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Azione revocatoria amministrazione straordinaria: i termini

Una società in amministrazione straordinaria ha intentato un’azione revocatoria contro un istituto bancario per recuperare somme versate prima della crisi. I tribunali di merito avevano respinto la domanda, ritenendola tardiva perché calcolavano il termine di prescrizione dalla data della dichiarazione di insolvenza. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale per l’azione revocatoria amministrazione straordinaria: il termine per agire non decorre dalla dichiarazione di insolvenza, ma dalla successiva autorizzazione ministeriale al programma di cessione dei complessi aziendali. Solo da quel momento, infatti, il commissario straordinario è legalmente autorizzato a proporre l’azione.

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Azione Revocatoria Amministrazione Straordinaria: La Cassazione Fissa il Dies a Quo

Nel complesso mondo del diritto fallimentare, la scansione del tempo è tutto. I termini per agire, che siano di prescrizione o di decadenza, determinano la possibilità stessa di tutelare i diritti dei creditori. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale: il momento esatto in cui inizia a decorrere il termine per l’azione revocatoria amministrazione straordinaria. Questa decisione sposta in avanti le lancette dell’orologio, offrendo una tutela più efficace alla massa dei creditori e chiarendo l’interazione tra la disciplina generale del fallimento e quella speciale delle grandi imprese in crisi.

Il Caso: Un’Azione Revocatoria Contestata

Una società operante nella grande distribuzione, ammessa alla procedura di Amministrazione Straordinaria (A.S.), aveva citato in giudizio un importante istituto bancario. L’obiettivo era ottenere la restituzione di alcune rimesse bancarie, per un valore di oltre 200.000 euro, effettuate nel semestre precedente la domanda di concordato preventivo, procedura poi confluita nell’A.S. L’azione si fondava sulla cosiddetta consecutio tra procedure, che consente di considerare unitario il periodo di crisi dell’impresa.

L’istituto bancario si è difeso eccependo la decadenza e la prescrizione dell’azione, sostenendo che fosse stata proposta oltre il termine triennale previsto dall’art. 69-bis della legge fallimentare. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla banca, rigettando la domanda. Secondo i giudici di merito, il termine triennale decorreva dalla dichiarazione dello stato di insolvenza, rendendo l’azione della società irrimediabilmente tardiva.

La Questione Giuridica: Da Quando Decorre il Termine?

Il cuore della controversia risiedeva nell’individuare il dies a quo, ovvero il giorno a partire dal quale far scattare il termine per l’esercizio dell’azione revocatoria in un contesto di amministrazione straordinaria. La società ricorrente sosteneva che il termine non potesse decorrere dalla dichiarazione di insolvenza, ma da un momento successivo: l’approvazione, da parte del Ministero competente, del programma di cessione dei complessi aziendali. Prima di tale autorizzazione, infatti, al commissario straordinario sarebbe legalmente precluso l’esercizio delle azioni revocatorie.

L’Azione Revocatoria Amministrazione Straordinaria: La Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza d’appello e stabilendo due principi di diritto di fondamentale importanza.

Inapplicabilità dell’Art. 69-bis della Legge Fallimentare

In primo luogo, i giudici hanno chiarito che l’art. 69-bis della legge fallimentare, che introduce un termine di decadenza triennale dalla dichiarazione di fallimento, non è applicabile all’amministrazione straordinaria. Quest’ultima è una disciplina speciale, dettata dal D.Lgs. 270/1999, che prevale sulla normativa generale del fallimento. Una norma generale successiva (come l’art. 69-bis, introdotto nel 2006) non può derogare a una disciplina speciale preesistente, che sopravvive nella sua specifica portata regolatoria.

Il Ruolo Decisivo dell’Autorizzazione al Programma di Cessione

In secondo luogo, e come diretta conseguenza, la Corte ha affermato che il diritto di esercitare l’azione revocatoria sorge solo nel momento in cui la procedura di A.S. vira verso una soluzione liquidatoria. L’art. 49 del D.Lgs. 270/1999 subordina esplicitamente la possibilità per il commissario di proporre azioni revocatorie all’autorizzazione ministeriale all’esecuzione di un programma di cessione dei complessi aziendali.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte fonda il suo ragionamento sul principio generale contenuto nell’art. 2935 del codice civile, secondo cui ‘la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere’. Se la legge stessa (in questo caso l’art. 49 del D.Lgs. 270/1999) impedisce al commissario di agire prima di un determinato evento (l’autorizzazione ministeriale), è da quell’evento che il termine di prescrizione deve iniziare a decorrere. Prima di quel momento, non esiste solo un’impossibilità di fatto, ma una vera e propria ‘condizione giuridica’ per la proposizione della domanda. La funzione di questa norma è evitare che un’impresa in A.S., che magari sta tentando un percorso di risanamento, possa avvantaggiarsi degli effetti delle azioni revocatorie – tipiche di una fase liquidatoria – mantenendo al contempo la continuità aziendale. Ciò creerebbe una distorsione della concorrenza a danno delle imprese sane. Pertanto, la nomina del commissario non è più sufficiente a far scattare la prescrizione; è necessaria anche l’autorizzazione al programma di cessione, che segna l’avvio della fase liquidatoria e, con essa, la possibilità di esercitare le azioni a tutela della massa.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione rappresenta un punto fermo per tutti gli operatori del diritto che si confrontano con le procedure di amministrazione straordinaria. Le implicazioni pratiche sono notevoli: il termine per l’esercizio dell’azione revocatoria amministrazione straordinaria è di fatto posticipato a un momento che può essere significativamente successivo alla dichiarazione di insolvenza. Ciò garantisce che il commissario abbia il tempo necessario per agire efficacemente una volta che la strada della liquidazione è stata formalmente intrapresa, massimizzando le possibilità di recupero a vantaggio di tutti i creditori e riallineando la disciplina speciale dell’A.S. ai suoi specifici presupposti e finalità.

Quando inizia a decorrere il termine per proporre un’azione revocatoria nell’ambito di un’amministrazione straordinaria?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione per l’azione revocatoria non decorre dalla data della dichiarazione di insolvenza, bensì dalla data in cui viene autorizzata con decreto ministeriale l’esecuzione di un programma di cessione dei complessi aziendali.

La norma sul termine di decadenza di tre anni (art. 69-bis l. fall.) prevista per il fallimento si applica anche all’amministrazione straordinaria?
No. La Corte ha stabilito che l’amministrazione straordinaria è una disciplina speciale che non viene derogata dalla norma generale sul fallimento. Pertanto, l’art. 69-bis della legge fallimentare non trova applicazione in questo contesto.

Perché il diritto a esercitare l’azione revocatoria non sorge con la semplice dichiarazione di insolvenza?
Il diritto non sorge immediatamente perché l’art. 49 del D.Lgs. n. 270/1999 pone una condizione giuridica precisa: il commissario straordinario può proporre le azioni revocatorie ‘soltanto se è stata autorizzata l’esecuzione di un programma di cessione dei complessi aziendali’. Finché tale autorizzazione manca, esiste un impedimento legale all’esercizio del diritto, e di conseguenza il termine di prescrizione non può iniziare a decorrere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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