LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Blocco stradale sanzione: la Cassazione conferma

Un cittadino ha ricevuto una sanzione per blocco stradale durante una protesta. La Corte di Cassazione ha confermato la multa, stabilendo che la condotta era provata da un video della polizia e che nelle violazioni amministrative vige una presunzione di colpa. Spettava al cittadino dimostrare di aver agito senza colpa, cosa che non è avvenuta. La Corte ha rigettato tutti i motivi di ricorso, inclusi quelli procedurali e sulla motivazione dell’atto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Blocco stradale e sanzione: la Cassazione fa il punto sulla responsabilità

Partecipare a una manifestazione è un diritto, ma quando l’azione di protesta si traduce in un impedimento alla circolazione, le conseguenze possono essere significative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio il tema della blocco stradale sanzione, confermando la multa inflitta a un manifestante e chiarendo importanti principi sulla prova della condotta e sulla responsabilità personale. L’analisi della Corte offre spunti fondamentali per comprendere i limiti del diritto di manifestare e gli oneri probatori in caso di contestazioni.

I Fatti del Caso: Dalla Protesta alla Sanzione Amministrativa

La vicenda trae origine da una protesta contro la realizzazione di un’infrastruttura energetica nel Sud Italia. Durante una notte di luglio, un cittadino, insieme ad altri manifestanti, aveva ostacolato la libera circolazione di alcuni autoveicoli adibiti al trasporto di alberi di ulivo, espiantati dal cantiere. Per questa condotta, la Prefettura gli aveva irrogato una sanzione amministrativa di oltre 3.000 euro.

Il cittadino aveva impugnato l’ordinanza-ingiunzione davanti al Giudice di Pace, che aveva accolto il ricorso, ritenendo l’ostacolo solo momentaneo e non il fine specifico della manifestazione. La Prefettura, tuttavia, non si era arresa e aveva appellato la decisione. Il Tribunale, in secondo grado, aveva ribaltato la sentenza, dando ragione all’amministrazione. Secondo il Tribunale, la documentazione prodotta (incluse videoriprese) era sufficiente a provare la condotta e la finalità di intralciare il transito. Da qui, il ricorso del cittadino alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte sul Blocco Stradale e la Sanzione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del manifestante, confermando in via definitiva la legittimità della sanzione. I giudici supremi hanno esaminato e respinto tutti gli otto motivi di ricorso, consolidando alcuni principi chiave in materia di sanzioni amministrative per blocco stradale.

Le Motivazioni della Sentenza

L’ordinanza della Cassazione si sofferma su diversi aspetti cruciali, sia di natura procedurale che sostanziale. Le motivazioni offrono un quadro chiaro della linea interpretativa della Corte.

La Prova della Condotta e il Valore delle Videoriprese

Il ricorrente contestava che la sua condotta specifica non fosse mai stata descritta con precisione. La Corte ha respinto questa doglianza, sottolineando come il giudice di merito avesse correttamente basato la sua decisione sulle videoriprese effettuate dalla polizia. Da tali video, era emerso che il manifestante “ingombrava ripetutamente con la propria presenza fisica i suindicati stratti stradali, impedendo, ostacolando la libera circolazione veicolare”. A fronte di tale prova, il ricorrente non aveva fornito elementi contrari, limitandosi a evidenziare la generica “dinamicità” della situazione. Questo punto chiarisce che le registrazioni video possono costituire piena prova della condotta illecita.

La Presunzione di Colpa nella Blocco Stradale Sanzione

Uno dei punti centrali del ricorso riguardava la prova dell’elemento soggettivo, ovvero il dolo specifico di bloccare la strada. La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale sancito dalla Legge n. 689/1981: nelle violazioni amministrative vige una presunzione di colpa. Non è l’amministrazione a dover dimostrare l’intenzionalità della condotta, ma è il trasgressore a dover provare di “aver agito senza colpa”. Nel caso di specie, il cittadino non ha fornito tale prova, rendendo la sua condotta sanzionabile a prescindere dalla dimostrazione di uno specifico intento doloso.

La Mancata Contestazione Immediata: Quando è Legittima?

Il manifestante lamentava anche la mancata contestazione immediata della violazione. La Corte ha chiarito che l’art. 14 della Legge n. 689/1981 prevede la contestazione immediata solo “quando è possibile”. Se ragioni di sicurezza e di ordine pubblico, come la necessità di evitare disordini in un contesto di protesta, rendono inopportuna la contestazione sul posto, questa può essere legittimamente differita, purché avvenga nel termine di legge (90 giorni).

Vizi di Motivazione dell’Atto Amministrativo e Giudizio di Opposizione

Infine, la Corte ha respinto le censure relative ai presunti vizi di motivazione dell’ordinanza-ingiunzione. I giudici hanno ricordato che il giudizio di opposizione a sanzione amministrativa ha per oggetto non la legittimità formale dell’atto, ma il rapporto sostanziale, ovvero l’esistenza o meno della violazione. Eventuali carenze motivazionali dell’atto amministrativo non comportano automaticamente l’annullamento della sanzione, in quanto il giudice dell’opposizione ha piena cognizione per valutare nel merito la fondatezza della pretesa sanzionatoria.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La decisione della Cassazione consolida l’orientamento secondo cui la partecipazione a manifestazioni di protesta non esime dalla responsabilità per illeciti amministrativi come il blocco della circolazione stradale. La sentenza evidenzia tre implicazioni pratiche fondamentali: primo, il valore probatorio delle riprese video effettuate dalle forze dell’ordine è molto elevato; secondo, in materia di sanzioni amministrative, l’onere di provare l’assenza di colpa ricade sul cittadino; terzo, le esigenze di ordine pubblico possono giustificare la mancata contestazione immediata dell’illecito. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di bilanciare il diritto a manifestare con il rispetto delle norme che tutelano la libera circolazione e la sicurezza pubblica.

È sufficiente una videoregistrazione della polizia per provare un blocco stradale?
Sì, secondo la Corte, la condotta può essere provata sulla base di quanto documentato in una registrazione video effettuata dalla polizia. Spetta poi a chi ha commesso il fatto fornire una prova contraria.

In caso di sanzione per blocco stradale, l’amministrazione deve provare l’intenzione di bloccare la strada?
No. La Corte ha chiarito che per le sanzioni amministrative previste dalla legge n. 689/1981 vige una presunzione di colpa. Non è l’amministrazione a dover provare il dolo o la colpa, ma è il cittadino sanzionato a dover dimostrare di aver agito senza colpa.

La mancata contestazione immediata della violazione rende la sanzione illegittima?
Non necessariamente. La legge prevede che la contestazione avvenga immediatamente “quando è possibile”. La Corte ha ritenuto legittima la contestazione differita nel tempo (entro 90 giorni) quando ragioni di ordine pubblico, come la necessità di evitare disordini, la rendono opportuna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati