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CCNL applicabile: la Cassazione sul personale forestale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni lavoratori forestali che chiedevano l’applicazione del contratto collettivo del comparto Regioni e Autonomie Locali. La Corte ha stabilito la correttezza del CCNL applicabile di natura privatistica (irrigui e forestali), confermando una continuità normativa nella legislazione regionale, anche a seguito di successive modifiche legislative, che ha sempre inteso mantenere tale regime contrattuale per il personale in questione.

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CCNL Applicabile ai Lavoratori Forestali: La Decisione della Cassazione

L’individuazione del corretto CCNL applicabile rappresenta una questione centrale nel diritto del lavoro, con impatti diretti sulla retribuzione e sulle tutele dei lavoratori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il caso di alcuni operai forestali transitati da una Regione a un’agenzia regionale, chiarendo quale contratto collettivo dovesse regolare il loro rapporto di lavoro.

I Fatti del Contenzioso

La vicenda trae origine dalla richiesta di due lavoratori, ex dipendenti a tempo determinato della Regione Puglia come operai stagionali agricoli e forestali, successivamente transitati nei ruoli di un’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali. I lavoratori avevano avviato un’azione legale per ottenere l’accertamento del loro diritto all’applicazione del CCNL del comparto Regioni ed Autonomie Locali, in sostituzione di quello del settore irriguo e forestale, di natura privatistica, che l’ente stava applicando.

In primo grado, il Tribunale aveva dichiarato nullo il ricorso per genericità. La Corte d’Appello, pur riconoscendo la validità della domanda, aveva respinto nel merito le richieste dei lavoratori, confermando la legittimità dell’applicazione del contratto collettivo privatistico, in base a una specifica legge regionale che disciplinava il loro transito.

Il CCNL applicabile secondo la Corte di Cassazione

I lavoratori hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, affidandosi a due motivi. Con il primo, lamentavano una generica violazione di legge, mentre con il secondo denunciavano la violazione delle norme procedurali sulla valutazione delle prove.

La Suprema Corte ha dichiarato il primo motivo inammissibile, poiché i ricorrenti non avevano specificato quali norme di diritto sarebbero state violate, limitandosi a richiamare la natura di ente pubblico dell’agenzia e precedenti giurisprudenziali non pertinenti. Il secondo motivo è stato invece giudicato infondato.

La Continuità Normativa nella Scelta del Contratto Privato

Il punto cruciale del ragionamento della Corte riguarda l’interpretazione della normativa regionale succedutasi nel tempo. I ricorrenti sostenevano che una legge del 2012 avesse abrogato la norma che imponeva il contratto privato. La Cassazione, tuttavia, ha evidenziato come, anche nelle successive modifiche legislative, l’intenzione del legislatore regionale sia sempre stata quella di garantire la perdurante applicazione dei contratti collettivi di diritto privato per quel personale. Anche la legge del 2012, pur abrogando il riferimento esplicito, introduceva procedure di consultazione sindacale con le organizzazioni firmatarie dei contratti già applicati, implicando di fatto una continuità. Questa interpretazione, già sostenuta in un precedente della stessa Corte, ha portato al rigetto definitivo del ricorso.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su un’analisi rigorosa della successione delle leggi regionali. La decisione non si è fermata alla lettera di una singola disposizione abrogativa, ma ha ricostruito la volontà complessiva del legislatore nel tempo. È stato chiarito che il passaggio dei lavoratori all’agenzia regionale, avvenuto ai sensi di una specifica disposizione normativa (art. 12, comma 2, lett. b, L.R. n. 3/2010), comportava intrinsecamente l’applicazione del contratto collettivo privatistico. Le successive modifiche normative, inclusa quella del 2017 che ha reintrodotto un riferimento esplicito, non hanno fatto altro che confermare questa linea, creando un quadro normativo coerente che giustifica la scelta del CCNL applicabile di natura privatistica.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio importante: per determinare il contratto collettivo applicabile, non è sufficiente considerare la natura pubblica del datore di lavoro, ma è essenziale analizzare la specifica normativa che regola il rapporto di lavoro, specialmente in caso di transito di personale tra enti diversi. La Corte di Cassazione, valorizzando la continuità dell’intento del legislatore regionale, ha fornito una chiara indicazione sulla stabilità del quadro contrattuale per i lavoratori del settore idraulico-forestale, confermando la legittimità dell’applicazione del contratto collettivo di diritto privato.

Quale CCNL si applica ai lavoratori forestali transitati in un’agenzia regionale secondo questa ordinanza?
Secondo la Corte di Cassazione, si applica il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di natura privatistica per il settore irriguo e forestale, in quanto previsto dalla normativa regionale che ha disciplinato il loro passaggio all’agenzia.

Perché la Corte ha ritenuto che le modifiche legislative successive non cambiassero il CCNL applicabile?
La Corte ha ritenuto che, nonostante le modifiche e le abrogazioni parziali, l’intento del legislatore regionale sia sempre stato quello di mantenere l’applicazione del contratto collettivo di diritto privato, come dimostrato dalla continuità delle procedure di consultazione sindacale e dalle successive norme introdotte.

È sufficiente la natura pubblica di un ente per determinare l’applicazione di un CCNL del comparto pubblico?
No, non è sufficiente. Come dimostra questo caso, la determinazione del CCNL applicabile dipende dalla specifica disciplina normativa che regola il rapporto di lavoro, la quale può prevedere l’applicazione di un contratto di natura privatistica anche per i dipendenti di un ente pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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