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Cessione del credito: sì all’azione diretta ex art. 149

Una società di noleggio, cessionaria del credito per risarcimento danni da sinistro stradale, agiva con azione diretta ex art. 149 Codice Assicurazioni. Sebbene il ricorso sia stato dichiarato inammissibile per un vizio procedurale, la Cassazione ha enunciato il principio di diritto secondo cui la cessione del credito per risarcimento danni stradali legittima il cessionario ad utilizzare tale azione. La Corte ha stabilito che l’azione non ha carattere personale e si trasferisce insieme al credito.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cessione del credito: via libera all’azione diretta per il risarcimento danni

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha affrontato un’importante questione relativa alla Cessione del credito risarcimento danni da sinistro stradale. Anche se il ricorso è stato dichiarato inammissibile per ragioni procedurali, i giudici hanno colto l’occasione per enunciare un principio di diritto fondamentale: il soggetto che acquisisce il credito (cessionario) può legittimamente agire con l’azione diretta di cui all’art. 149 del Codice delle Assicurazioni Private nei confronti dell’assicurazione del danneggiato. Questa pronuncia chiarisce un dubbio interpretativo di grande rilevanza pratica per operatori del settore come carrozzerie e società di noleggio.

I fatti di causa: dalla richiesta di risarcimento alla Cassazione

Il caso ha origine da un sinistro stradale in cui un’autovettura di una società di noleggio, concessa in uso a un cliente, veniva danneggiata da un altro veicolo. Il cliente, danneggiato, cedeva alla società di noleggio il proprio credito risarcitorio, in particolare quello relativo ai costi per il noleggio di un’auto sostitutiva. Forte di questa cessione, la società di noleggio avviava un’azione legale, tramite la procedura di risarcimento diretto ex art. 149 d.lgs. 209/2005, contro la compagnia assicurativa del proprio veicolo e contro il conducente responsabile del sinistro. Tuttavia, la domanda veniva respinta sia in primo grado che in appello.

La Cessione del credito per risarcimento danni e l’inammissibilità del ricorso

Giunta in Cassazione, la vicenda ha avuto un esito processuale negativo per la società ricorrente. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, non per l’infondatezza della questione di diritto, ma per un vizio procedurale.

Il mancato rispetto dell’ordine di integrazione del contraddittorio

Durante il giudizio di legittimità, la Corte aveva ordinato alla società ricorrente di notificare il ricorso anche al conducente del veicolo responsabile, in qualità di litisconsorte necessario, ovvero una parte la cui presenza in giudizio è indispensabile. La società non ha adempiuto a tale ordine entro il termine perentorio di sessanta giorni.

La richiesta di rimessione in termini respinta

Per giustificare l’inadempimento, la ricorrente ha chiesto una “rimessione in termini”, sostenendo di non aver ricevuto la comunicazione dell’ordinanza a causa di un presunto malfunzionamento della propria casella di posta elettronica certificata (PEC). La Corte ha respinto l’istanza, ritenendola tardiva e non sufficientemente provata. La documentazione prodotta, infatti, non dimostrava un’impossibilità di ricezione dei messaggi, ma solo difficoltà nell’invio, e non forniva prova della durata del presunto guasto.

Il principio di diritto sulla Cessione del credito e l’azione diretta

Nonostante l’inammissibilità del ricorso, la Corte di Cassazione ha ritenuto la questione di fondo di particolare importanza e meritevole di un chiarimento, enunciando un principio di diritto “nell’interesse della legge” ai sensi dell’art. 363 c.p.c.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha stabilito che la risposta alla domanda “può il cessionario del credito agire con l’azione diretta?” è positiva. Le motivazioni si basano sui seguenti punti cardine:

1. Natura della cessione del credito: La cessione del credito, secondo le regole generali del codice civile (art. 1263 c.c.), trasferisce il diritto con tutti i suoi accessori, privilegi e garanzie, comprese le azioni legali a sua tutela.
2. Trasferibilità del credito risarcitorio: Il credito al risarcimento per danni patrimoniali da sinistro stradale non ha natura strettamente personale e, pertanto, può essere liberamente ceduto.
3. Natura dell’azione diretta: L’azione diretta ex art. 149 del Codice delle Assicurazioni è uno strumento processuale volto a velocizzare e semplificare il risarcimento per il danneggiato. Non altera la sostanza del diritto, ma solo le modalità per farlo valere. La Corte sottolinea che l’assicuratore del danneggiato, quando liquida il danno in via diretta, agisce come un mandatario per legge dell’assicuratore del responsabile.
4. Assenza di carattere personale: La finalità della norma, ovvero rafforzare la posizione dell’assicurato (soggetto debole), non implica che l’azione abbia carattere personale. Di conseguenza, non vi è alcun ostacolo a che tale azione si trasferisca insieme al credito al cessionario.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Suprema Corte ha enunciato il seguente principio di diritto: “il cessionario del credito avente ad oggetto il risarcimento di danni patrimoniali conseguenti a sinistro stradale è legittimato ad esercitare l’azione prevista dall’art. 149 del d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209 nei confronti dell’impresa di assicurazione che ha stipulato il contratto relativo al veicolo utilizzato dal soggetto danneggiato”. Questa affermazione, sebbene resa in una sentenza che ha dichiarato il ricorso inammissibile per motivi procedurali, ha un valore nomofilattico, ovvero serve a indirizzare l’interpretazione dei giudici di merito in casi futuri. Si tratta di una vittoria sostanziale per tutti gli operatori economici (come carrozzerie, società di soccorso stradale e di noleggio) che operano sulla base della cessione del credito, vedendosi ora pienamente riconosciuta la possibilità di utilizzare lo strumento più rapido del risarcimento diretto.

Il cessionario di un credito per danni da sinistro stradale può utilizzare la procedura di risarcimento diretto?
Sì. La Corte di Cassazione ha affermato che il cessionario del credito per il risarcimento di danni patrimoniali è legittimato a esercitare l’azione diretta prevista dall’art. 149 del d.lgs. 209/2005 nei confronti dell’assicurazione del veicolo del danneggiato.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile nonostante la questione di diritto fosse fondata?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per un vizio puramente procedurale: la parte ricorrente non ha rispettato l’ordine della Corte di integrare il contraddittorio, cioè di notificare il ricorso a un litisconsorte necessario (il responsabile del sinistro) entro il termine perentorio assegnato.

L’azione di risarcimento diretto prevista dall’art. 149 del Codice delle Assicurazioni è un diritto di natura strettamente personale?
No. La Corte ha chiarito che l’azione diretta non ha carattere personale. La sua finalità è quella di rafforzare la posizione del danneggiato, ma ciò non impedisce che l’azione si trasferisca al cessionario insieme al credito, in base ai principi generali sulla cessione del credito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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