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Buoni fruttiferi cointestati: rimborso senza eredi

Un cointestatario superstite di diversi buoni fruttiferi cointestati, contenenti la clausola di ‘pari facoltà di rimborso’, ha richiesto il pagamento integrale dopo il decesso degli altri titolari. La società emittente si è opposta, esigendo le firme degli eredi. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della società, stabilendo che la clausola ‘pari facoltà di rimborso’ autorizza ogni singolo cointestatario a riscuotere l’intera somma in autonomia, senza necessità del consenso o della firma degli eredi del contitolare defunto.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Buoni Fruttiferi Cointestati: Il Rimborso Spetta al Superstite

I buoni fruttiferi cointestati rappresentano una forma di risparmio molto diffusa, spesso utilizzata all’interno dei nuclei familiari. Una domanda cruciale sorge però al momento del decesso di uno dei titolari: il superstite può riscuotere l’intera somma o ha bisogno del consenso degli eredi del defunto? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato, offrendo una risposta chiara e rassicurante per i risparmiatori.

I Fatti di Causa

Un risparmiatore, cointestatario di ventotto buoni fruttiferi insieme a due familiari poi deceduti, si è rivolto alla società emittente per ottenere il rimborso del capitale e degli interessi maturati. I buoni erano stati emessi con la clausola di ‘pari facoltà di rimborso’. Ciononostante, la società ha negato il pagamento integrale, sostenendo che fosse necessaria la firma congiunta di tutti gli aventi diritto, inclusi gli eredi dei cointestatari defunti. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al risparmiatore, condannando la società al rimborso totale. La questione è così giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La Controversia Giuridica e i motivi del ricorso

La società emittente ha basato il proprio ricorso in Cassazione su due argomenti principali. In primo luogo, ha lamentato la violazione delle normative che regolano il servizio postale, sostenendo che per liquidare i buoni fruttiferi cointestati fosse indispensabile la quietanza di tutti i titolari e, in caso di decesso, dei loro eredi. In secondo luogo, ha sostenuto che, per analogia, si dovesse applicare la disciplina prevista per i libretti di risparmio, la quale impone cautele particolari in caso di morte di un cointestatario per tutelare i diritti successori degli eredi.

La Decisione della Corte di Cassazione sui Buoni Fruttiferi Cointestati

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno stabilito in modo definitivo che, in presenza della clausola ‘pari facoltà di rimborso’, il cointestatario superstite è pienamente legittimato a ottenere il rimborso dell’intera somma depositata, senza alcuna necessità di coinvolgere gli eredi del contitolare deceduto.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su argomentazioni chiare e consolidate nella sua stessa giurisprudenza.
Il punto centrale è la natura della clausola di ‘pari facoltà di rimborso’. Questa clausola non è un mero dettaglio, ma un patto specifico sottoscritto al momento dell’emissione del buono, che conferisce a ciascun cointestatario un diritto autonomo e disgiunto di esigere l’intera prestazione.
Inoltre, i giudici hanno respinto l’applicazione analogica delle norme sui libretti di risparmio. Hanno evidenziato che i buoni fruttiferi e i libretti sono prodotti finanziari con nature giuridiche diverse. In particolare, i buoni ‘circolano a vista’, una caratteristica che li distingue dai libretti e che impedisce di estendere ad essi le cautele previste per questi ultimi. La decisione si allinea a un orientamento ormai granitico, citando numerose sentenze conformi che garantiscono certezza del diritto.

Le Conclusioni

La pronuncia della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Per i risparmiatori, rafforza la sicurezza che la volontà espressa al momento della sottoscrizione, scegliendo la ‘pari facoltà di rimborso’, venga rispettata, semplificando notevolmente le procedure di riscossione in momenti difficili come la perdita di un familiare. Per gli istituti emittenti, chiarisce definitivamente l’obbligo di rimborsare il titolo al cointestatario superstite che ne faccia richiesta, senza poter opporre la necessità dell’intervento degli eredi. In definitiva, la sentenza tutela la fluidità dei rapporti e il pieno esercizio dei diritti nascenti da un preciso accordo contrattuale.

In caso di buoni fruttiferi cointestati con ‘pari facoltà di rimborso’, il cointestatario superstite può riscuotere l’intera somma?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la clausola ‘pari facoltà di rimborso’ permette a ciascun cointestatario superstite di riscuotere l’intero importo del buono, senza la necessità del consenso o della firma degli eredi del cointestatario defunto.

Perché le regole previste per i libretti di risparmio non si applicano ai buoni fruttiferi postali in caso di morte di un cointestatario?
Le regole non si applicano perché si tratta di strumenti finanziari con una diversa natura giuridica. La Corte ha specificato che i buoni fruttiferi circolano ‘a vista’, a differenza dei libretti di risparmio, e tale diversità impedisce l’applicazione analogica delle norme che, per i libretti, richiedono la quietanza di tutti gli aventi diritto.

La firma degli eredi del cointestatario defunto è necessaria per il rimborso dei buoni?
No, non se il buono contiene la clausola di ‘pari facoltà di rimborso’. Secondo la sentenza, questa specifica clausola contrattuale conferisce a ogni cointestatario un diritto autonomo a riscuotere l’intero importo, prevalendo su altre considerazioni e senza richiedere l’intervento degli eredi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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