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Cessazione materia del contendere: accordo in appello

Una società, condannata in primo grado al risarcimento danni per una protesi difettosa, ha proposto appello. Durante il giudizio, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, dimezzando le somme dovute. La Corte di Appello di Ancona, preso atto dell’accordo, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, annullando di fatto la sentenza precedente e compensando le spese legali del grado di appello.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cessazione materia del contendere: Quando l’Accordo in Appello Chiude la Controversia

L’esito di una causa non è sempre una sentenza di vittoria o sconfitta. A volte, le parti trovano un accordo che pone fine alla lite. Una recente sentenza della Corte di Appello di Ancona illustra perfettamente il meccanismo della cessazione materia del contendere, un istituto processuale che subentra quando l’interesse delle parti a una pronuncia del giudice viene meno, in questo caso a seguito di una transazione. Analizziamo come un accordo raggiunto durante il giudizio di appello possa chiudere definitivamente una controversia e rendere inefficace la sentenza di primo grado.

I Fatti di Causa: Dalla Condanna per Prodotto Difettoso all’Appello

La vicenda ha origine da una richiesta di risarcimento danni avanzata da un privato nei confronti di una società produttrice. Il motivo? L’impianto di una protesi coxofemorale risultata difettosa. Il Tribunale di Ascoli Piceno, in primo grado, aveva accolto la domanda, accertando la responsabilità della società e condannandola al pagamento di oltre 100.000 euro a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale, oltre alle spese legali e di consulenza tecnica (CTU).

Insoddisfatta della decisione, la società ha proposto appello, contestando la sentenza su più fronti: dall’errata applicazione del Codice del Consumo e dei principi di prescrizione, fino alla quantificazione del danno, ritenuta erronea e basata su una CTU viziata. La parte appellata si è costituita in giudizio chiedendo il rigetto dell’impugnazione.

La Svolta: l’Accordo Transattivo e la Cessazione materia del contendere

Durante il giudizio di secondo grado, le parti hanno raggiunto un punto d’incontro. Hanno depositato note congiunte con cui comunicavano alla Corte di aver transatto la lite, pattuendo “il dimezzamento delle somme liquidate nella sentenza di primo grado, anche per le spese, e la compensazione in appello“.

Di fronte a questo accordo, le parti hanno chiesto concordemente alla Corte di dichiarare la cessazione materia del contendere. Questo istituto processuale interviene quando, per eventi sopravvenuti, viene a mancare l’interesse delle parti a proseguire il giudizio per ottenere una decisione nel merito.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Appello ha accolto la richiesta delle parti, basando la propria decisione su consolidati principi giurisprudenziali. I giudici hanno sottolineato che la cessazione della materia del contendere può essere dichiarata quando le parti, con un accordo negoziale, risolvono la controversia autonomamente. Tale accordo, come evidenziato dalla Cassazione (sent. 8980/2018), fa venir meno il “bisogno di tutela giurisdizionale”, rendendo superfluo l’intervento del giudice.

L’effetto principale di questa pronuncia è la “perdita di efficacia della sentenza impugnata”. In altre parole, la sentenza di condanna del Tribunale di Ascoli Piceno è stata privata di ogni effetto, sostituita integralmente dall’accordo transattivo raggiunto dalle parti.

Inoltre, la Corte ha disposto la compensazione integrale delle spese di lite del grado di appello, conformemente a quanto richiesto congiuntamente dalle parti. Infine, ha chiarito un importante aspetto fiscale: non sussistono i presupposti per il pagamento, a carico dell’appellante, del raddoppio del contributo unificato. La legge prevede tale sanzione solo in caso di rigetto integrale, inammissibilità o improcedibilità dell’appello, non quando il processo si conclude per una cessazione della materia del contendere derivante da un accordo.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce l’importanza e l’efficacia degli accordi transattivi come strumento di risoluzione delle controversie, anche quando la lite è già in una fase avanzata come l’appello. La dichiarazione di cessazione della materia del contendere non solo permette alle parti di definire i termini economici della loro disputa in modo autonomo, ma comporta anche la caducazione della sentenza di primo grado, che viene completamente superata dalla volontà negoziale. Si tratta di una soluzione efficiente che evita ulteriori gradi di giudizio, con un notevole risparmio di tempo e risorse per le parti e per il sistema giudiziario stesso.

Cosa significa ‘cessazione della materia del contendere’?
Significa che il processo si estingue perché, a seguito di un accordo tra le parti o di altri eventi, è venuto meno l’interesse a ottenere una decisione dal giudice sulla questione originaria.

Qual è l’effetto di un accordo in appello sulla sentenza di primo grado?
L’accordo che porta alla cessazione della materia del contendere in appello comporta la perdita di efficacia della sentenza di primo grado. La decisione del tribunale viene, di fatto, annullata e sostituita dai termini dell’accordo tra le parti.

In caso di cessazione della materia del contendere in appello, si deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La sentenza chiarisce che il raddoppio del contributo unificato non è dovuto, in quanto questa sanzione si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione, e non quando il processo si chiude a seguito di un accordo tra le parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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