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Caduta scale condominiali: no risarcimento se si inciampa

Una recente sentenza del Tribunale di Torino ha negato il risarcimento agli eredi di una donna deceduta a seguito di una caduta sulle scale condominiali. Nonostante la denunciata assenza del corrimano, il giudice ha respinto la domanda perché le prove testimoniali hanno dimostrato che la vera causa dell’incidente è stata un inciampo della vittima nel proprio carrello della spesa. La decisione sottolinea che, per ottenere un risarcimento, la pericolosità della cosa (le scale) deve essere la causa diretta del danno, e non la semplice occasione in cui esso si è verificato. In questo caso, la caduta scale condominiali non era legata alla struttura, interrompendo così il nesso di causalità richiesto dall’art. 2051 c.c.

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Pubblicato il 14 novembre 2024 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Caduta Scale Condominiali: Quando il Condominio Non È Responsabile

La caduta scale condominiali rappresenta una delle cause più frequenti di richieste di risarcimento danni. L’articolo 2051 del Codice Civile stabilisce una responsabilità quasi oggettiva a carico del custode, in questo caso il condominio, per i danni causati dalle parti comuni. Tuttavia, una recente sentenza del Tribunale di Torino chiarisce un punto fondamentale: se la caduta non è causata dalla condizione della scala, ma da un fattore esterno, come l’inciampo della vittima nel proprio carrello della spesa, il condominio non è tenuto a pagare. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti di Causa

Gli eredi di una donna convenivano in giudizio un condominio, chiedendo un risarcimento per i danni subiti dalla loro congiunta, poi deceduta, a seguito di una caduta avvenuta sulle scale condominiali. Secondo la loro ricostruzione, la caduta era stata causata dalla condizione di pericolosità della scala, priva di corrimano in quanto rimosso per l’installazione di un servoscala. La donna, nel tentativo di salire, si sarebbe appoggiata ai binari del servoscala, perdendo l’equilibrio.

Il condominio si difendeva, sostenendo la mancanza di prova sul nesso di causalità tra lo stato delle scale e l’incidente, attribuendo piuttosto la caduta a una condotta imprudente della danneggiata.

La Prova Testimoniale nella Caduta Scale Condominiali

L’esito del processo è stato determinato in maniera decisiva dalle prove raccolte, in particolare dalle testimonianze. Un testimone oculare, presente al momento del fatto, ha fornito una versione completamente diversa da quella degli attori. Ha dichiarato che la donna: “aveva il carrello della spesa ed è inciampata su quello. […] saliva dalla parte opposta rispetto al montascale […] è inciampata sul carrello della spesa tanto che si era incastrato nei piedi il carrello”.

Questa versione è stata confermata da un altro testimone, intervenuto subito dopo la caduta, il quale ha trovato la signora con il carrello incastrato tra le gambe. Le dichiarazioni dei testi, ritenute dal giudice logiche, coerenti e attendibili, hanno spostato l’asse della responsabilità dalla cosa in custodia (la scala) alla condotta della vittima.

Le Motivazioni della Sentenza

Il Tribunale ha rigettato integralmente la domanda di risarcimento, basando la propria decisione su argomentazioni giuridiche precise e ben definite.

Il Nesso di Causa: L’Elemento Chiave Mancante

Il fulcro della responsabilità ex art. 2051 c.c. è il nesso di causalità: il danno deve essere una conseguenza diretta della cosa in custodia. Nel caso di specie, il giudice ha concluso che la scala non ha avuto alcun ruolo attivo nel provocare la caduta. È stata semplicemente il luogo in cui l’incidente si è verificato. La causa reale ed effettiva è stata l’inciampo della signora nel proprio carrello della spesa. Di conseguenza, la scala ha rappresentato una mera occasione dell’evento, non la sua causa, interrompendo così il nesso causale richiesto dalla legge per affermare la responsabilità del condominio.

L’Irrilevanza della Potenziale Pericolosità della Scala

Gli attori insistevano sulla pericolosità oggettiva della scala priva di corrimano. Tuttavia, il giudice ha chiarito che, anche se una condizione di pericolo fosse accertata, essa non avrebbe influito sulla dinamica dell’evento. La caduta non è avvenuta perché la donna non ha trovato un appiglio, ma perché è inciampata. Citando la giurisprudenza della Cassazione (sent. n. 9872/2021), il Tribunale ha ribadito che non è sufficiente dimostrare la non conformità della cosa a una normativa di sicurezza; è necessario provare che proprio quella violazione ha causato il danno. Poiché la dinamica è stata un inciampo, l’assenza del corrimano è risultata irrilevante.

L’Esclusione di Altre Forme di Responsabilità

Il Tribunale ha escluso anche la responsabilità del condominio ai sensi dell’art. 2043 c.c. (risarcimento per fatto illecito). Anche ammettendo una condotta colposa del condominio per non aver reinstallato tempestivamente il corrimano, questa omissione non è stata la causa della caduta. Un comportamento diligente (rimontare il corrimano) non avrebbe impedito l’inciampo nel carrello della spesa.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica: la responsabilità del custode non è assoluta. Per ottenere un risarcimento per una caduta scale condominiali, il danneggiato deve fornire la prova rigorosa che l’incidente è stato provocato da un difetto o da una caratteristica intrinseca della cosa. Se, come in questo caso, l’istruttoria rivela che la caduta è riconducibile a un fattore esterno e autonomo, come una distrazione o un inciampo in un oggetto personale, la domanda di risarcimento è destinata a essere respinta. Per gli amministratori di condominio, ciò rafforza l’importanza di una corretta difesa basata sulla ricostruzione fattuale dell’accaduto, mentre per i danneggiati evidenzia l’onere di provare in modo inequivocabile la dinamica che fonda la loro pretesa.

Se cado sulle scale condominiali senza corrimano, ho sempre diritto al risarcimento?
No. Secondo questa sentenza, è necessario dimostrare che la caduta è stata causata proprio dall’assenza del corrimano o da un’altra anomalia della scala. Se la causa è un fattore esterno, come inciampare nel proprio carrello della spesa, il diritto al risarcimento viene meno perché manca il nesso di causalità.

Cosa deve provare chi chiede i danni per una caduta in condominio?
La persona che chiede i danni deve provare il “nesso di causa”, ossia il legame diretto tra la condizione della cosa in custodia (es. le scale difettose) e il danno subito. Non è sufficiente dimostrare che la cosa era potenzialmente pericolosa se quella pericolosità non è stata la causa effettiva dell’incidente.

In questo caso, la testimonianza è stata decisiva?
Sì, assolutamente. Le testimonianze, in particolare quella di un testimone oculare, sono state fondamentali per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente, dimostrando che la donna era inciampata sul proprio carrello e non era caduta per la mancanza del corrimano, come invece sostenuto dai suoi eredi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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