patente

Il proprietario di un motociclo si è visto notificare un verbale di contestazione per violazione dell’articolo 116 del Codice della Strada. Un’altra persona era stata sorpresa a guidare il suo veicolo senza aver mai conseguito la patente. Le sanzioni applicate erano state una multa pecuniaria e, soprattutto, il sequestro amministrativo del motociclo finalizzato alla confisca.

L’Opposizione del Proprietario e le Decisioni dei Giudici di Merito

Il proprietario ha impugnato il verbale, sostenendo di essere estraneo alla violazione. A suo dire, la circolazione del veicolo era avvenuta prohibente domino, ovvero contro la sua volontà. Pertanto, non avrebbe dovuto subire le conseguenze sanzionatorie, in particolare la pesante misura della confisca.

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale, in sede di appello, hanno respinto la sua tesi. I giudici hanno evidenziato una negligenza da parte del proprietario: le chiavi del motociclo erano state lasciate in un luogo facilmente accessibile e il veicolo era privo di dispositivi di blocco aggiuntivi. Questa circostanza ha permesso al terzo di prelevare e utilizzare il mezzo con facilità. Secondo i tribunali, il proprietario non aveva adottato cautele adeguate per impedire concretamente la circolazione del veicolo, rendendo la sua condotta colposa.

La prova della circolazione contro volontà del proprietario nella visione della Cassazione

Il caso è approdato in Corte di Cassazione. Il ricorrente ha insistito sulla propria estraneità ai fatti, sostenendo che la circolazione fosse avvenuta contro la sua volontà e che la sanzione accessoria della confisca fosse illegittima nei suoi confronti.

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio consolidato nella sua giurisprudenza. Per escludere la responsabilità solidale del proprietario, non è sufficiente provare una semplice mancanza di consenso. È necessario dimostrare che la circolazione è avvenuta contro una volontà espressa attraverso un comportamento concretamente ostativo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che, per integrare l’ipotesi della circolazione contro volontà del proprietario, quest’ultimo deve aver posto in essere tutte le cautele e le misure idonee a impedire l’uso del veicolo da parte di terzi. Nel caso di specie, la condotta del proprietario è stata giudicata negligente. Lasciare le chiavi in un luogo dove potevano essere agevolmente prese non costituisce un comportamento finalizzato a prevenire la circolazione.

L’orientamento della giurisprudenza è costante: la responsabilità del proprietario viene meno solo se la circolazione è avvenuta non solo senza il suo assenso, ma addirittura contro un divieto esplicito e con l’adozione di misure concrete (come custodire le chiavi in un luogo sicuro, attivare sistemi di allarme, ecc.). La sua responsabilità si fonda su una presunzione di culpa in custodiendo, ovvero una colpa nella custodia del bene, che può essere superata solo con una prova rigorosa.

Di conseguenza, anche la sanzione accessoria della confisca è stata ritenuta legittima. Non potendo essere considerato ‘persona estranea’ all’illecito a causa della sua negligenza, il proprietario subisce tutte le conseguenze previste dalla legge, incluse quelle a carico del veicolo.

Le Conclusioni: Responsabilità del Proprietario e Onere della Prova

Questa ordinanza conferma che la responsabilità del proprietario di un veicolo è ampia e non può essere elusa con leggerezza. Chi possiede un veicolo ha un dovere di custodia attiva, che impone l’adozione di precauzioni ragionevoli per evitare che altri possano utilizzarlo illecitamente. Per dimostrare che la circolazione è avvenuta contro la propria volontà, non basta negare il consenso, ma occorre provare di aver fatto tutto il possibile per impedirla. In assenza di tale prova, il proprietario risponde in solido con il conducente per le sanzioni pecuniarie e subisce anche le sanzioni accessorie, come il sequestro e la confisca del mezzo.

Quando il proprietario di un veicolo è responsabile per le multe prese da un’altra persona?
Il proprietario è sempre responsabile in solido con il conducente per le sanzioni pecuniarie, a meno che non provi che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà, dimostrando di aver adottato tutte le cautele necessarie per impedirla.

Cosa significa esattamente ‘circolazione contro la volontà del proprietario’ e come si dimostra?
Significa che il veicolo è stato utilizzato non solo senza il consenso del proprietario, ma contro un suo divieto esplicito e nonostante egli abbia adottato misure concrete ed idonee per impedirne l’uso (es. custodire le chiavi in luogo non accessibile, usare dispositivi di blocco). La semplice affermazione di non essere consenziente non è sufficiente.

Se un’altra persona commette un’infrazione con il mio veicolo, posso subire la confisca del mezzo?
Sì. Secondo la sentenza, se il proprietario non riesce a dimostrare di essere una ‘persona estranea’ all’illecito (cioè non prova la circolazione contro la sua volontà), è soggetto anche alle sanzioni accessorie come il sequestro e la confisca del veicolo, in quanto la sua negligenza nella custodia del mezzo contribuisce alla commissione della violazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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