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Calcolo TFS avvocati pubblici: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza la decisione su un caso cruciale per il calcolo TFS avvocati pubblici. La controversia riguarda l’inclusione degli onorari professionali nella base di calcolo dell’indennità di buonuscita di un legale di un ente pubblico. I giudici di merito avevano escluso tale possibilità, ma la Cassazione ha ritenuto la questione di tale rilevanza, anche alla luce di recenti sentenze della Corte Costituzionale, da meritare una trattazione più approfondita.

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Pubblicato il 5 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Calcolo TFS Avvocati Pubblici: Gli Onorari Vanno Inclusi? La Cassazione Prende Tempo

Il corretto calcolo TFS per gli avvocati pubblici torna al centro del dibattito giurisprudenziale. La questione è se gli onorari professionali, parte significativa della retribuzione di questi legali, debbano essere inclusi nella base imponibile per la liquidazione della buonuscita. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha deciso di non decidere subito, rinviando il caso a una pubblica udienza per la sua particolare rilevanza giuridica. Analizziamo i dettagli di questa vicenda che tiene con il fiato sospeso molti professionisti del settore.

I Fatti del Caso

Un avvocato, dipendente di un importante ente pubblico nazionale per oltre 17 anni, cessa il rapporto di lavoro e riceve il suo Trattamento di Fine Servizio (TFS), erogato in tre rate. Anni dopo la liquidazione, l’ente datore di lavoro avvia un’azione legale contro il suo ex dipendente, chiedendo la restituzione di una cospicua somma, oltre 285.000 euro netti. La motivazione? Un presunto errore nel calcolo del TFS, che avrebbe indebitamente incluso nella base di computo gli onorari e i compensi professionali percepiti dal legale durante il servizio.

L’ente sosteneva che, secondo la normativa di riferimento (art. 13 della L. n. 70/1975), tali voci retributive avrebbero dovuto essere escluse, rendendo l’erogazione parzialmente indebita e soggetta a restituzione.

La Controversia Giuridica e il Calcolo TFS Avvocati Pubblici

La difesa del legale si è basata su diversi punti. In primo luogo, ha sostenuto che gli onorari costituivano una parte integrante e continuativa della sua retribuzione, calcolata anche in base a delibere interne dell’ente stesso. In secondo luogo, ha eccepito l’incostituzionalità della norma che escluderebbe ben due terzi della retribuzione percepita dal calcolo di un’indennità differita, con una palese violazione dei principi di proporzionalità della retribuzione. Infine, ha invocato il principio del legittimo affidamento, data la notevole distanza temporale tra la liquidazione del TFS e la richiesta di restituzione.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione all’ente pubblico. I giudici di merito hanno applicato un consolidato orientamento della Cassazione a Sezioni Unite (sent. n. 7158/2010), secondo cui la locuzione “stipendio complessivo annuo” utilizzata dalla legge come base di calcolo ha una valenza tecnica precisa, che include solo lo stipendio tabellare e voci simili, escludendo compensi variabili come gli onorari.

La Decisione della Corte di Cassazione

Giunta in Cassazione, la vicenda ha preso una piega diversa. Anziché confermare l’orientamento precedente o rigettare il ricorso, il Collegio ha emesso un’ordinanza interlocutoria. Con questo atto, la Corte ha riconosciuto l’eccezionale importanza della questione, definendola di “indubbia valenza nomofilattica”. Ha quindi ritenuto necessario rinviare la causa a una pubblica udienza, un contesto processuale più solenne e approfondito, per una decisione più ponderata.

Le Motivazioni

La scelta della Corte di rinviare la decisione non è casuale. La motivazione principale risiede nella necessità di valutare i riflessi di due recenti e importanti sentenze della Corte Costituzionale (n. 8/2023 e n. 73/2024) sulle questioni sollevate dalle parti. Queste pronunce hanno toccato temi cruciali come il principio del legittimo affidamento del dipendente pubblico sulla retribuzione percepita e i limiti alla ripetibilità dell’indebito da parte della Pubblica Amministrazione.

La Cassazione ha quindi ritenuto che il caso richieda una riflessione più ampia, che tenga conto di questi nuovi principi costituzionali. La discussione in pubblica udienza permetterà un’interlocuzione più diretta e completa tra le parti e il Procuratore Generale, al fine di giungere a una soluzione che possa costituire un precedente solido e aggiornato per il futuro del calcolo TFS avvocati pubblici.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria lascia la questione in sospeso, ma invia un segnale chiaro: l’orientamento passato potrebbe non essere più così granitico. La Corte di Cassazione si sta prendendo il tempo necessario per riconsiderare il bilanciamento tra la rigida interpretazione della normativa sul TFS e i principi di tutela del lavoratore e del suo legittimo affidamento, recentemente rafforzati dalla Corte Costituzionale. Per gli avvocati degli enti pubblici e per gli enti stessi, l’esito della futura udienza pubblica sarà di fondamentale importanza, poiché stabilirà una volta per tutte le regole per il calcolo di una componente essenziale della retribuzione di fine rapporto.

Perché l’ente pubblico ha chiesto la restituzione di una parte del TFS al suo ex dipendente?
L’ente riteneva di aver commesso un errore nel calcolo, includendo indebitamente gli onorari professionali nella base di computo della buonuscita, e ha quindi agito per la ripetizione dell’indebito, cioè la restituzione di quanto versato in eccesso.

Qual è la questione giuridica al centro del caso?
La questione principale è se, ai fini del calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS) per gli avvocati dipendenti di enti pubblici non economici, la base di calcolo debba includere anche gli onorari e i compensi professionali percepiti, oppure solo lo stipendio tabellare e le voci retributive fisse e continuative.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte non ha emesso una decisione finale sul merito della questione. Ha invece pronunciato un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa a una pubblica udienza, riconoscendo l’elevata importanza giuridica del caso e la necessità di approfondire la questione alla luce di recenti sentenze della Corte Costituzionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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