LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Azione revocatoria: inefficace il trasferimento fondi

La sentenza analizza un caso di azione revocatoria promossa da alcuni avvocati creditori nei confronti del loro ex cliente. Quest’ultimo, dopo aver incassato una cospicua somma, l’aveva trasferita su un conto intestato unicamente al figlio, rendendosi di fatto insolvente. Il Tribunale ha accolto la domanda, dichiarando inefficace l’atto di trasferimento in quanto compiuto con la consapevolezza di arrecare pregiudizio ai creditori. È stato tuttavia disposto l’integrale compensazione delle spese di lite, poiché erano stati gli stessi legali a suggerire l’operazione fraudolenta.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 giugno 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Azione Revocatoria: Inefficace il Trasferimento di Fondi Anche se Suggerito dal Creditore

Una recente sentenza del Tribunale di Verona offre un’interessante analisi sull’azione revocatoria, chiarendo i presupposti per la sua applicazione e le conseguenze di un comportamento contraddittorio del creditore. Il caso riguarda il trasferimento di una somma ingente da un conto cointestato padre-figlio a un conto intestato esclusivamente al figlio, effettuato allo scopo di sottrarre il patrimonio alla garanzia dei creditori.

I fatti di causa

Due avvocati, dopo aver assistito con successo un cliente in una causa civile che gli aveva fruttato oltre 625.000 euro, non venivano pagati per le loro competenze. Ottenevano quindi un decreto ingiuntivo, divenuto definitivo, per un credito di circa 24.000 euro.

Nel frattempo, il cliente, una volta incassate le somme derivanti dalla vittoria in giudizio, le trasferiva da un conto corrente cointestato con il figlio a un nuovo conto intestato solo a quest’ultimo. In seguito a tale operazione, il patrimonio del cliente risultava incapiente, impedendo ai legali di recuperare il proprio credito.

Gli avvocati decidevano quindi di avviare un’azione revocatoria ai sensi dell’art. 2901 c.c. per far dichiarare inefficace nei loro confronti tale trasferimento, sostenendo che fosse stato compiuto al solo fine di pregiudicare le loro ragioni.

L’Azione Revocatoria e i suoi presupposti

L’azione revocatoria è uno strumento fondamentale a tutela del credito. Essa non invalida l’atto di disposizione del patrimonio, ma lo rende semplicemente inefficace nei confronti del creditore che ha agito. Per ottenere la revoca, il creditore deve dimostrare la sussistenza di specifici presupposti:

1. L’esistenza di un credito: Anche se non ancora accertato giudizialmente, è sufficiente che esista una ragione di credito.
2. L’ eventus damni: L’atto di disposizione del debitore deve aver causato un pregiudizio al creditore, rendendo il restante patrimonio insufficiente a soddisfare il debito.
3. L’elemento soggettivo: È richiesta la cosiddetta scientia damni, ossia la consapevolezza del debitore di arrecare un danno al creditore. Se l’atto è a titolo gratuito (come nel caso di specie), è sufficiente la sola consapevolezza del debitore. Se l’atto è a titolo oneroso, è necessaria anche la partecipazione alla frode da parte del terzo acquirente.

Nel caso in esame, la difesa del debitore sosteneva che l’operazione fosse stata suggerita proprio da uno degli avvocati ricorrenti, al fine di proteggere le somme da eventuali pretese del fisco.

La decisione del Tribunale

Il Tribunale ha accolto la domanda principale, dichiarando l’inefficacia del trasferimento di fondi. Il giudice ha ritenuto provati tutti i presupposti dell’azione revocatoria. Tuttavia, ha riservato una sorpresa finale riguardo alle spese legali.

Le motivazioni

Il Tribunale ha prima di tutto affermato che il credito degli avvocati era certo e non contestabile, in quanto cristallizzato in un decreto ingiuntivo passato in giudicato. Qualsiasi contestazione sul pagamento avrebbe dovuto essere sollevata in sede di opposizione al decreto.

Successivamente, il giudice ha verificato i requisiti dell’azione revocatoria:

* Anteriorità del credito: Il credito dei legali è sorto al momento della conclusione dell’attività professionale (marzo 2019), quindi prima dell’atto di trasferimento dei fondi (aprile 2021).
Eventus damni*: Il trasferimento dell’ingente somma ha di fatto svuotato il patrimonio del debitore, rendendolo incapiente e pregiudicando concretamente le possibilità di recupero del credito.
Scientia damni*: Il Tribunale ha ritenuto palese la consapevolezza del debitore di arrecare un danno ai creditori. Anzi, proprio questo era lo scopo dell’operazione. Il fatto che l’idea fosse stata suggerita dagli stessi creditori non esclude la consapevolezza del debitore, che ha volontariamente agito per sottrarre i propri beni alla garanzia patrimoniale generica.

Il Tribunale ha qualificato l’operazione non come donazione, ma come atto dispositivo a titolo gratuito eseguito in base a un accordo fiduciario tra padre e figlio, finalizzato a mettere al sicuro le somme. Essendo un atto gratuito, era sufficiente dimostrare la sola scientia damni del disponente (il padre).

Le conclusioni

In conclusione, il Tribunale ha accolto l’azione revocatoria, dichiarando inefficace il bonifico nei confronti degli avvocati creditori. La vera peculiarità della sentenza risiede nella decisione sulle spese di lite. Considerando che l’atto pregiudizievole era stato posto in essere su suggerimento degli stessi ricorrenti, il giudice ha ritenuto che la loro condotta avesse contribuito a rendere necessaria la causa. Per questo motivo, ha disposto l’integrale compensazione delle spese legali tra le parti. La decisione sottolinea come, anche in presenza di un diritto fondato, il comportamento delle parti può influenzare aspetti accessori ma significativi del processo, come la ripartizione dei costi.

Un atto dispositivo compiuto prima dell’accertamento giudiziale del credito può essere oggetto di azione revocatoria?
Sì. Ai fini dell’azione revocatoria, ciò che conta è il momento in cui il diritto di credito è sorto, non il momento del suo accertamento giudiziale. Nella sentenza, il credito dei legali era sorto alla conclusione dell’attività difensiva, quindi prima dell’atto di trasferimento, anche se il decreto ingiuntivo è stato emesso successivamente.

Per revocare un atto a titolo gratuito, è necessario dimostrare che anche il beneficiario era a conoscenza del fine fraudolento?
No. La sentenza chiarisce che per gli atti a titolo gratuito, come quello analizzato (qualificato come atto dispositivo in esecuzione di un’intesa fiduciaria), è sufficiente dimostrare la sola consapevolezza del debitore di arrecare pregiudizio al creditore (scientia damni), mentre è irrilevante lo stato soggettivo del terzo beneficiario.

Se il creditore suggerisce al debitore di compiere l’atto che poi danneggia il creditore stesso, l’azione revocatoria può essere comunque accolta?
Sì, l’azione revocatoria può essere accolta perché i suoi presupposti oggettivi (il pregiudizio) e soggettivi (la consapevolezza del debitore) rimangono validi. Tuttavia, come dimostra questa sentenza, la condotta del creditore può avere conseguenze, portando il giudice a compensare integralmente le spese di lite, ritenendo che anche il creditore abbia contribuito a causare il contenzioso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati