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Buoni postali cointestati: rimborso senza eredi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15655/2024, ha stabilito un principio fondamentale per i buoni postali cointestati con clausola di ‘pari facoltà di rimborso’. In caso di decesso di uno degli intestatari, il superstite ha il diritto di ottenere il rimborso dell’intera somma senza la necessità di ottenere la quietanza degli eredi del defunto. La Corte ha distinto nettamente la disciplina dei buoni da quella dei libretti di risparmio, affermando che la natura ‘a vista’ del rimborso dei buoni prevale, tutelando gli eredi attraverso l’azione di rivalsa successiva nei confronti del cointestatario che ha incassato.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Buoni Postali Cointestati: Via Libera al Rimborso per il Superstite Senza il Consenso degli Eredi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha portato chiarezza su una questione di grande interesse per molti risparmiatori: la gestione dei buoni postali cointestati in caso di decesso di uno degli intestatari. La Suprema Corte ha stabilito che il cointestatario superstite ha il diritto di riscuotere l’intero importo del buono, senza dover ottenere il consenso o la quietanza degli eredi del defunto. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale che semplifica notevolmente le procedure di rimborso.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla richiesta di una risparmiatrice di ottenere il rimborso di alcuni buoni postali fruttiferi cointestati con la zia, deceduta anni prima. L’istituto emittente si era opposto alla richiesta, sostenendo che, per procedere al pagamento, fosse necessaria la quietanza di tutti gli eredi della cointestataria defunta. Secondo l’istituto, la normativa applicabile era quella prevista per i libretti di risparmio postale, che impone tale cautela a tutela degli eredi.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione all’istituto, respingendo la domanda della risparmiatrice. Secondo i giudici di merito, la mancanza della prova di essere l’unica erede o, in alternativa, della quietanza degli altri aventi diritto, impediva il rimborso. La questione è quindi approdata dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione sui Buoni Postali Cointestati

Il fulcro della controversia risiedeva nell’interpretazione delle norme che regolano i buoni postali cointestati e, in particolare, nell’applicabilità dell’art. 187 del D.P.R. n. 256/1989. Questa norma, dettata per i libretti di risparmio, stabilisce che il rimborso del saldo di un libretto intestato a persona defunta debba avvenire ‘con quietanza di tutti gli aventi diritto’.

La ricorrente sosteneva che tale disciplina non potesse essere estesa analogicamente ai buoni postali fruttiferi, i quali presentano caratteristiche strutturali e funzionali diverse. In particolare, la clausola di ‘pari facoltà di rimborso’ e la natura di rimborso ‘a vista’ dei buoni avrebbero dovuto garantire al cointestatario superstite il diritto di incassare l’intera somma, salva la successiva regolazione dei rapporti interni con gli eredi.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni della ricorrente, cassando la sentenza d’appello e stabilendo un principio di diritto chiaro e consolidato. I giudici hanno sottolineato la fondamentale differenza tra libretti di risparmio e buoni postali cointestati.

Sebbene entrambi siano ‘documenti di legittimazione’, i buoni postali si caratterizzano per un marcato rafforzamento del diritto dell’intestatario a ottenere il rimborso ‘a vista’. Questa caratteristica impedisce l’applicazione analogica delle norme più restrittive previste per i libretti. La clausola ‘pari facoltà di rimborso’, in caso di morte di un cointestatario, legittima ciascun superstite a ottenere il pagamento dell’intero importo.

La Corte ha specificato che l’obbligazione solidale, in caso di morte, si divide tra gli eredi del defunto, ma questo non incide sulla posizione del cointestatario superstite nei confronti dell’ente emittente. Il superstite che riscuote l’intero rimane, ovviamente, tenuto a versare agli eredi la quota di loro spettanza, ma tale regolazione avviene in un momento successivo e non può bloccare il pagamento da parte del debitore. L’istituto emittente, una volta identificato il portatore del titolo come legittimo cointestatario, si libera da ogni obbligazione effettuando il pagamento in suo favore.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per i Risparmiatori

La decisione della Cassazione rappresenta una vittoria per la chiarezza e la semplificazione. Per i titolari di buoni postali cointestati con la clausola di ‘pari facoltà di rimborso’, viene confermato il diritto del superstite di riscuotere l’intera somma senza dover coinvolgere gli eredi del defunto nel procedimento. Questo orientamento protegge la fluidità dello strumento di risparmio e tutela il diritto del cointestatario. Gli eredi non vengono lasciati senza tutela, ma dovranno esercitare il loro diritto di rivalsa direttamente nei confronti del cointestatario che ha incassato le somme, senza poter opporre un blocco preventivo al pagamento da parte dell’intermediario finanziario.

In caso di buoni postali cointestati, il superstite può chiedere il rimborso dell’intera somma dopo la morte dell’altro intestatario?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza della clausola di ‘pari facoltà di rimborso’, ciascun cointestatario superstite è legittimato a ottenere il rimborso dell’intera somma portata dal documento.

È necessaria la quietanza o il consenso degli eredi del cointestatario defunto per ottenere il rimborso?
No. La normativa che impone la quietanza di tutti gli aventi diritto (art. 187, D.P.R. n. 256/1989) si applica ai libretti di risparmio postale ma non ai buoni postali fruttiferi, data la loro differente natura e la modalità di rimborso ‘a vista’.

Come vengono tutelati i diritti degli eredi del cointestatario defunto?
Gli eredi sono tutelati attraverso il diritto di rivalsa. Possono cioè chiedere al cointestatario superstite, che ha incassato l’intera somma, la quota di loro spettanza. La loro tutela si esercita nei rapporti interni tra creditori solidali e non bloccando il pagamento da parte dell’istituto emittente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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