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Calcolo spese legali: valore causa e aumento onorari

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23649/2025, ha respinto il ricorso di alcuni lavoratori agricoli riguardante il calcolo delle spese legali. I giudici hanno stabilito che, ai fini della liquidazione, il valore della causa si determina in base alle prestazioni economiche richieste (come indennità di disoccupazione) e non diventa ‘indeterminato’ solo per la presenza di una domanda accessoria come la reiscrizione negli elenchi. La Corte ha inoltre confermato che il giudice d’appello aveva correttamente tenuto conto dell’aumento percentuale previsto per la difesa di più assistiti.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Calcolo Spese Legali: La Cassazione sul Valore della Causa e l’Aumento per Più Assistiti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce importanti chiarimenti sul calcolo spese legali nelle cause previdenziali, affrontando due questioni cruciali: la determinazione del valore della controversia e l’applicazione dell’aumento degli onorari in caso di difesa di più soggetti. La decisione sottolinea come il valore della causa debba essere ancorato al bene della vita effettivamente richiesto, ovvero le prestazioni economiche, e non a richieste accessorie come l’iscrizione negli elenchi dei lavoratori.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla vittoria in Corte d’Appello di un gruppo di lavoratori agricoli. I giudici di secondo grado avevano accolto le loro domande, riconoscendo il diritto alle giornate di lavoro agricolo per gli anni 2013 e 2014 e, di conseguenza, all’indennità di disoccupazione e agli assegni per il nucleo familiare. La Corte d’Appello aveva anche condannato l’ente previdenziale a rimborsare le spese legali dei due gradi di giudizio.

Tuttavia, i lavoratori non erano soddisfatti della quantificazione delle spese legali e hanno deciso di ricorrere in Cassazione, ritenendo che il calcolo fosse errato.

Il Motivo del Ricorso e il calcolo delle spese legali

I ricorrenti hanno basato la loro impugnazione su due principali doglianze relative al calcolo spese legali effettuato dalla Corte d’Appello:

1. Errata determinazione del valore della causa: Secondo i lavoratori, la Corte d’Appello aveva sbagliato nel considerare la causa di valore determinato. Essi sostenevano che la domanda di reiscrizione negli elenchi dei lavoratori agricoli dovesse essere considerata di valore indeterminabile. Questo avrebbe comportato l’applicazione di uno scaglione tariffario superiore (tra € 26.000,01 e € 52.000,00) e, quindi, onorari più alti.

2. Mancato aumento per la difesa plurima: I ricorrenti lamentavano l’omessa applicazione dell’aumento percentuale previsto dall’art. 4, comma 2, del D.M. n. 55/2014, che si applica quando un avvocato assiste più soggetti con la stessa posizione processuale.

Le Motivazioni della Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo infondate entrambe le censure. Le motivazioni offrono una guida preziosa per il corretto calcolo delle spese legali in contesti simili.

La Determinazione del Valore della Causa

La Corte ha chiarito che la richiesta di iscrizione negli elenchi dei lavoratori agricoli, pur essendo un presupposto per ottenere le prestazioni, è un ‘accertamento propedeutico’ e meramente strumentale. L’autentico oggetto del contendere, il ‘bene della vita’ effettivamente richiesto, sono le prestazioni economiche come l’indennità di disoccupazione e gli assegni familiari.

I giudici hanno specificato che il valore di una causa si considera indeterminabile solo quando vi è un’oggettiva impossibilità di tradurre la pretesa in termini monetari. In questo caso, essendo il fulcro del giudizio rappresentato da prestazioni economiche ben definite, la Corte d’Appello ha correttamente determinato il valore della controversia sulla base di queste, senza dover considerare una domanda accessoria come elemento a sé stante e di valore indeterminato.

L’Aumento Percentuale per la Difesa di Più Parti

Anche la seconda doglianza è stata respinta. La Cassazione ha osservato che la sentenza della Corte d’Appello indicava espressamente di aver tenuto conto ‘dell’aumento percentuale previsto in caso di più ricorrenti’. Di fronte a questa affermazione esplicita, i ricorrenti avrebbero dovuto muovere critiche circostanziate e specifiche per dimostrare la violazione di legge, cosa che non hanno fatto. La loro contestazione è stata quindi giudicata generica e, di conseguenza, infondata.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Suprema Corte riafferma un principio fondamentale per il calcolo delle spese legali: la valutazione deve essere ancorata alla sostanza della pretesa. Le richieste accessorie o strumentali non possono essere utilizzate per frammentare artificialmente il contenzioso o per qualificarlo come di valore indeterminabile se il suo nucleo è prettamente economico. Inoltre, la decisione evidenzia l’onere, per chi impugna una liquidazione delle spese, di formulare critiche precise e dettagliate, soprattutto quando il giudice di merito ha già dichiarato di aver applicato i correttivi di legge, come l’aumento per la difesa di più parti.

Come si determina il valore di una causa per il calcolo delle spese legali quando si chiede sia l’iscrizione in un elenco che prestazioni economiche?
Secondo la Corte di Cassazione, il valore si determina sulla base delle prestazioni economiche richieste, che costituiscono l’oggetto principale e il ‘bene della vita’ perseguito. La richiesta di iscrizione è considerata un accertamento meramente strumentale e non trasforma il valore della causa in ‘indeterminabile’.

Perché la Corte di Cassazione ha respinto la lamentela sul mancato aumento delle spese per la difesa di più persone?
La Corte ha respinto la doglianza perché la sentenza d’appello affermava esplicitamente di aver tenuto conto dell’aumento percentuale previsto per la difesa di più ricorrenti. I lavoratori, nel loro ricorso, non hanno fornito critiche sufficientemente circostanziate e specifiche per contestare tale affermazione del giudice di merito.

Cosa succede alle spese del giudizio di Cassazione se la parte resistente si limita a depositare la procura?
In questo caso, non si procede alla regolazione delle spese. La Corte ha stabilito che, poiché l’ente previdenziale non ha svolto una sostanziale attività difensiva ma si è limitato a conferire procura, non vi è luogo a provvedere sulla liquidazione delle spese del giudizio di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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