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Buoni postali cointestati: rimborso e decesso

Il caso analizza la questione del rimborso di buoni postali cointestati con clausola di ‘pari facoltà di rimborso’ (P.F.R.) dopo il decesso di uno dei titolari. I giudici di merito avevano dato ragione alla cointestataria superstite, riconoscendole il diritto a incassare l’intera somma. Giunta in Cassazione, la controversia si è però conclusa con una dichiarazione di estinzione, poiché l’ente emittente ha rinunciato al proprio ricorso, rendendo così definitiva la sentenza d’appello favorevole alla risparmiatrice.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Buoni Postali Cointestati e Decesso: Il Diritto al Rimborso del Superstite

La gestione dei buoni postali cointestati in caso di decesso di uno dei titolari rappresenta una questione di grande rilevanza pratica per molti risparmiatori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, sebbene non si sia pronunciata nel merito, chiude una vicenda giudiziaria che offre importanti spunti di riflessione. Il caso riguarda il diritto del cointestatario superstite a ottenere il rimborso dell’intero importo del buono, specialmente quando è presente la clausola di ‘pari facoltà di rimborso’ (P.F.R.).

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Rimborso Negata

La vicenda ha origine nel 1985, quando due persone sottoscrivono congiuntamente un Buono Postale Fruttifero, pattuendo espressamente la clausola di ‘pari facoltà di rimborso’. Questa clausola consente a ciascun intestatario di riscuotere autonomamente l’intera somma.
Nel 1990, una delle due cointestatarie viene a mancare. Molti anni dopo, nel 2017, la superstite si reca presso l’ente emittente per richiedere il rimborso integrale del buono. L’ente, tuttavia, oppone un rifiuto, sostenendo che, a seguito del decesso, il pagamento può essere effettuato solo previa presentazione di una quietanza firmata congiuntamente dalla cointestataria in vita e dagli eredi della defunta.

Il Percorso Giudiziario e le Decisioni dei Giudici di Merito

Di fronte al diniego, la risparmiatrice decide di adire le vie legali. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte di Appello le danno ragione. I giudici di merito stabiliscono che il decesso di uno dei cointestatari non rende inefficace la clausola di pari facoltà di rimborso. Secondo le corti, questa clausola, che caratterizza l’obbligazione solidale dal lato attivo, continua a produrre i suoi effetti, legittimando il superstite a richiedere e ottenere il pagamento dell’intero capitale e degli interessi maturati.
La Corte d’Appello, in particolare, ha rigettato le argomentazioni dell’ente emittente, distinguendo la disciplina specifica dei buoni postali da quella prevista per i libretti di risparmio.

L’Appello in Cassazione sui buoni postali cointestati e l’Epilogo

Non soddisfatto della decisione d’appello, l’ente emittente ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Il motivo del ricorso si basava sulla presunta violazione e falsa applicazione di varie norme del Codice Postale e di altre disposizioni di legge, sostenendo che la disciplina dei libretti postali dovesse applicarsi anche ai buoni postali cointestati in caso di morte.
Il colpo di scena arriva però prima della discussione nel merito: l’ente emittente deposita un atto di rinuncia al ricorso. Tale rinuncia viene notificata alla controricorrente, chiudendo di fatto la disputa prima che la Suprema Corte potesse esprimere un principio di diritto sulla questione.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

Le motivazioni dell’ordinanza della Corte di Cassazione sono estremamente concise e di natura puramente processuale. La Corte non entra nel vivo della controversia sulla rimborsabilità dei buoni. Si limita a prendere atto della rinuncia al ricorso presentata dalla parte ricorrente. In base alle norme procedurali, la rinuncia accettata o, come in questo caso, semplicemente notificata, comporta l’estinzione del processo. Pertanto, la Corte ha dichiarato estinto il ricorso, senza pronunciarsi sulla fondatezza o meno delle tesi sostenute dall’ente emittente.

Le Conclusioni: Cosa Implica l’Estinzione del Ricorso?

La conclusione principale è che la sentenza della Corte di Appello, favorevole alla risparmiatrice, è diventata definitiva. Questo significa che, nel caso specifico, il diritto della cointestataria superstite a ottenere il rimborso integrale del buono è stato definitivamente accertato. Sebbene la Cassazione non abbia formulato un principio di diritto universale, l’esito di questa vicenda rafforza la posizione dei risparmiatori che si trovano in situazioni analoghe. La decisione dei giudici di merito, ora passata in giudicato, conferma che la clausola di ‘pari facoltà di rimborso’ è uno strumento efficace per garantire a ciascun titolare la piena disponibilità delle somme, anche dopo il decesso dell’altro intestatario, senza la necessità di coinvolgere gli eredi.

In caso di decesso di un cointestatario, l’altro titolare di un buono postale con clausola P.F.R. può riscuoterlo interamente?
Sulla base delle sentenze dei giudici di merito di questo caso, ora definitive, la risposta è affermativa. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno riconosciuto che la clausola di ‘pari facoltà di rimborso’ resta valida ed efficace, consentendo al superstite di incassare l’intero importo senza il consenso degli eredi del defunto.

Perché l’ente emittente si è opposto al rimborso integrale al cointestatario superstite?
L’ente emittente riteneva che, in seguito alla morte di un cointestatario, la clausola di pari facoltà di rimborso perdesse efficacia e che il pagamento potesse avvenire solo con il consenso congiunto (quietanza) del titolare superstite e degli eredi della persona deceduta.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del ricorso. Questa non è una decisione sul merito della questione, ma una presa d’atto della rinuncia al ricorso da parte dell’ente emittente. L’effetto pratico è che la sentenza della Corte d’Appello, favorevole alla risparmiatrice, è diventata definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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