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Borsa di studio medici: no all’adeguamento triennale

Un gruppo di medici ha citato in giudizio le Amministrazioni statali sostenendo che la loro borsa di studio, percepita durante la specializzazione post-1991, fosse inadeguata e non aggiornata, in violazione del diritto comunitario. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la borsa di studio medici per gli iscritti tra il 1992 e il 2006 non è soggetta ad adeguamento triennale, in virtù di un blocco normativo legittimo e non in contrasto con le direttive UE.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Borsa di studio medici: la Cassazione esclude l’adeguamento

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato la questione della borsa di studio medici specializzandi, stabilendo principi chiari riguardo all’adeguatezza del compenso e al diritto al suo aggiornamento periodico per i corsi iniziati prima del 2006. La decisione, in linea con un orientamento consolidato e rafforzato da una pronuncia delle Sezioni Unite, respinge le richieste di un folto gruppo di professionisti, chiarendo i limiti dell’applicazione della normativa comunitaria in materia.

I Fatti del Contenzioso

Un numeroso gruppo di medici, iscritti a scuole di specializzazione dopo il 1991, ha intrapreso un’azione legale contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri competenti. I ricorrenti lamentavano due aspetti principali:

1. L’importo della borsa di studio, fissato all’epoca in lire 21.500.000 annue, non costituiva una “remunerazione adeguata” come previsto dalla direttiva comunitaria 93/16/CEE.
2. Tale importo, anche se fosse stato considerato adeguato al momento della sua introduzione, era diventato inadeguato nel tempo a causa del mancato aggiornamento e indicizzazione.

Per queste ragioni, avevano richiesto un risarcimento del danno, quantificato in 20.000 euro per ogni anno di specializzazione. La loro domanda era stata rigettata sia in primo grado che in appello, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla borsa di studio medici

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso in parte inammissibile e in parte infondato, confermando integralmente le decisioni dei giudici di merito. La Corte ha distinto nettamente le due questioni sollevate dai ricorrenti, basando la propria decisione su un solido e ormai consolidato orientamento giurisprudenziale, culminato in una recente sentenza delle Sezioni Unite (n. 20006/2024).

Inadeguatezza Originaria della Borsa di Studio

Sul primo punto, relativo all’originaria inadeguatezza della borsa di studio, la Corte ha ritenuto il motivo inammissibile. Ha ribadito che la disciplina applicabile ai medici iscritti prima dell’anno accademico 2006-2007 è quella del D.Lgs. 257/1991. Secondo la giurisprudenza costante, la Direttiva 93/16/CEE non ha introdotto alcun nuovo obbligo per lo Stato italiano riguardo alla misura della borsa di studio, la quale era stata definita dal legislatore nazionale in modo non contrastante con i principi comunitari dell’epoca.

Il Mancato Adeguamento Triennale della borsa di studio medici

Sul secondo e più dibattuto punto, la Corte ha ritenuto il motivo infondato. Richiamando la pronuncia delle Sezioni Unite, ha confermato che l’importo delle borse di studio per i medici iscritti ai corsi tra l’anno accademico 1992/1993 e il 2005/2006 non è soggetto all’adeguamento triennale. Questa esclusione deriva da una serie di interventi legislativi che, a partire dal 1992, hanno introdotto un “blocco” di tale aggiornamento, con effetti protratti nel tempo e senza soluzioni di continuità. La scelta del legislatore di non aggiornare l’importo non ha reso la borsa “inadeguata” in violazione del diritto comunitario, ma rientra nella discrezionalità dello Stato membro.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri principali.

Il primo è il rispetto del principio di “diritto vivente”, ovvero l’interpretazione consolidata di una norma da parte della giurisprudenza di legittimità. In questo caso, la Corte ha semplicemente applicato un orientamento ultra-decennale secondo cui la normativa del 1991 era l’unica applicabile ai ricorrenti e che la direttiva europea successiva non imponeva un aumento retroattivo.

Il secondo pilastro è la recente e dirimente sentenza delle Sezioni Unite n. 20006/2024. Questo provvedimento ha posto fine a ogni dubbio interpretativo, stabilendo che il congelamento degli adeguamenti triennali, disposto da una serie di leggi finanziarie tra il 1992 e il 2002, era pienamente legittimo. Le Sezioni Unite hanno chiarito che tale blocco normativo ha impedito l’applicazione dell’adeguamento per tutto il periodo in questione, rendendo infondata qualsiasi pretesa risarcitoria basata sulla sua omissione. La Corte, nell’ordinanza in esame, si è quindi allineata a questa interpretazione, respingendo le argomentazioni dei medici.

Le Conclusioni

L’ordinanza consolida un punto fermo nella giurisprudenza riguardante la remunerazione dei medici specializzandi del passato. Per i professionisti che hanno frequentato le scuole di specializzazione tra il 1992 e il 2006, non sussiste un diritto all’adeguamento triennale della borsa di studio. La decisione del legislatore di bloccare tali aggiornamenti è stata ritenuta legittima e non in contrasto con il diritto dell’Unione Europea. Di conseguenza, le richieste di risarcimento per la presunta inadeguatezza sopravvenuta del compenso a causa dell’inflazione sono destinate a essere respinte, chiudendo un lungo capitolo di contenzioso legale.

La borsa di studio percepita dai medici specializzandi iscritti prima del 2006 era ‘inadeguata’ secondo il diritto comunitario?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la disciplina applicabile è quella nazionale (D.Lgs. 257/1991) e la Direttiva UE 93/16/CEE non ha introdotto nuovi obblighi sulla misura della borsa, che era stata ritenuta adeguata dal legislatore italiano al momento della sua istituzione.

I medici specializzandi iscritti tra il 1992 e il 2006 hanno diritto all’adeguamento triennale della loro borsa di studio?
No. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (sent. n. 20006/2024) hanno stabilito che l’importo delle borse di studio per quel periodo non è soggetto ad adeguamento triennale, a causa di un blocco normativo introdotto da varie leggi a partire dal 1992 e protrattosi nel tempo.

Perché la Corte ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese legali nonostante la questione fosse stata recentemente decisa dalle Sezioni Unite?
La Corte ha ritenuto che la questione dell’adeguamento triennale non fosse mai stata realmente dubbia nella giurisprudenza, ad eccezione di una singola ordinanza di rimessione alle Sezioni Unite. Per questo motivo, non ha ritenuto giustificata una compensazione integrale delle spese, ma ha disposto una compensazione parziale (per un sesto), ponendo i restanti cinque sesti a carico dei ricorrenti soccombenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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