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Canone COSAP: obbligo anche senza concessione formale

Una società ha impugnato avvisi di pagamento per il canone COSAP relativo a impianti pubblicitari. La Corte di Cassazione ha confermato l’obbligo di pagamento, stabilendo che il canone è dovuto per la semplice occupazione di fatto del suolo pubblico, indipendentemente da un atto formale di concessione. L’inerzia della Pubblica Amministrazione nella richiesta non costituisce rinuncia al credito, il quale si prescrive nel termine ordinario di dieci anni.

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Pubblicato il 1 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Tributario, Giurisprudenza Civile

Canone COSAP: Quando è Dovuto e Come si Prescrive?

L’obbligo di versare il canone COSAP per l’occupazione di suolo pubblico con impianti pubblicitari sorge anche in assenza di un formale atto di concessione e non viene meno a causa del ritardo dell’amministrazione comunale nel richiederne il pagamento. Questo è il principio cardine ribadito dalla Corte di Cassazione con una recente ordinanza, che chiarisce la natura dell’obbligazione e i termini di prescrizione applicabili. La vicenda offre spunti fondamentali per le imprese che utilizzano spazi pubblici per le proprie attività promozionali.

I Fatti del Contenzioso

Una società operante nel settore pubblicitario si era vista recapitare dal Comune di Milano alcuni avvisi di pagamento per un importo complessivo di oltre 370.000 euro, a titolo di canone per l’occupazione di aree pubbliche con impianti pubblicitari installati nell’anno 2001. La società aveva impugnato tali avvisi, ottenendo in primo grado l’annullamento. Il Tribunale aveva infatti ritenuto che l’inerzia prolungata del Comune nel richiedere il canone avesse generato nella società un legittimo affidamento circa la non debenza della somma.

La Corte d’Appello, tuttavia, aveva ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso del Comune. Secondo i giudici di secondo grado, il diritto al canone COSAP ha natura patrimoniale, non è negoziabile tra le parti e non può essere oggetto di rinuncia implicita. L’obbligo di pagamento, pertanto, deriva direttamente dal provvedimento autorizzativo e dall’occupazione stessa. La società ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

L’Obbligo di Pagamento del Canone COSAP secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando in toto la sentenza d’appello e fornendo chiarimenti cruciali sulla natura e sulla disciplina del canone COSAP.

La Fonte dell’Obbligazione: l’Occupazione di Fatto

Il punto centrale della decisione è che l’obbligazione di pagare il canone non nasce con l’atto di accertamento del Comune, ma con l’occupazione materiale del demanio pubblico, sia essa autorizzata (concessione) o abusiva. Il canone rappresenta il corrispettivo per l’utilizzazione particolare di un bene pubblico. Di conseguenza, la mancanza di un formale provvedimento di concessione non fa venire meno l’obbligo di pagamento, essendo sufficiente l’occupazione di fatto dei beni menzionati.

L’Indisponibilità del Diritto e l’Irrilevanza dell’Inerzia

La Corte ha ribadito che il diritto al canone COSAP, essendo un’entrata patrimoniale di un ente pubblico, non è un diritto disponibile. Ciò significa che l’amministrazione non può rinunciarvi, né esplicitamente né implicitamente. Un’eventuale rinuncia, per essere valida, richiederebbe la forma scritta. Pertanto, il semplice ritardo o l’inerzia del Comune nel richiedere il pagamento non può essere interpretato come una rinuncia al credito per facta concludentia. Tale comportamento, sebbene possa essere censurabile sotto il profilo della buona amministrazione, non estingue il diritto di riscossione dell’ente.

Prescrizione del Canone COSAP: Decennale, non Quinquennale

Un altro motivo di ricorso riguardava la prescrizione del credito. La società sosteneva l’applicabilità della prescrizione breve di cinque anni, tipica dei pagamenti periodici. La Cassazione ha respinto anche questa tesi, affermando che al canone COSAP si applica il termine di prescrizione ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.).

La Corte ha spiegato che il canone non è assimilabile a un canone di locazione o ad altre prestazioni periodiche derivanti da un unico rapporto. Ogni occupazione, autorizzata o meno, genera un’autonoma obbligazione, il cui credito si prescrive nel termine decennale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su una consolidata giurisprudenza che qualifica il canone COSAP come un corrispettivo per un’utilizzazione particolare di un bene pubblico. L’obbligazione sorge ex lege al verificarsi del presupposto oggettivo, ovvero l’occupazione. L’inerzia del Comune non può generare un legittimo affidamento tutelabile giuridicamente, in quanto la società, in qualità di operatore professionale, avrebbe dovuto conoscere la normativa e prevedere l’obbligo di pagamento. L’assenza di un comportamento colposo o doloso del Comune esclude inoltre qualsiasi diritto al risarcimento del danno in capo alla società.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida principi fondamentali in materia di entrate patrimoniali degli enti locali. Le imprese devono essere consapevoli che l’occupazione di suolo pubblico, anche se autorizzata, comporta il pagamento del relativo canone, il cui obbligo sorge con l’occupazione stessa. L’inerzia della Pubblica Amministrazione non sana l’obbligazione, che potrà essere richiesta entro il termine di prescrizione decennale. La decisione sottolinea la prevalenza dell’interesse pubblico alla riscossione delle entrate rispetto all’affidamento del privato generato da irregolarità amministrative.

L’obbligo di pagare il canone COSAP sorge solo con un atto di concessione formale da parte del Comune?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligazione di corrispondere il canone nasce con l’occupazione del demanio pubblico, con o senza titolo formale. Il canone costituisce il corrispettivo dell’utilizzazione particolare di beni pubblici, e per il suo sorgere è sufficiente l’occupazione di fatto.

Il ritardo del Comune nel richiedere il pagamento del canone COSAP può essere interpretato come una rinuncia al credito?
No. Il diritto al canone COSAP non è considerato un diritto disponibile e non è ipotizzabile una rinuncia per ‘facta concludentia’ (fatti concludenti). L’inerzia dell’ente, sebbene deplorevole, non estingue il diritto di credito, che può essere esercitato entro i termini di prescrizione.

Qual è il termine di prescrizione per il credito relativo al canone COSAP?
Il termine di prescrizione è quello ordinario decennale, come previsto dall’art. 2946 c.c. Non si applica la prescrizione breve di cinque anni, poiché il canone non è assimilabile a prestazioni periodiche derivanti da un unico rapporto giuridico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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