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Canone Occupazione Suolo Pubblico: Quando è dovuto?

Una società editoriale si opponeva alla richiesta di pagamento del Canone Occupazione Suolo Pubblico (COSAP) avanzata da un Comune per un box e un traliccio. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, stabilendo un principio fondamentale: per la debenza del canone, non è sufficiente che l’area sia di proprietà pubblica. Il Comune deve dimostrare che il suolo appartiene al demanio o al patrimonio indisponibile, ovvero a beni destinati a una funzione pubblica. La mera proprietà comunale, se rientrante nel patrimonio disponibile, è equiparata a quella privata e non giustifica l’imposizione del COSAP.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Canone Occupazione Suolo Pubblico: Quando è dovuto?

L’obbligo di versare il Canone Occupazione Suolo Pubblico (COSAP) è una questione che interessa molte aziende e cittadini. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale sui presupposti necessari per la sua applicazione, specificando che la semplice proprietà di un’area da parte di un ente pubblico non è sufficiente. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società editoriale ha impugnato un avviso di pagamento emesso da un Comune, relativo al COSAP per l’occupazione di un’area con un box-chiosco e un traliccio-ripetitore. La società sosteneva che non vi fosse prova che le aree occupate appartenessero al demanio comunale o al patrimonio indisponibile dell’ente, requisito essenziale previsto dalla legge per l’applicazione del canone.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al Comune. In particolare, la Corte territoriale, basandosi su una consulenza tecnica, aveva affermato che i manufatti ricadevano su aree di proprietà comunale (una su un’antica strada consolare e l’altra su una particella acquistata dal Comune). Di conseguenza, aveva ritenuto sussistente il presupposto per l’imposizione del canone.

La società, ritenendo errata tale conclusione, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse omesso di verificare la natura giuridica specifica delle aree in questione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame. Il cuore della decisione risiede nella corretta interpretazione dell’art. 63 del D.Lgs. n. 446/1997, che disciplina il COSAP.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno articolato il loro ragionamento su alcuni punti chiave, fondamentali per comprendere quando sia legittima la richiesta di pagamento del canone.

I presupposti per l’applicazione del Canone Occupazione Suolo Pubblico

La Corte ha ribadito che il presupposto per l’applicazione del COSAP è l’occupazione, con o senza titolo, di ‘strade, aree e relativi spazi soprastanti e sottostanti appartenenti al proprio demanio o patrimonio indisponibile’. Questi beni sono caratterizzati da una destinazione all’uso pubblico o a un servizio pubblico. La norma, quindi, non si riferisce genericamente a tutti i beni di proprietà di un ente locale, ma solo a quelli con una specifica connotazione pubblicistica.

L’errore della Corte d’Appello

L’errore del giudice di secondo grado è stato quello di fermarsi a un’affermazione generica di ‘proprietà comunale’. La Corte d’Appello ha concluso che, essendo le aree di proprietà del Comune, il canone fosse automaticamente dovuto. Tuttavia, ha omesso l’accertamento successivo e necessario: verificare se tali aree rientrassero nel demanio o nel patrimonio indisponibile.

La distinzione tra patrimonio disponibile e indisponibile

La Cassazione ha sottolineato la netta differenza tra i beni del patrimonio indisponibile e quelli del patrimonio disponibile. Mentre i primi sono vincolati a una finalità pubblica, i secondi sono beni che l’ente pubblico possiede a titolo di proprietà privata e che sono gestiti secondo le norme del diritto comune. L’occupazione di un bene del patrimonio disponibile, essendo equiparabile a un bene privato, non può essere assoggettata al COSAP. Nel caso di specie, la Corte d’Appello non ha verificato se l’antica strada consolare fosse ancora effettivamente destinata al pubblico transito (e quindi demaniale) né se il terreno acquistato dal Comune avesse ricevuto un vincolo pubblicistico tale da farlo rientrare nel patrimonio indisponibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza stabilisce un principio di diritto chiaro e di grande importanza pratica: per esigere il Canone Occupazione Suolo Pubblico, un Comune non può limitarsi a dimostrare di essere proprietario dell’area occupata. È suo onere provare che quel bene specifico appartiene al demanio o al patrimonio indisponibile, ovvero che è funzionale a un interesse pubblico. In assenza di tale prova, la richiesta di pagamento del canone è illegittima. La decisione rafforza le garanzie per i cittadini e le imprese, imponendo alle amministrazioni comunali un maggior rigore nell’accertamento dei presupposti impositivi.

Quando un’azienda deve pagare il Canone Occupazione Suolo Pubblico (COSAP)?
Il COSAP è dovuto quando un’azienda occupa, in via permanente o temporanea, strade, aree e relativi spazi che appartengono al demanio o al patrimonio indisponibile del Comune. È irrilevante che l’occupazione avvenga con o senza una formale concessione.

È sufficiente che un’area sia di proprietà di un Comune per richiedere il COSAP?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la mera proprietà pubblica non è sufficiente. Il Comune deve dimostrare che il bene occupato ha una specifica destinazione pubblica, rientrando nel demanio (es. strade, piazze) o nel patrimonio indisponibile (es. beni destinati a un servizio pubblico).

Qual è la differenza tra patrimonio disponibile e indisponibile di un ente pubblico ai fini del COSAP?
I beni del patrimonio indisponibile sono vincolati a una funzione pubblica e la loro occupazione può essere soggetta a COSAP. I beni del patrimonio disponibile, invece, sono gestiti dall’ente come un proprietario privato e sono del tutto equiparabili ai beni privati; la loro occupazione non giustifica l’applicazione del COSAP.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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