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Cessione crediti in blocco: la prova e la notifica

Una società si opponeva a un decreto ingiuntivo, contestando la titolarità del credito in capo alla cessionaria. Il Tribunale di Brescia ha rigettato l’opposizione, stabilendo che la pubblicazione dell’avviso di cessione crediti in blocco sulla Gazzetta Ufficiale costituisce prova sufficiente del trasferimento, purché i criteri identificativi siano precisi. La Corte ha inoltre respinto l’eccezione di prescrizione, chiarendo che l’azione esecutiva contro un condebitore interrompe il termine per tutti.

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Pubblicato il 18 dicembre 2024 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cessione Crediti in Blocco: La Prova tramite Gazzetta Ufficiale è Sufficiente?

La cessione crediti in blocco è una pratica comune nel settore finanziario, ma solleva spesso questioni complesse riguardo alla prova della titolarità del credito in capo al nuovo creditore. Una recente sentenza del Tribunale di Brescia ha offerto importanti chiarimenti su questo tema, analizzando l’efficacia probatoria della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e le regole sull’interruzione della prescrizione. Il caso riguardava l’opposizione a un decreto ingiuntivo emesso a favore di una società cessionaria di un credito derivante da un contratto di mutuo.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo per il pagamento di oltre 71.000 euro, notificato a un debitore. Quest’ultimo ha proposto opposizione, sollevando diverse eccezioni, tra cui la presunta inefficacia della cessione crediti in blocco per mancata prova, l’assenza di una valida procura in capo al rappresentante della società creditrice e l’intervenuta prescrizione del diritto di credito.

Il debitore sosteneva, in particolare, che l’avviso pubblicato in Gazzetta Ufficiale non fosse sufficiente a dimostrare che il suo specifico debito fosse stato incluso nel pacchetto di crediti trasferiti. Inoltre, contestava la validità formale della procura notarile presentata dalla controparte.

La Prova nella Cessione Crediti in Blocco

Il punto centrale della controversia era se la società cessionaria avesse adeguatamente provato di essere la nuova titolare del credito. Il Tribunale, richiamando un orientamento della Corte di Cassazione, ha stabilito che, nelle operazioni di cessione crediti in blocco, la pubblicazione dell’avviso in Gazzetta Ufficiale può costituire prova sufficiente dell’avvenuta cessione.

Il giudice ha precisato che non è necessario un elenco nominativo dei debitori. È invece sufficiente che l’avviso contenga l’indicazione di caratteristiche e criteri chiari, tali da consentire di identificare con certezza i crediti compresi nell’operazione. Nel caso specifico, i crediti erano stati individuati sulla base della loro tipologia (finanziamenti bancari), della loro condizione (classificati ‘in sofferenza’) e del periodo in cui erano sorti. Poiché il credito in questione rientrava in queste categorie, il Tribunale ha ritenuto provata la sua inclusione nel portafoglio ceduto.

L’Eccezione di Prescrizione e l’Effetto Interruttivo

Un’altra importante questione affrontata è stata quella della prescrizione decennale. Il debitore opponente sosteneva che il termine fosse scaduto. Tuttavia, la società creditrice ha dimostrato che la banca originaria aveva intrapreso un’azione esecutiva nei confronti di un altro condebitore in solido.

Il Tribunale ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: gli atti interruttivi della prescrizione compiuti nei confronti di uno dei debitori in solido hanno effetto anche nei confronti degli altri. Poiché la procedura esecutiva era ancora in corso in tempi recenti, il termine di prescrizione non era decorso al momento della notifica del decreto ingiuntivo. Di conseguenza, anche questa eccezione è stata respinta.

Le Motivazioni della Decisione

Il Tribunale ha rigettato l’opposizione basando la sua decisione su tre pilastri. In primo luogo, ha confermato la validità della prova della cessione crediti in blocco tramite la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, allineandosi alla giurisprudenza di legittimità e riconoscendo l’idoneità di criteri generali a individuare i crediti ceduti. In secondo luogo, ha respinto l’eccezione di prescrizione, valorizzando l’efficacia interruttiva estesa a tutti i condebitori di un’azione legale intrapresa contro uno solo di essi. Infine, ha ritenuto infondate le contestazioni formali relative alla procura, poiché l’atto pubblico attestava la regolarità dei poteri conferiti.

Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento favorevole ai cessionari di crediti deteriorati, semplificando l’onere probatorio a loro carico. Si conferma che per la cessione crediti in blocco la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è uno strumento efficace per dimostrare la titolarità del credito, a patto che i criteri di individuazione siano sufficientemente specifici. Inoltre, viene riaffermata l’importante regola solidale sull’interruzione della prescrizione, un aspetto cruciale nella gestione dei crediti con più debitori.

Nella cessione crediti in blocco, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è una prova sufficiente del trasferimento del credito?
Sì, secondo il Tribunale, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale può costituire prova adeguata, a condizione che le indicazioni sulle caratteristiche dei crediti ceduti siano sufficientemente precise da consentire di ricondurre con certezza il credito specifico all’interno dell’operazione di cessione.

Un’azione legale contro un condebitore in solido interrompe la prescrizione anche per gli altri?
Sì, la sentenza conferma che gli effetti interruttivi della prescrizione, derivanti da un’azione esecutiva intrapresa nei confronti di un condebitore, si estendono anche agli altri condebitori in solido, mantenendo vivo il diritto del creditore.

La mancata notifica individuale della cessione del credito al debitore rende la cessione inefficace?
No. Il Tribunale ha chiarito che eventuali irregolarità nella notificazione della cessione non ne determinano l’inefficacia, ma al massimo la sua inopponibilità al debitore. Ciò significa che il debitore sarebbe liberato solo se avesse pagato in buona fede al creditore originario, prima di avere conoscenza della cessione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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