LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Cessione contratto locazione: la mediazione vale mora

In un caso di plurime cessioni di un contratto di locazione commerciale, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio chiave. Se l’ultimo inquilino (cessionario) non paga il canone, il proprietario (locatore) può agire contro i precedenti inquilini (cedenti). Tuttavia, prima deve richiedere il pagamento all’ultimo inquilino. La Corte ha chiarito che l’invio della richiesta di mediazione obbligatoria, atto che precede la causa, è sufficiente a soddisfare questo requisito. Questa decisione semplifica la tutela del locatore nella complessa dinamica della cessione contratto locazione, equiparando l’istanza di mediazione a una formale messa in mora.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Cessione Contratto Locazione: La Mediazione è Valida Messa in Mora?

La gestione dei contratti di locazione commerciale può diventare complessa, specialmente quando l’immobile e il relativo contratto passano di mano più volte. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale della cessione contratto locazione: la responsabilità dei precedenti inquilini e le modalità con cui il proprietario può farla valere. La sentenza chiarisce che l’invito alla mediazione obbligatoria è un atto sufficiente per costituire in mora l’ultimo inquilino inadempiente, aprendo la strada all’azione legale contro i cedenti.

I Fatti del Caso: Una Catena di Cessioni e un Canone Insoluto

La vicenda riguarda un contratto di locazione per un immobile a uso commerciale. La società originaria conduttrice cede il contratto, insieme a un ramo d’azienda, a una seconda società. Quest’ultima, a sua volta, cede il contratto a una terza società. Il proprietario dell’immobile viene informato di queste cessioni ma non libera mai espressamente i precedenti inquilini dalle loro obbligazioni.

Quando l’ultimo inquilino smette di pagare i canoni di locazione, il proprietario agisce in giudizio non solo contro quest’ultimo, ma anche contro i due precedenti conduttori, chiedendo la risoluzione del contratto, la restituzione dell’immobile e il pagamento dei canoni arretrati.

Il Percorso Giudiziario e la questione del Beneficium Ordinis

Il cuore del problema legale risiede nel cosiddetto beneficium ordinis. Secondo l’art. 36 della Legge 392/1978, in caso di cessione del contratto di locazione, il locatore che non ha liberato il cedente può agire contro di lui solo se il cessionario (l’attuale inquilino) è inadempiente. Questo implica che il locatore deve prima richiedere il pagamento al nuovo inquilino e solo in caso di suo mancato adempimento, può rivolgersi al precedente.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione al proprietario, ma la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. Secondo i giudici d’appello, il proprietario non aveva validamente costituito in mora l’ultimo inquilino prima di avviare la causa. L’invito alla mediazione obbligatoria, inviato a tutte le parti, non era stato ritenuto un atto equipollente a una formale intimazione di pagamento, ma solo un atto prodromico al giudizio.

L’Analisi della Cassazione sulla cessione contratto locazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del proprietario, cassando la sentenza d’appello e stabilendo un principio di diritto di notevole importanza pratica.

La Mediazione come Atto di Messa in Mora

I giudici supremi hanno affermato che la richiesta di mediazione, specialmente quando è una condizione di procedibilità per l’azione giudiziaria, non può essere considerata un atto neutro. Essa contiene tutti gli elementi essenziali della pretesa creditoria: le parti, l’oggetto e le ragioni della richiesta. Sebbene sia indirizzata all’organismo di mediazione, la sua comunicazione alle controparti serve a informarle in modo inequivocabile della volontà del creditore di ottenere il soddisfacimento del proprio diritto.

L’istanza di mediazione, quindi, non è una generica riserva di agire in futuro, ma una chiara manifestazione della pretesa che, pur mirando a una conciliazione, contiene implicitamente la richiesta di adempimento. Pertanto, è un atto idoneo a far constatare l’inadempimento dell’ultimo cessionario, soddisfacendo il requisito del beneficium ordinis.

La Responsabilità Solidale tra Cedenti Intermedi

La Corte ribadisce anche un altro principio consolidato: mentre tra il locatore e il primo cedente esiste una responsabilità sussidiaria (regolata dal beneficium ordinis), tra tutti i cedenti intermedi che non sono stati liberati vige una presunzione di responsabilità solidale. Questo significa che, una volta constatato l’inadempimento dell’ultimo inquilino, il locatore può rivolgersi indifferentemente e per l’intero importo a uno qualsiasi dei precedenti conduttori.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando la ratio della normativa sulla mediazione e quella sulla cessione del contratto. Equiparare la domanda di mediazione alla domanda giudiziale ai fini dell’interruzione della prescrizione (come previsto dal D.Lgs. 28/2010) implica, a maggior ragione, che tale atto debba essere considerato come una richiesta di adempimento. Un’interpretazione eccessivamente formalistica, come quella della Corte d’Appello, contrasterebbe con la finalità deflattiva della mediazione e imporrebbe al creditore un onere aggiuntivo non necessario. L’atto di citazione in mediazione, specificando la pretesa, è sufficiente per manifestare la volontà del creditore e per constatare la volontà del debitore di non adempiere, specialmente quando, come nel caso di specie, i convocati manifestano esplicitamente il loro rifiuto nel verbale di mediazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante chiarimento per i locatori di immobili commerciali. Stabilisce che la procedura di mediazione obbligatoria non è solo un ostacolo burocratico prima della causa, ma uno strumento efficace che può essere utilizzato per soddisfare il requisito della preventiva richiesta di pagamento all’ultimo inquilino. In caso di cessione contratto locazione a catena, il proprietario che ha inviato la richiesta di mediazione a tutte le parti coinvolte ha adempiuto al suo onere e, in caso di esito negativo, può procedere giudizialmente contro i cedenti per recuperare il proprio credito.

Nella cessione del contratto di locazione, il locatore deve prima chiedere il pagamento all’ultimo inquilino prima di agire contro i precedenti?
Sì, il locatore deve prima constatare l’inadempimento dell’ultimo cessionario. Questo principio è noto come beneficium ordinis. La sentenza chiarisce che tale constatazione può avvenire anche tramite l’invito alla procedura di mediazione.

L’invito a partecipare a una mediazione obbligatoria è sufficiente per considerare l’inquilino inadempiente?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la domanda di mediazione, contenendo l’indicazione delle parti, dell’oggetto e delle ragioni della pretesa, costituisce un atto idoneo a richiedere l’adempimento e a far constatare l’inadempimento del debitore, al pari di una formale messa in mora.

In caso di più cessioni del contratto di locazione, i precedenti inquilini sono responsabili in solido tra loro?
Sì. Una volta verificato l’inadempimento dell’ultimo inquilino, tutti i precedenti cedenti che non sono stati espressamente liberati dal locatore sono responsabili in solido tra loro. Ciò significa che il locatore può chiedere l’intero pagamento a uno qualsiasi di essi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati