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Calcolo TFR enti pubblici: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 149/2024, interviene su una controversia relativa al calcolo TFR per i dipendenti di un ente pubblico. La Corte ha stabilito che per il personale non dirigente assunto prima del 31 dicembre 1995 continua ad applicarsi il regime del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e non quello dell’indennità di buonuscita. La sentenza di secondo grado, che non aveva operato questa distinzione, è stata cassata con rinvio, obbligando la Corte d’Appello a riesaminare il caso applicando i corretti principi normativi.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Calcolo TFR Enti Pubblici: la Cassazione fa chiarezza tra TFR e Buonuscita

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 149/2024) ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di calcolo TFR per i dipendenti degli enti pubblici non economici. La Suprema Corte ha stabilito un principio dirimente: per il personale non dirigente assunto prima del 31 dicembre 1995, il regime applicabile è quello del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e non quello dell’indennità di buonuscita. Questa decisione ribalta le sentenze dei gradi inferiori e apre nuove prospettive per i lavoratori coinvolti.

I Fatti di Causa: la controversia sulla base di calcolo

La vicenda nasce dal ricorso di un gruppo di dipendenti di un noto ente pubblico per il commercio estero. I lavoratori chiedevano di includere nella base di calcolo del loro TFR, per il periodo 1990-2004, una serie di voci retributive variabili come la retribuzione di risultato, le maggiorazioni per i turni e i premi di produzione. L’ente datore di lavoro, infatti, aveva escluso tali emolumenti dal computo degli accantonamenti.

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello avevano respinto le domande dei lavoratori. La motivazione principale dei giudici di merito si basava sulla convinzione che al rapporto di lavoro in questione non si applicasse l’art. 2120 del Codice Civile (che disciplina il TFR), bensì la normativa sull’indennità di buonuscita prevista per i dipendenti pubblici (L. n. 70/1975). Di conseguenza, le voci retributive rivendicate erano state giudicate come aventi “carattere non stipendiale” e quindi non utili ai fini del calcolo.

La Distinzione Cruciale nel Calcolo TFR operata dalla Cassazione

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha adottato un approccio differente, giudicando errata la sentenza d’appello per non aver distinto le posizioni dei lavoratori. Richiamando propri precedenti consolidati, la Suprema Corte ha ribadito una netta biforcazione:

1. Personale Dirigente: Per questa categoria, si applica la disciplina legale dell’indennità di buonuscita, e non il TFR.
2. Personale Non Dirigente (assunto prima del 31.12.1995): Per questi lavoratori, la Corte ha confermato che continua a valere il regime del Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Il diritto al TFR, riconosciuto dalla L. n. 106/1989, è stato infatti mantenuto fermo dalla contrattazione collettiva successiva (art. 46 del CCNL 1998-2001).

L’errore fondamentale della Corte d’Appello è stato quello di accomunare tutte le posizioni sotto l’unico regime della buonuscita, ignorando questa distinzione essenziale. Tale errore ha viziato l’intera decisione, rendendola non conforme al diritto.

L’Accoglimento del Ricorso

Sulla base di questa distinzione, la Cassazione ha accolto il secondo motivo di ricorso dei lavoratori, relativo proprio all’errata applicazione della normativa sul trattamento di fine servizio. Di conseguenza, ha cassato la sentenza impugnata.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Suprema Corte è lineare e si fonda sul principio della corretta individuazione del quadro normativo applicabile. I giudici hanno evidenziato come la Corte territoriale abbia errato nel momento in cui ha equiparato posizioni giuridicamente distinte. L’insegnamento del giudice di legittimità, come ribadito in precedenti pronunce (in particolare Cass. n. 13914/2021), porta a conclusioni opposte per le due categorie (dirigenti e non dirigenti). L’applicazione del regime della buonuscita al personale non dirigente ha fatto venir meno “il fondamento ultimo della decisione impugnata”. Poiché la discussione sull’inclusione delle voci retributive era stata affrontata nell’errata prospettiva della buonuscita, l’annullamento della sentenza travolge necessariamente anche questo capo della decisione, che dovrà essere riesaminato dal giudice del rinvio alla luce del corretto regime del TFR.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa alla stessa corte, in diversa composizione, per una nuova valutazione. Il giudice del rinvio avrà un compito preciso: in primo luogo, dovrà verificare l’effettiva appartenenza dei ricorrenti alla categoria del personale non dirigente dell’ente; in secondo luogo, dovrà riesaminare la domanda di inclusione delle voci retributive accessorie applicando le regole proprie del calcolo TFR e non quelle della buonuscita. La decisione rappresenta una vittoria significativa per i lavoratori, che vedono riaprirsi la possibilità di ottenere il ricalcolo del proprio trattamento di fine rapporto.

Quale regime di fine rapporto si applica ai dipendenti non dirigenti di un ente pubblico assunti prima del 31 dicembre 1995?
Secondo l’ordinanza, a questi dipendenti continua ad applicarsi il regime del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), come disciplinato dal codice civile e dalle leggi speciali, e non quello dell’indennità di buonuscita previsto per altre categorie del pubblico impiego.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello?
La sentenza è stata annullata perché la Corte d’Appello ha commesso un errore di diritto, accomunando la posizione dei lavoratori non dirigenti a quella dei dirigenti e applicando a tutti indistintamente il regime dell’indennità di buonuscita, mentre per i non dirigenti era corretto applicare il regime del TFR.

Cosa dovrà fare ora la Corte d’Appello in sede di rinvio?
La Corte d’Appello dovrà riesaminare il caso, innanzitutto verificando la qualifica non dirigenziale dei lavoratori ricorrenti. Successivamente, dovrà valutare quali voci retributive (come premi di risultato e maggiorazioni) debbano essere incluse nella base di calcolo del TFR, applicando le norme specifiche di tale istituto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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