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Cause Scindibili: Appello tardivo inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2587/2024, interviene su un complesso caso immobiliare e processuale. La controversia nasce dalla cessione di terreni da parte di un Comune a una società per la realizzazione di un complesso termale. Anni dopo, si scopre che i terreni sono gravati da usi civici. La società cita in giudizio il Comune, il sindaco e un funzionario. La Cassazione si concentra su un aspetto processuale cruciale: la distinzione tra cause scindibili e inscindibili. Stabilisce che le domande contro il Comune (responsabilità contrattuale) e contro gli amministratori (responsabilità extracontrattuale) sono cause scindibili. Di conseguenza, l’appello incidentale proposto dalla società contro sindaco e funzionario oltre i termini ordinari è inammissibile, poiché la regola dell’appello tardivo vale solo per le cause inscindibili.

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Cause Scindibili e Appello: La Cassazione sulla Scissione dei Giudizi

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 2587/2024 offre un’importante lezione sulla gestione dei processi con più parti, in particolare sulla distinzione tra cause scindibili e inscindibili e le sue conseguenze sui termini per l’impugnazione. La vicenda, nata da una complessa disputa su terreni destinati a un progetto termale, si è risolta su un cavillo procedurale che ha determinato l’esito del giudizio per alcuni dei soggetti coinvolti.

I Fatti di Causa: Un Complesso Turistico su Terreni Contesi

La storia inizia negli anni ’80, quando un Comune siciliano concede a una società un vasto appezzamento di terreno per la realizzazione di un complesso turistico-termale. La cessione avviene a un “prezzo simbolico”, poiché il vero corrispettivo consiste nell’impegno della società a realizzare opere di interesse pubblico e a versare al Comune una percentuale sulle vendite dell’acqua imbottigliata.

Tuttavia, anni dopo, una verifica amministrativa rivela che i terreni in questione sono gravati da usi civici e appartengono al demanio comunale, rendendo di fatto invalida la cessione originaria. Inizia così un lungo contenzioso. La società cita in giudizio non solo il Comune per il riconoscimento della proprietà (in forza dei rogiti o per usucapione), ma anche il Sindaco e il responsabile dell’ufficio tecnico in carica all’epoca di alcuni atti successivi, chiedendo un risarcimento danni per il loro presunto comportamento illecito.

Il Percorso Giudiziario e la Distinzione delle Cause Scindibili

Il Tribunale di primo grado accoglie la domanda di accertamento della proprietà in favore della società, ma dichiara il difetto di giurisdizione sulle domande risarcitorie. Il Comune appella la sentenza. A sua volta, la società propone un appello incidentale contro la decisione sulle domande risarcitorie, notificandolo anche al Sindaco e al funzionario. Questo appello, però, viene notificato quando il termine lungo per impugnare è già scaduto.

La Corte d’Appello ritiene l’appello incidentale ammissibile, trattando il caso come un’unica causa inscindibile tra tutte le parti. Questa interpretazione permette di applicare l’articolo 334 del codice di procedura civile, che consente l’impugnazione incidentale tardiva. È contro questa decisione che il Sindaco e il funzionario ricorrono in Cassazione, sostenendo che le loro posizioni davano origine a cause scindibili e che, pertanto, l’appello nei loro confronti era irrimediabilmente tardivo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione accoglie il ricorso del Sindaco e del funzionario, ribaltando la decisione d’appello. Il punto centrale del ragionamento della Corte è la netta distinzione tra le domande proposte dalla società.

1. Domanda contro il Comune: Questa domanda si fonda sui contratti di compravendita e sulla convenzione di lottizzazione. Ha natura contrattuale e riguarda il rapporto tra l’ente territoriale e la società concessionaria.

2. Domande contro Sindaco e Funzionario: Queste domande si basano su un presunto “comportamento ingiusto” posto in essere dai due nella loro qualità di amministratori pubblici. Hanno natura extracontrattuale e riguardano la responsabilità personale per atti di gestione politica e tecnica.

La Cassazione chiarisce che non sussiste un rapporto unico e inscindibile tra queste posizioni. Le causa petendi (i fondamenti delle domande) sono diverse, così come i titoli di responsabilità. Non vi è un’ipotesi di litisconsorzio necessario, né le responsabilità sono alternative tra loro. Si tratta, quindi, di cause scindibili, come disciplinato dall’articolo 332 del codice di procedura civile.

Questa qualificazione ha una conseguenza decisiva: la norma che consente l’appello incidentale tardivo (art. 334 c.p.c.) si applica solo alle cause inscindibili (art. 331 c.p.c.) o a quelle dipendenti. Non potendosi applicare a cause scindibili, l’appello proposto dalla società contro il Sindaco e il funzionario doveva rispettare i termini ordinari. Essendo stato notificato oltre la scadenza, è stato dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione, in conclusione, cassa senza rinvio la sentenza impugnata nella parte relativa alle domande contro il Sindaco e il funzionario, poiché il giudizio nei loro confronti non poteva essere proseguito. Accoglie invece parzialmente il ricorso del Comune su un altro aspetto, rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame del merito tra l’ente e la società.

Questa pronuncia sottolinea un principio fondamentale della procedura civile: in un processo con più parti, è essenziale analizzare la natura di ogni singola domanda per determinare correttamente le regole applicabili all’impugnazione. Confondere cause scindibili con cause inscindibili può portare a errori procedurali fatali, come la dichiarazione di inammissibilità di un intero gravame.

Quando un appello incidentale può essere proposto anche dopo la scadenza dei termini ordinari?
Secondo la Corte, l’appello incidentale tardivo è ammissibile, ai sensi dell’art. 334 cod. proc. civ., solo nelle ipotesi di cause inscindibili o tra loro dipendenti (regolate dall’art. 331 cod. proc. civ.), e non nel caso di cause scindibili (art. 332 cod. proc. civ.).

Qual è la differenza tra cause scindibili e inscindibili in un processo?
Le cause inscindibili sono quelle che, per legge o per loro natura, devono essere decise con un’unica sentenza nei confronti di tutte le parti (litisconsorzio necessario). Le cause scindibili, invece, pur essendo riunite nello stesso processo, sono autonome e potrebbero essere decise separatamente, poiché riguardano rapporti giuridici distinti.

Perché le domande contro il Comune e contro il Sindaco/funzionario sono state considerate ‘cause scindibili’?
La Corte ha ritenuto che fossero cause scindibili perché basate su titoli di responsabilità diversi: la domanda contro il Comune aveva natura contrattuale (derivante dai rogiti di vendita), mentre quelle contro il Sindaco e il funzionario avevano natura extracontrattuale, fondandosi su un presunto comportamento illecito tenuto nell’esercizio delle loro funzioni pubbliche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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