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Buoni postali: rimborso al cointestatario superstite

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16458/2024, ha ribadito un principio consolidato in materia di buoni postali fruttiferi cointestati con clausola di ‘pari facoltà di rimborso’. In caso di decesso di uno dei cointestatari, il superstite ha il diritto di ottenere il rimborso dell’intera somma, senza necessità della quietanza congiunta degli eredi del defunto. La Corte ha respinto il ricorso di una società di servizi finanziari, condannandola anche per lite temeraria, sottolineando la netta differenza tra i buoni postali, pagabili ‘a vista’, e i libretti di risparmio, per i quali si applica una disciplina diversa e più restrittiva.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Buoni Postali e Decesso del Cointestatario: La Cassazione Conferma il Diritto al Rimborso Integrale

La gestione dei risparmi dopo la scomparsa di una persona cara può presentare ostacoli inaspettati. Una delle problematiche più comuni riguarda la riscossione di buoni postali fruttiferi cointestati quando uno degli intestatari viene a mancare. La società emittente può bloccare il rimborso in attesa del consenso di tutti gli eredi? Con la recente ordinanza n. 16458 del 13 giugno 2024, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla questione, consolidando un orientamento a tutela del risparmiatore superstite.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso Negata

Una cittadina, cointestataria di un buono postale fruttifero munito della clausola di ‘pari facoltà di rimborso’, si è vista negare dalla società emittente la liquidazione dell’intera somma dopo il decesso dell’altro cointestatario. La società sosteneva che la morte di uno degli intestatari provocasse il blocco del titolo, rendendo necessaria, per lo svincolo, la presentazione della documentazione relativa alla successione e la quietanza congiunta di tutti gli aventi diritto (ovvero il cointestatario superstite e gli eredi del defunto).

Di fronte al diniego, la risparmiatrice ha ottenuto un decreto ingiuntivo dal Giudice di Pace, che ordinava il pagamento. La società si è opposta, ma sia il Giudice di Pace prima, sia il Tribunale in sede di appello poi, hanno dato ragione alla cittadina, confermando il suo diritto al rimborso.

La Posizione sui Buoni Postali della Società Emittente

La società ha portato il caso fino in Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero errato nell’interpretare la normativa. Secondo la tesi difensiva, alla fattispecie dei buoni postali si sarebbe dovuta applicare per analogia la disciplina prevista per i libretti di risparmio postale. In particolare, si faceva riferimento all’articolo 187 del D.P.R. n. 256/1989, che in caso di morte dell’intestatario o di uno dei cointestatari di un libretto, impone la quietanza di tutti gli aventi diritto per ottenere il rimborso. Questa procedura, secondo la società, servirebbe a tutelare gli eredi del defunto.

Le Motivazioni della Suprema Corte: Una Distinzione Fondamentale

La Corte di Cassazione ha rigettato con fermezza il ricorso, definendo le censure infondate e ribadendo un orientamento ormai granitico. Il cuore della decisione risiede nella netta distinzione tra i buoni postali fruttiferi e i libretti di risparmio.

I giudici hanno chiarito che, sebbene entrambi siano ‘documenti di legittimazione’ (che servono a identificare l’avente diritto alla prestazione), presentano differenze strutturali decisive. I buoni postali, a differenza dei libretti, sono caratterizzati da un marcato rafforzamento del diritto di credito dell’intestatario, che può ottenerne il rimborso ‘a vista’.

La clausola di ‘pari facoltà di rimborso’ è l’elemento chiave: essa è specificamente pensata per consentire a ciascun cointestatario di disporre dell’intera somma in modo autonomo e immediato. Far dipendere il rimborso dal consenso degli eredi, come avviene per i libretti, significherebbe ‘paralizzare’ la funzione specifica per cui questi buoni sono stati creati e scelti dai risparmiatori. L’applicazione analogica della norma sui libretti è quindi esclusa.

La Corte ha specificato che la tutela degli eredi non viene meno, ma si sposta su un piano diverso. La riscossione da parte del cointestatario superstite non interferisce con la spettanza del credito agli eredi per la quota di loro competenza. Semplicemente, il superstite che ha incassato l’intera somma sarà tenuto, nei rapporti interni, a liquidare agli eredi la parte a loro spettante secondo le norme sulla successione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Risparmiatori

La sentenza consolida un principio fondamentale a favore dei risparmiatori. Chi è in possesso di buoni postali cointestati con la clausola ‘pari facoltà di rimborso’ ha il diritto di riscuotere l’intero capitale e gli interessi maturati anche in caso di decesso dell’altro intestatario, senza dover attendere i tempi e le procedure della successione. La società emittente non può opporre un rifiuto, pena l’essere chiamata a rispondere in giudizio. La Corte ha inoltre condannato la società ricorrente al pagamento di un’ulteriore somma per aver agito in giudizio contro un orientamento giurisprudenziale consolidato, un monito a non insistere in tesi palesemente infondate.

Se un buono postale è cointestato con clausola ‘pari facoltà di rimborso’, il cointestatario superstite può riscuotere l’intera somma?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il cointestatario superstite è legittimato a ottenere il rimborso dell’intera somma portata dal documento, in virtù della clausola che gli conferisce questo diritto autonomo.

La morte di un cointestatario blocca il buono postale fino alla conclusione della successione?
No. A differenza di quanto avviene per i libretti di risparmio, il decesso di un cointestatario non comporta il blocco del buono postale. Il regime di circolazione ‘a vista’ del buono prevale e impedisce l’applicazione delle norme che richiedono la quietanza congiunta di tutti gli eredi.

Qual è la differenza tra buoni postali e libretti di risparmio in caso di decesso di un cointestatario?
La differenza fondamentale è che i buoni postali con clausola ‘pari facoltà di rimborso’ sono concepiti per una liquidazione immediata (‘a vista’) a favore di uno qualsiasi dei titolari. I libretti di risparmio, invece, sono soggetti a una normativa (art. 187, d.P.R. n. 256/1989) che, a tutela degli eredi, impone il consenso di tutti gli aventi diritto per il rimborso dopo il decesso di un cointestatario. Questa norma non si applica ai buoni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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