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Cessione Crediti in Blocco: Prova e Opposizione

Un fideiussore si è opposto a un decreto ingiuntivo, contestando la titolarità del credito in capo alla società cessionaria. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale sulla cessione crediti in blocco: la sola pubblicazione dell’avviso in Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a provare la titolarità del credito se il debitore contesta specificamente l’inclusione del proprio debito nell’operazione. La società cessionaria ha l’onere di fornire prova documentale che il singolo credito è stato effettivamente ceduto. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello e rinviato la causa per un nuovo esame.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cessione Crediti in Blocco: la Cassazione fissa i paletti sulla prova

La cessione crediti in blocco è uno strumento sempre più diffuso nel mercato finanziario, ma quali sono le tutele per il debitore? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: la semplice pubblicazione dell’avviso di cessione sulla Gazzetta Ufficiale non è una prova sufficiente della titolarità del credito se il debitore la contesta. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un decreto ingiuntivo emesso da un Tribunale nei confronti di un fideiussore per un debito derivante da un conto corrente e da contratti di leasing. Il fideiussore si opponeva, sostenendo, tra le altre cose, che il credito fosse stato oggetto di una cessione crediti in blocco e che la società che agiva in giudizio non avesse adeguatamente provato di essere l’effettiva titolare del suo specifico debito.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla società creditrice, ritenendo sufficiente la pubblicazione dell’avvenuta cessione in Gazzetta Ufficiale come prova della successione nel rapporto di credito. Il fideiussore, non soddisfatto, ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Cessione Crediti in Blocco e l’Onere della Prova

L’articolo 58 del Testo Unico Bancario (TUB) disciplina la cessione crediti in blocco, prevedendo una procedura semplificata rispetto a quella ordinaria del Codice Civile. Invece di notificare individualmente la cessione a ogni singolo debitore, la legge consente di renderla efficace erga omnes (verso tutti) tramite la pubblicazione di un avviso sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Questa semplificazione, tuttavia, non elimina il principio fondamentale secondo cui chi agisce in giudizio per recuperare un credito deve dimostrare di esserne il legittimo titolare (la cosiddetta legittimazione sostanziale). La questione centrale posta alla Corte era proprio questa: fino a che punto la pubblicazione in Gazzetta assolve a questo onere probatorio, specialmente quando il debitore contesta l’operazione?

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del fideiussore, affermando un principio di diritto di grande rilevanza. I giudici hanno chiarito che, sebbene la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sia il veicolo previsto dalla legge per rendere opponibile la cessione ai debitori, essa non costituisce prova piena e inconfutabile che uno specifico credito sia stato incluso in quella cessione.

Il ragionamento della Corte si sviluppa su questi punti:

1. Onere della Prova a Carico del Cessionario: È pacifico che la parte che si afferma successore del creditore originario ha l’onere di dimostrare l’inclusione del credito specifico nell’operazione di cessione. Deve fornire la prova documentale della propria legittimazione.
2. Valore della Pubblicazione: La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, pur essendo un requisito di efficacia, non può da sola superare una specifica contestazione del debitore. Quando il debitore nega che il suo rapporto obbligatorio sia stato trasferito, la pubblicazione assume un valore meramente indiziario.
3. Necessità di un Accertamento Fattuale: Di fronte alla contestazione, il giudice non può fermarsi alla verifica della pubblicazione. Deve procedere a un accertamento complessivo delle risultanze di fatto, valutando le prove documentali prodotte dalla società cessionaria (come il contratto di cessione) per verificare se il credito in questione vi sia effettivamente ricompreso.

La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, ha errato nel ritenere sufficiente la pubblicazione e nel non considerare la contestazione sollevata dall’appellante, violando così le norme sull’onere della prova.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Torino per un nuovo esame. Il giudice del rinvio dovrà attenersi al principio secondo cui, in tema di cessione crediti in blocco, la contestazione del debitore sull’effettiva inclusione del suo debito nell’operazione impone al cessionario di fornire una prova documentale specifica, non potendosi ritenere sufficiente la sola pubblicazione dell’avviso in Gazzetta Ufficiale.

Questa ordinanza rafforza le tutele per i debitori, i quali hanno il diritto di esigere una prova chiara e inequivocabile della titolarità del credito da parte di chi ne chiede il pagamento, evitando di essere esposti ad azioni da parte di soggetti non legittimati.

Nella cessione crediti in blocco, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è sempre sufficiente a provare la titolarità del credito?
No. Secondo la Corte, non è sufficiente se il debitore ceduto contesta specificamente l’inclusione del suo debito nell’operazione di cessione. In tal caso, la pubblicazione ha solo valore di indizio.

Cosa deve fare la società cessionaria se il debitore contesta l’avvenuta cessione del suo credito?
La società cessionaria ha l’onere di fornire la prova documentale della propria legittimazione sostanziale, dimostrando in modo specifico che quel determinato credito era compreso nel portafoglio oggetto di cessione.

Qual è l’effetto della contestazione del debitore sulla prova della cessione?
La contestazione del debitore obbliga il giudice a effettuare un accertamento completo dei fatti, senza potersi limitare alla verifica della pubblicazione dell’avviso. La società che agisce per il recupero del credito deve quindi produrre il contratto di cessione o altri documenti idonei a provare la sua titolarità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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