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Blocco IMEI illegittimo: quando è risarcibile?

Una società telefonica ha effettuato un blocco IMEI illegittimo su cellulari di proprietà di un’azienda cliente, a causa di un presunto debito. Il Tribunale ha condannato la società a rimborsare la somma pagata per lo sblocco, ma ha respinto la richiesta di risarcimento danni per mancanza di prove adeguate. La sentenza chiarisce che il blocco di dispositivi di proprietà altrui non è uno strumento legittimo per il recupero crediti.

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Pubblicato il 8 gennaio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Blocco IMEI Illegittimo: Diritto al Rimborso ma non al Risarcimento Senza Prove

L’utilizzo di un blocco IMEI illegittimo come strumento di pressione per recuperare un credito è una pratica non consentita. Una recente sentenza del Tribunale di Milano ha affrontato il caso di una società che si è vista bloccare i propri telefoni cellulari da un operatore telefonico a causa di fatture insolute. Il giudice ha chiarito i confini tra l’autotutela e l’illecito, stabilendo il diritto al rimborso delle somme pagate per lo sblocco, ma rigettando la richiesta di risarcimento danni per assenza di prove concrete.

I Fatti di Causa: Un Debito Conteso e Tre Cellulari Bloccati

Una società, attiva nel settore della protezione civile, aveva stipulato nel 2005 un contratto di telefonia con un noto operatore nazionale. Dopo aver dato disdetta nel 2016, l’anno seguente l’operatore telefonico, allegando un debito residuo, procedeva al blocco di tre telefoni cellulari di proprietà della società tramite i loro codici IMEI. È importante sottolineare che gli apparecchi non erano stati forniti dall’operatore, ma erano di diretta proprietà dell’azienda cliente. Per ottenere lo sblocco e ripristinare l’operatività dei dispositivi, l’azienda si vedeva costretta a pagare un importo di 617,00 euro.
Di conseguenza, la società citava in giudizio l’operatore telefonico chiedendo non solo la restituzione della somma versata, ma anche un cospicuo risarcimento per i danni subiti: 30.000 euro per danno emergente (per l’impossibilità di usare i telefoni) e 35.000 euro per lucro cessante (per la mancata conclusione di due contratti).

La Decisione del Tribunale sul Blocco IMEI Illegittimo

Il Tribunale di Milano ha accolto solo parzialmente le richieste della società attrice, tracciando una netta distinzione tra l’illegittimità della condotta dell’operatore e l’onere della prova del danno.

La Condanna alla Restituzione dell’Importo Pagato

Il giudice ha stabilito che il blocco IMEI illegittimo costituiva un’azione non consentita. L’operatore telefonico non aveva alcun diritto di intervenire su beni di proprietà di terzi, anche in presenza di un credito. La strada corretta per recuperare le somme dovute sarebbe stata quella giudiziale e non un’azione di autotutela che ha leso il diritto di proprietà dell’azienda cliente. Di conseguenza, il Tribunale ha condannato l’operatore a restituire i 617,00 euro pagati per lo sblocco, oltre agli interessi legali dalla data del pagamento.

Il Rigetto della Domanda di Risarcimento Danni

Nonostante l’accertata illegittimità della condotta, la domanda di risarcimento danni è stata interamente respinta. Il Tribunale ha evidenziato come la società attrice non avesse fornito un adeguato supporto probatorio a sostegno delle sue pretese. I documenti che avrebbero dovuto dimostrare il lucro cessante non sono stati prodotti in giudizio, e le richieste di prova testimoniale sono state giudicate inammissibili perché formulate in modo troppo generico, in violazione delle norme procedurali.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della corte si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento: nessuno può farsi giustizia da sé. L’operatore telefonico, pur vantando un credito, ha agito al di fuori dei canali legali, interferendo con beni (i cellulari) che non rientravano nel contratto di servizio telefonico. Il blocco IMEI è una misura prevista per finalità di pubblica sicurezza, come in caso di furto o smarrimento, e non può essere utilizzata come leva per il recupero crediti su dispositivi non forniti dall’operatore stesso. D’altra parte, il rigetto della domanda di risarcimento si basa su un altro principio fondamentale: chi afferma di aver subito un danno deve provarlo. Non è sufficiente allegare un pregiudizio; è necessario fornire al giudice elementi concreti e specifici (documenti, testimonianze precise) che ne dimostrino l’esistenza e l’ammontare (il quantum). In assenza di tale prova, la domanda risarcitoria non può essere accolta.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Utenti e Operatori

Questa sentenza offre importanti spunti di riflessione. Per gli utenti, conferma che subire un blocco IMEI illegittimo su un dispositivo di proprietà per questioni debitorie è un’azione non consentita e che si ha diritto alla restituzione di eventuali somme pagate per lo sblocco. Tuttavia, evidenzia l’importanza cruciale di documentare meticolosamente ogni danno subito per poterne chiedere il risarcimento in sede legale. Per gli operatori telefonici, il messaggio è chiaro: il recupero crediti deve seguire le vie legali, e l’abuso di strumenti tecnici come il blocco IMEI su apparecchi di proprietà del cliente costituisce un illecito che espone a condanne restitutorie. La parziale soccombenza di entrambe le parti ha infine portato il giudice a compensare interamente le spese di lite.

Un operatore telefonico può bloccare il codice IMEI di un cellulare di proprietà del cliente per un debito non pagato?
No. Secondo la sentenza, un operatore non ha il diritto di bloccare il codice IMEI di un apparecchio telefonico di proprietà del cliente, anche in presenza di un debito. Tale azione è considerata illegittima in quanto lede il diritto di proprietà del cliente e l’operatore dovrebbe agire per via giudiziale per recuperare il proprio credito.

Se un cliente paga per sbloccare un IMEI illegittimamente bloccato, ha diritto al rimborso?
Sì. Il Tribunale ha stabilito che, essendo il blocco illegittimo, il cliente ha pieno diritto alla restituzione dell’importo versato per ottenere lo sblocco del dispositivo, oltre agli interessi legali dalla data del pagamento.

Perché il Tribunale ha negato il risarcimento per i danni derivanti dal blocco illegittimo dell’IMEI?
Il Tribunale ha negato il risarcimento dei danni (sia danno emergente che lucro cessante) perché la parte attrice non ha fornito prove adeguate a sostegno della sua richiesta. I documenti citati a dimostrazione dei danni non sono stati prodotti in giudizio e le richieste di prova orale sono state ritenute inammissibili per genericità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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