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Cessione del credito e risarcimento: chi può agire?

Un automobilista, vittima di un incidente stradale, si vede negare il risarcimento dei danni materiali al proprio veicolo a causa di una cessione del credito fatta a favore della carrozzeria. La sentenza del Tribunale di Milano chiarisce che la revoca di tale cessione, per essere valida, deve rispettare precisi requisiti formali, altrimenti il danneggiato perde la titolarità del diritto ad agire in giudizio per quel danno specifico. Il risarcimento è stato invece riconosciuto per le sole lesioni fisiche.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cessione del Credito nel Risarcimento Danni: Quando il Danneggiato Perde il Diritto di Agire

Dopo un incidente stradale, la prassi di firmare una cessione del credito alla carrozzeria per evitare di anticipare i costi di riparazione è molto diffusa. Tuttavia, una recente sentenza del Tribunale di Milano ci ricorda che questo atto trasferisce non solo un diritto economico, ma la vera e propria titolarità ad agire per quel danno. Se la cessione non viene revocata correttamente, il danneggiato rischia di vedersi respingere la richiesta di risarcimento per i danni al veicolo, anche se la ragione è palesemente dalla sua parte. Analizziamo questo caso emblematico.

I Fatti del Caso: un Sorpasso Finito Male

I fatti risalgono al febbraio 2022, quando un automobilista, mentre usciva da una rotatoria, veniva sorpassato da un altro veicolo. Durante la manovra, l’auto che sorpassava urtava lateralmente quella del nostro protagonista, il quale, nel tentativo di evitare un impatto peggiore, sterzava bruscamente finendo la sua corsa contro un marciapiede, con conseguente apertura degli airbag.

L’automobilista riportava lesioni fisiche e, naturalmente, ingenti danni alla propria vettura. Avviava quindi una causa per ottenere il risarcimento sia per i danni fisici che per quelli materiali nei confronti della compagnia assicurativa del responsabile.

La Cessione del Credito alla Carrozzeria e la Controversia Legale

Qui la vicenda si complica. La compagnia assicurativa convenuta si difendeva sollevando un’eccezione decisiva: il danneggiato non aveva più il diritto di chiedere il risarcimento per i danni all’auto, perché lo aveva ceduto alla carrozzeria che si era occupata delle riparazioni. Questo trasferimento del diritto è noto come cessione del credito.

L’attore, per controbattere, depositava in giudizio un documento che, a suo dire, revocava la cessione precedentemente firmata. Tuttavia, la validità di questa revoca diventava il fulcro del dibattito legale e, in ultima analisi, della decisione del Tribunale.

La Decisione del Tribunale sulla Responsabilità e i Danni

Il Tribunale di Milano ha innanzitutto accertato la responsabilità esclusiva del conducente che aveva effettuato il sorpasso. Questa conclusione si è basata su prove schiaccianti:

1. Il modulo C.A.I. (constatazione amichevole) in cui il responsabile aveva ammesso per iscritto di avere torto.
2. Una successiva dichiarazione stragiudiziale in cui confermava la sua piena responsabilità.
3. La sua mancata presentazione in tribunale per l’interrogatorio formale, un comportamento che la legge consente al giudice di interpretare a sfavore della parte assente.

Di conseguenza, il Tribunale ha condannato i convenuti (conducente e sua assicurazione) a risarcire l’attore. Tuttavia, la condanna ha riguardato esclusivamente:

* Il danno non patrimoniale: per le lesioni fisiche subite (trauma distorsivo cervicale e contusivo lombare), quantificato in € 1.573,04.
* Il danno patrimoniale: limitato alle sole spese mediche sostenute, pari a € 370,72.

La richiesta di risarcimento per i danni materiali all’automobile è stata, invece, integralmente respinta.

Le Motivazioni: Perché la Cessione del Credito ha Bloccato il Risarcimento?

Il cuore della sentenza risiede nelle motivazioni con cui il giudice ha spiegato il rigetto della domanda per i danni al veicolo. Il Tribunale ha ritenuto la revoca della cessione del credito presentata dall’attore del tutto inefficace. Le ragioni sono tecniche ma fondamentali:

1. Natura Bilaterale del Contratto: La cessione del credito è un contratto. Come tale, anche la sua risoluzione (o revoca) richiede l’accordo di entrambe le parti: il cedente (l’automobilista) e il cessionario (la carrozzeria). Il documento prodotto in causa era stato firmato solo dal rappresentante della carrozzeria, mancando della firma e del consenso dell’automobilista. Non si trattava, quindi, di un accordo bilaterale volto a sciogliere il precedente vincolo.

2. Mancanza di Prova dei Poteri di Firma: L’attore non ha fornito alcuna prova (come una visura camerale) che la persona firmataria del documento di revoca fosse effettivamente il legale rappresentante della carrozzeria con il potere di compiere un atto del genere. In assenza di tale prova, la firma sul documento non poteva essere considerata legalmente vincolante per la società.

Per questi motivi, la cessione del credito è rimasta valida ed efficace. Di conseguenza, l’unico soggetto titolare del diritto a richiedere il pagamento dei danni materiali era la carrozzeria, non più l’automobilista. Il giudice ha precisato che non si trattava di un difetto di legitimatio ad causam (la semplice idoneità ad essere parte in un processo), ma di un difetto di titolarità del diritto, una questione di merito che porta al rigetto della domanda.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Automobilisti

Questa sentenza offre una lezione cruciale: la cessione del credito è uno strumento comodo ma da maneggiare con cura. Firmandola, si trasferisce a tutti gli effetti la proprietà del proprio diritto al risarcimento. Se si cambia idea o sorgono problemi, non è sufficiente una revoca informale. È necessario un atto giuridicamente perfetto, sottoscritto da entrambe le parti, che annulli gli effetti della cessione precedente. In caso contrario, come dimostra questa vicenda, si rischia di perdere la possibilità di agire in giudizio per tutelare i propri interessi, con la sgradevole conseguenza di non ottenere il risarcimento per i danni subiti dal proprio veicolo.

Perché il giudice ha negato il risarcimento per i danni all’auto pur riconoscendo la colpa dell’altro conducente?
Risposta: Perché il danneggiato, attraverso una cessione del credito, aveva trasferito alla carrozzeria la titolarità del diritto a ricevere quel risarcimento. L’atto presentato per revocare tale cessione è stato ritenuto inefficace dal giudice, lasciando la carrozzeria come unica legittima creditrice.

Cosa rende inefficace una revoca della cessione del credito in questo caso?
Risposta: La revoca è stata giudicata inefficace per due motivi principali: primo, era un atto unilaterale firmato solo dalla carrozzeria (cessionario) e non anche dall’automobilista (cedente), mentre sarebbe stato necessario un accordo bilaterale; secondo, non è stata fornita la prova che il firmatario per la carrozzeria avesse i poteri legali per compiere tale atto.

Che valore ha la confessione di colpa nel modulo C.A.I. (constatazione amichevole)?
Risposta: Secondo la sentenza, la confessione di colpa del conducente nel modulo C.A.I. non costituisce una prova legale piena nei confronti della compagnia assicurativa. Tuttavia, è un elemento di prova fondamentale che il giudice può liberamente apprezzare insieme ad altri indizi (come la mancata comparizione del responsabile in tribunale) per formare il proprio convincimento sulla dinamica e sulla responsabilità del sinistro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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