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Cessazione materia del contendere: la Cassazione decide

Una società ferroviaria aveva richiesto la restituzione di una somma a un privato. Dopo un ricorso in Cassazione, le parti hanno raggiunto un accordo. La Corte ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, ponendo fine al giudizio e compensando le spese legali. La decisione chiarisce che l’accordo transattivo fa venir meno l’interesse a proseguire la causa.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cessazione materia del contendere: quando un accordo chiude il processo

L’ordinanza della Corte di Cassazione, sez. Lavoro, n. 3540 del 7 febbraio 2024, offre un chiaro esempio di come un accordo tra le parti possa determinare la cessazione della materia del contendere anche nel giudizio di legittimità. Questa pronuncia è fondamentale per comprendere il valore degli accordi transattivi e i loro effetti sul processo, specialmente per quanto riguarda la gestione delle spese legali.

I Fatti della Causa: dal Tribunale alla Cassazione

La vicenda legale ha origine dalla richiesta di una società ferroviaria di ottenere la restituzione di una somma di denaro, versata in esecuzione di una sentenza di primo grado poi riformata. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda della società, confermando la decisione precedente.

Contro la sentenza d’appello, la società ha proposto ricorso per cassazione, lamentando vizi nella decisione. La controparte si è difesa con un controricorso. Tuttavia, prima che la Corte Suprema potesse decidere nel merito, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo.

L’Accordo e la Cessazione Materia del Contendere

Durante il giudizio in Cassazione, le parti hanno sottoscritto un verbale di conciliazione stragiudiziale, risolvendo la controversia in via amichevole. Questo documento, depositato agli atti, ha dimostrato il raggiungimento di un accordo transattivo sulla questione oggetto del contendere.

L’esistenza di tale accordo ha modificato radicalmente lo scenario processuale. È venuto meno, infatti, l’interesse giuridicamente rilevante di entrambe le parti a ottenere una pronuncia dalla Corte. Di fronte a questa situazione, il Collegio non ha potuto fare altro che prendere atto della risoluzione extragiudiziale della lite e dichiarare la cessazione della materia del contendere.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha motivato la propria decisione sulla base di principi consolidati. In primo luogo, ha riconosciuto che il verbale di conciliazione è un atto idoneo a provare l’avvenuta transazione e, di conseguenza, la fine della controversia.

L’accordo tra le parti fa venir meno la ragione stessa del processo, ovvero la necessità di un intervento del giudice per dirimere un conflitto. La conseguenza diretta è la declaratoria di cessazione della materia del contendere.

Per quanto riguarda le spese legali, la Corte ha ritenuto giustificata la loro integrale compensazione. Dal momento che la lite si è conclusa per volontà congiunta delle parti, non vi era ragione di addossare i costi a una sola di esse. Ciascuna parte, quindi, ha sostenuto le proprie spese.

Infine, i giudici hanno chiarito un importante aspetto fiscale: non ricorrevano i presupposti per il versamento del doppio del contributo unificato. Tale sanzione, prevista dall’art. 13, comma 1 quater, del D.P.R. 115/2002, si applica solo in caso di rigetto integrale, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, ipotesi non verificatesi nel caso di specie, poiché il processo si è estinto per una causa diversa.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce l’importanza degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie. Un accordo transattivo non solo consente alle parti di trovare una soluzione condivisa e soddisfacente, ma può anche portare all’estinzione del processo in qualsiasi fase e grado, compreso il giudizio di Cassazione. La decisione evidenzia come la volontà delle parti, formalizzata in un accordo, prevalga sulla prosecuzione del contenzioso, con effetti significativi anche sulla regolamentazione delle spese processuali e sugli oneri fiscali accessori.

Cosa significa ‘cessazione della materia del contendere’?
Significa che il processo si estingue perché, a seguito di eventi successivi al suo inizio come un accordo tra le parti, è venuto meno l’interesse a ottenere una decisione dal giudice sulla controversia.

Qual è l’effetto di un accordo transattivo su un processo in corso?
Un accordo transattivo, se depositato in giudizio, dimostra che la lite è stata risolta. Di conseguenza, il giudice dichiara la cessazione della materia del contendere, ponendo di fatto fine al processo.

In caso di cessazione della materia del contendere per accordo, chi paga le spese legali?
Come stabilito in questa ordinanza, la Corte può disporre la compensazione delle spese. Ciò significa che ciascuna parte si fa carico dei costi del proprio avvocato, poiché la fine del giudizio dipende dalla volontà comune e non dalla vittoria di una parte sull’altra.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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