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Cessione gratuita prefabbricati: la decisione chiave

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5401/2024, ha accolto il ricorso degli assegnatari di alloggi prefabbricati costruiti dopo il terremoto del 1980. Inizialmente, la Corte d’Appello aveva negato la cessione gratuita dei prefabbricati perché acquistati dal Comune e non direttamente costruiti dallo Stato. Tuttavia, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima tale distinzione, la Cassazione ha annullato la decisione d’appello, rinviando il caso per un nuovo esame. La sentenza stabilisce che non vi può essere disparità di trattamento tra assegnatari a seconda dell’ente che ha materialmente gestito l’acquisizione degli alloggi.

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Cessione Gratuita Prefabbricati: La Cassazione Fa Chiarezza Post-Consulta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 5401 del 29 febbraio 2024, ha scritto un capitolo fondamentale in materia di cessione gratuita prefabbricati destinati all’emergenza abitativa seguita al terremoto dell’Irpinia del 1980. La decisione, che giunge a valle di un importante intervento della Corte Costituzionale, estende il diritto alla proprietà gratuita degli alloggi anche a coloro che li hanno ricevuti da Comuni che li avevano acquistati con fondi statali, sanando una lunga e irragionevole disparità di trattamento.

I Fatti di Causa: Una Battaglia Lunga Decenni

La vicenda ha origine nel 2001, quando dodici occupanti di alloggi prefabbricati, assegnati loro dal Comune di Pescopagano a seguito del sisma del 1980, citarono in giudizio l’ente locale. La loro richiesta era chiara: ottenere una pronuncia che trasferisse loro, a titolo gratuito, la proprietà degli immobili, in virtù dell’articolo 21-bis del decreto-legge n. 244/1995. Questo articolo prevedeva, appunto, la cessione gratuita degli alloggi costruiti dallo Stato per fronteggiare l’emergenza.

Il Tribunale di primo grado accolse la domanda, ma la Corte d’Appello ribaltò la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, la norma non era applicabile al caso di specie per due ragioni principali:
1. Gli alloggi non erano stati costruiti dallo Stato (come previsto testualmente dalla norma), ma acquistati dal Comune, sebbene con fondi statali.
2. La legge individuava nell’Amministrazione finanziaria dello Stato, e non nel Comune, il soggetto tenuto a stipulare gli atti di trasferimento.

Di fronte a questo rigetto, gli assegnatari hanno proposto ricorso in Cassazione.

Il Ruolo Decisivo della Corte Costituzionale nella Cessione Gratuita Prefabbricati

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ravvisato un dubbio di legittimità costituzionale nella norma così come interpretata dalla Corte d’Appello. La distinzione tra alloggi costruiti dallo Stato e alloggi acquistati dai Comuni con fondi statali appariva irragionevole e contraria all’articolo 3 della Costituzione, che sancisce il principio di uguaglianza. Perché trattare diversamente cittadini colpiti dalla stessa calamità e destinatari di soluzioni abitative emergenziali identiche, solo sulla base di una diversa modalità di approvvigionamento degli immobili da parte della pubblica amministrazione?

Con la sentenza n. 189 del 2023, la Corte Costituzionale ha accolto il dubbio, dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’art. 21-bis, comma 1, del d.l. n. 244/1995, nella parte in cui non prevedeva la cessione gratuita in proprietà anche per gli alloggi prefabbricati costruiti o acquistati dai comuni delle Regioni Campania e Basilicata, concessionari del Commissario straordinario per il terremoto.

La Consulta ha sottolineato che la finalità della norma era garantire stabilità abitativa alle famiglie colpite dal sisma, e tale finalità non poteva essere limitata da un criterio formale come l’ente che aveva materialmente gestito la costruzione o l’acquisto.

Le Motivazioni della Cassazione

Alla luce della pronuncia della Corte Costituzionale, il quadro normativo è radicalmente cambiato. La Corte di Cassazione, riprendendo il giudizio, non ha potuto che prenderne atto. Le motivazioni su cui si fondava la sentenza della Corte d’Appello erano state private di ogni fondamento giuridico.

Gli Ermellini hanno quindi cassato la sentenza impugnata, affermando che la distinzione operata in precedenza era illegittima. La ratio della legge sulla cessione gratuita era quella di dare una risposta a un bisogno abitativo emergenziale, e questa esigenza era identica per tutti gli assegnatari, indipendentemente dalle procedure amministrative seguite per fornire gli alloggi. La decisione ha inoltre chiarito che la legittimazione passiva spetta all’ente proprietario dell’immobile al momento della domanda, ovvero il Comune, e non allo Stato, superando così il secondo motivo di rigetto della Corte d’Appello.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione ha accolto il secondo e il terzo motivo del ricorso, annullando la sentenza d’appello e rinviando la causa alla Corte d’Appello di Potenza, in diversa composizione, per un nuovo esame della vicenda. Questo nuovo giudizio dovrà necessariamente attenersi al principio di diritto stabilito dalla Corte Costituzionale e ribadito dalla Cassazione.

In pratica, la sentenza spiana la strada al riconoscimento del diritto alla proprietà gratuita per gli assegnatari. Questa decisione rappresenta una vittoria significativa per il principio di uguaglianza e di ragionevolezza, assicurando che i cittadini in situazioni identiche ricevano un trattamento identico dalla legge, senza essere penalizzati da formalismi burocratici. Si chiude così, con un esito di giustizia sostanziale, una vicenda legale durata oltre vent’anni.

Perché inizialmente era stata negata la cessione gratuita degli alloggi agli occupanti?
La Corte d’Appello aveva negato la cessione gratuita perché la legge di riferimento (art. 21 bis del d.l. 244/1995) menzionava esplicitamente solo i prefabbricati “costruiti dallo Stato”, mentre nel caso specifico gli alloggi erano stati “acquistati dal Comune” con fondi statali, interpretando la norma in senso restrittivo.

Qual è stato il ruolo della Corte Costituzionale in questa vicenda?
La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma nella parte in cui non includeva anche gli alloggi acquistati dai Comuni. Ha stabilito che tale esclusione creava una disparità di trattamento irragionevole e ingiustificata tra cittadini che si trovavano nella stessa condizione di necessità abitativa a seguito del terremoto.

Qual è la decisione finale della Corte di Cassazione e quali sono le sue conseguenze?
La Corte di Cassazione, recependo la sentenza della Corte Costituzionale, ha annullato la decisione della Corte d’Appello e ha rinviato il caso a quest’ultima per un nuovo giudizio. La conseguenza è che il diritto alla cessione gratuita dei prefabbricati dovrà essere riconosciuto anche a questi assegnatari, poiché la distinzione tra alloggi “costruiti” e “acquistati” non è più giuridicamente valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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