LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Buoni Postali Q/P: il timbro prevale sulla stampa

La Corte d’Appello di Salerno ha stabilito che per i buoni postali Q/P, i tassi di interesse sono quelli della nuova serie indicata dal timbro, anche se questo non copre interamente la stampa originale. La visibilità dei vecchi tassi non crea un legittimo affidamento per il risparmiatore, confermando la decisione del Tribunale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 novembre 2024 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Buoni Postali Q/P: il Timbro prevale sulla Stampa Originale

Una recente sentenza della Corte di Appello di Salerno ha ribadito un principio cruciale per i risparmiatori in possesso di buoni postali Q/P: in caso di discordanza tra la stampa originale del titolo e il timbro successivo che modifica i tassi di interesse, è quest’ultimo a prevalere. Questa decisione si allinea con l’orientamento consolidato della Corte di Cassazione, facendo chiarezza sul valore contrattuale degli elementi aggiunti al momento della sottoscrizione.

I Fatti del Caso: un Buono Postale Conteso

La controversia nasce dalla richiesta di alcuni risparmiatori, eredi del sottoscrittore originario, che nel 1988 avevano acquistato un buono postale fruttifero. Il titolo era stato emesso su un modulo della precedente serie ‘P’, ma riportava timbri che lo identificavano come appartenente alla nuova serie ‘Q/P’, istituita con Decreto Ministeriale del 1986.

Sul retro del buono, un timbro modificava i tassi di interesse per i primi 20 anni. Tuttavia, questo timbro non copriva integralmente la tabella prestampata, lasciando visibile la dicitura originale relativa ai rendimenti per l’ultimo decennio (dal 21° al 30° anno), che erano più favorevoli. Alla scadenza, i risparmiatori si vedevano liquidare un importo inferiore a quello atteso, calcolato secondo i tassi della serie Q. Essi, quindi, si rivolgevano al Tribunale sostenendo di avere diritto ai tassi più alti indicati sulla stampa originale, invocando il principio del legittimo affidamento.

La Questione dei Buoni Postali Q/P e la Decisione della Corte

Sia il Tribunale di Salerno in primo grado che la Corte di Appello successivamente hanno respinto le richieste dei risparmiatori. La Corte d’Appello ha confermato che il rapporto contrattuale si è formato sulla base delle condizioni della nuova serie ‘Q’, come chiaramente indicato dai timbri ‘Q/P’ apposti sul titolo.

Il punto centrale della decisione è che l’apposizione del timbro con i nuovi tassi, anche se materialmente imperfetta e non coprente l’intera tabella sottostante, costituisce una clausola aggiunta che prevale su quella prestampata, in applicazione dell’art. 1342 c.c. La visibilità dei vecchi tassi non è sufficiente a creare un legittimo affidamento nel risparmiatore, il quale, al momento della sottoscrizione, era messo nelle condizioni di comprendere di acquistare un titolo della nuova serie.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si basano su un orientamento consolidato della Corte di Cassazione. I giudici hanno spiegato che l’emissione di una nuova serie di buoni utilizzando i supporti cartacei della serie precedente, modificati con timbri, è una prassi legittima. L’imperfezione materiale dell’apposizione del timbro non ha valore di manifestazione di volontà negoziale e non determina un errore nella dichiarazione.

In sostanza, l’accordo tra emittente e sottoscrittore ha avuto ad oggetto fin dall’inizio i buoni della nuova serie ‘Q’. La presenza del timbro ‘Q/P’ è un indice inequivocabile di tale volontà. La Corte ha inoltre distinto il caso in esame da quello affrontato dalle Sezioni Unite nel 2007 (sentenza n. 13979), richiamato dai ricorrenti. In quella precedente vicenda, il buono non conteneva alcun indice che potesse far supporre al sottoscrittore un cambiamento delle condizioni, giustificando la tutela del suo affidamento sul testo stampato. Nel caso dei buoni postali Q/P, invece, il timbro stesso serve ad avvisare il risparmiatore della modifica normativa e contrattuale.

Conclusioni

La sentenza riafferma un principio fondamentale: nei buoni postali Q/P, la volontà contrattuale delle parti si cristallizza sulle condizioni della nuova serie, come indicato dai timbri apposti al momento dell’emissione. La parziale visibilità delle condizioni della serie precedente non è sufficiente a farle rivivere. Per i risparmiatori, questo significa che il rendimento del proprio investimento va calcolato sulla base della normativa vigente per la serie indicata dai timbri (in questo caso la serie ‘Q’), e non sulla base delle diciture prestampate sul modulo cartaceo, qualora queste siano state oggetto di modifica.

Nei buoni postali Q/P, quali tassi di interesse si applicano se il timbro non copre tutta la vecchia stampa?
Si applicano i tassi di interesse previsti per la nuova serie (la serie Q), come indicato dal timbro stesso. La clausola aggiunta tramite timbro prevale su quella originale prestampata, anche se quest’ultima rimane parzialmente visibile.

Perché la visibilità dei vecchi tassi non crea un legittimo affidamento per il risparmiatore?
Perché la presenza del timbro che indica la nuova serie (Q/P) è un elemento sufficiente a rendere il sottoscrittore consapevole di acquistare un titolo con nuove condizioni normative ed economiche. La discrasia tra il testo stampato e quello timbrato era percepibile fin dall’inizio, escludendo quindi un affidamento incolpevole sulle condizioni originali.

La sentenza delle Sezioni Unite del 2007 (n. 13979) si applica a questi casi?
No, la Corte ha specificato che quella sentenza riguarda un caso diverso. Nel caso del 2007, il buono non conteneva alcun indice (come un timbro) che potesse far supporre al risparmiatore una modifica delle condizioni. Nel caso dei buoni Q/P, il timbro stesso funge da avviso della modifica, rendendo inapplicabile quel precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati