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Certificati E101: quando sono vincolanti per l’INPS?

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dell’INPS contro una società cooperativa. L’Istituto contestava un distacco transnazionale di lavoratori, ma la Corte ha ribadito che i certificati E101 sono vincolanti per l’INPS, che deve seguire una specifica procedura europea per contestarne la validità prima di poter richiedere i contributi in Italia.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Certificati E101: La Cassazione Conferma il Loro Valore Vincolante per l’INPS

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale nel diritto del lavoro europeo: la forza vincolante dei Certificati E101 (oggi Modelli A1) nel contesto del distacco transnazionale di lavoratori. Anche di fronte a un forte sospetto di fittizietà del distacco, l’INPS non può semplicemente ignorare questi documenti e pretendere il versamento dei contributi in Italia. La Corte ha chiarito che esiste una procedura europea specifica che deve essere seguita, pena l’illegittimità della richiesta contributiva. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un Distacco Sotto la Lente dell’INPS

Il caso ha origine da un accertamento ispettivo dell’INPS nei confronti di una società cooperativa italiana. L’Istituto contestava il mancato versamento di contributi previdenziali per un gruppo di lavoratori di nazionalità rumena, formalmente dipendenti di società estere ma, secondo l’INPS, impiegati stabilmente presso i cantieri della cooperativa in Italia. L’INPS sosteneva che si trattasse di un’intermediazione fittizia di manodopera, mascherata da un irregolare distacco transnazionale.

La società cooperativa si è difesa sostenendo la legittimità del distacco e, soprattutto, invocando l’esistenza dei Certificati E101 per i lavoratori coinvolti. Tali certificati attestano che i lavoratori sono regolarmente iscritti al sistema di sicurezza sociale del loro Paese d’origine (la Romania) e che, pertanto, i contributi sono dovuti in quella sede, non in Italia.

La Decisione della Corte d’Appello

In secondo grado, la Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la decisione del tribunale, accogliendo le ragioni della società cooperativa per quanto riguarda i contributi legati al distacco. I giudici d’appello hanno affermato un principio chiave derivante dal diritto e dalla giurisprudenza dell’Unione Europea: i Certificati E101 hanno un’efficacia vincolante per le istituzioni previdenziali dello Stato ospitante.

Di conseguenza, l’INPS non poteva procedere autonomamente a riqualificare il rapporto di lavoro e a richiedere i contributi in Italia, ma avrebbe dovuto prima attivare una procedura di cooperazione con l’ente previdenziale rumeno che aveva emesso i certificati, chiedendone formalmente il riesame e l’eventuale ritiro.

Il Ricorso in Cassazione e l’Importanza dei Certificati E101

L’INPS ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando principalmente due aspetti: un vizio di motivazione sulla reale esistenza dei certificati e la violazione delle norme europee sul distacco, data la palese fittizietà dell’operazione.

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, cogliendo l’occasione per ribadire e consolidare l’orientamento in materia.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha spiegato che la questione non è se i certificati siano stati fisicamente prodotti in giudizio, ma il loro valore giuridico. Basandosi sulla consolidata giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (in particolare la sentenza C-359/2016), l’ordinanza ha chiarito che il certificato E101/A1 crea una presunzione di regolarità dell’iscrizione del lavoratore al regime previdenziale dello Stato membro emittente.

Questa presunzione è vincolante per le istituzioni e i giudici dello Stato membro ospitante. Pertanto, l’INPS non può disapplicare unilateralmente il certificato, neanche se dispone di elementi che indicano un utilizzo fraudolento. L’unica via percorribile è quella tracciata dal Regolamento europeo n. 987/2009: l’istituzione dello Stato ospitante (INPS) deve chiedere all’istituzione che ha emesso il certificato (quella rumena) di riconsiderarne la validità e, se del caso, di ritirarlo.

Solo dopo aver esperito questa procedura, e in caso di inerzia o rifiuto ingiustificato da parte dell’ente estero, è possibile per il giudice nazionale, in determinate circostanze, non tenere conto del certificato. Nel caso di specie, l’INPS non aveva mai avviato tale procedura di dialogo e contestazione. Di conseguenza, il suo tentativo di richiedere i contributi in Italia è stato ritenuto illegittimo, e il suo ricorso inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione sulla gerarchia delle fonti e sulle procedure di cooperazione amministrativa in ambito europeo. Per le aziende che operano con personale in distacco transnazionale, la decisione rafforza la certezza del diritto: il possesso di un valido certificato A1 (ex E101) costituisce una solida protezione contro le pretese contributive degli enti previdenziali degli Stati ospitanti. Per l’INPS e le altre istituzioni, il messaggio è altrettanto chiaro: i sospetti di frode, per quanto fondati, devono essere perseguiti attraverso i canali di cooperazione europea, nel rispetto del principio di leale collaborazione tra Stati membri, e non con azioni unilaterali.

L’INPS può ignorare un certificato E101 se sospetta che un distacco di lavoratori sia fittizio?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Giustizia UE, recepita dalla Cassazione, il certificato E101 (ora A1) è vincolante per l’istituzione dello Stato ospitante. L’INPS non può disapplicarlo unilateralmente, anche in presenza di forti indizi di frode.

Quale procedura deve seguire l’INPS per contestare la validità di un certificato E101?
L’INPS deve avviare una procedura di dialogo con l’istituzione dello Stato membro che ha emesso il certificato. Deve chiedere formalmente a tale istituzione di verificare la correttezza dei fatti alla base del rilascio del certificato e, se del caso, di ritirarlo. Questa procedura è prevista dall’art. 5 del Regolamento UE n. 987/2009.

Cosa succede se l’istituzione estera che ha emesso il certificato E101 non risponde alla richiesta di riesame dell’INPS?
La sentenza chiarisce che se l’istituzione emittente non procede al riesame entro un termine ragionevole, nonostante la segnalazione di anomalie, gli elementi di prova raccolti dall’INPS possono essere invocati in un procedimento giudiziario, affinché il giudice nazionale possa eventualmente ignorare i certificati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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