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Azione di rilascio: la proprietà contesa non la blocca

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4598/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di locazioni. Il caso riguardava un’azione di rilascio di un immobile occupato senza titolo dopo la scadenza del contratto. Il detentore eccepiva la prescrizione decennale, sostenendo che il locatore non poteva agire a causa di un’altra causa pendente sulla proprietà del bene. La Corte ha rigettato questa tesi, chiarendo che la controversia sulla titolarità del diritto di proprietà non impedisce al locatore di agire per la restituzione del bene. L’azione di rilascio si fonda sulla posizione contrattuale e non su quella dominicale, pertanto la prescrizione non era sospesa.

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Azione di Rilascio: Indipendente dalla Causa sulla Proprietà

L’azione di rilascio di un immobile è uno strumento cruciale per il locatore, ma cosa succede se, nel frattempo, la proprietà stessa del bene è oggetto di una controversia legale? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 4598/2024) ha fornito un chiarimento fondamentale: la pendenza di un giudizio sulla titolarità del diritto di proprietà non sospende il termine di prescrizione per agire contro l’inquilino che occupa l’immobile senza titolo. Questa decisione rafforza la tutela del locatore, distinguendo nettamente la posizione contrattuale da quella dominicale.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un contratto di locazione stipulato da un’usufruttuaria a favore di un conduttore. Alla morte dell’usufruttuaria, la nuda proprietà si consolidava in capo a due fratelli, che diventavano pieni proprietari dell’immobile. Secondo l’articolo 999 del codice civile, la locazione continua per un massimo di cinque anni dalla cessazione dell’usufrutto.

Decorsi i cinque anni, il conduttore continuava ad occupare l’immobile senza rilasciarlo e senza pagare alcun canone. Uno dei proprietari avviava quindi un’azione di rilascio per occupazione sine titulo.

Contemporaneamente, era in corso un’altra complessa causa legale, avviata anni prima dall’ex usufruttuaria, per far accertare l’acquisto della proprietà dell’immobile per usucapione. In tale giudizio era intervenuto anche il conduttore. La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, accoglieva l’eccezione di prescrizione sollevata dal conduttore, ritenendo che il proprietario avesse lasciato decorrere il termine di dieci anni senza agire.

L’Azione di Rilascio e la Sospensione della Prescrizione

Il cuore del problema legale portato davanti alla Cassazione era se la pendenza del giudizio sulla proprietà dell’immobile costituisse un impedimento legale per il proprietario ad avviare l’azione di rilascio, con conseguente sospensione del termine di prescrizione. Il ricorrente sosteneva di non aver potuto agire fino alla conclusione definitiva della causa sulla proprietà.

La Corte di Cassazione ha rigettato questa interpretazione, basando la sua decisione su un principio consolidato: la legittimazione ad agire per la risoluzione di un rapporto locativo e per la conseguente restituzione del bene si fonda sulla posizione contrattuale di locatore, e non necessariamente sulla qualità di proprietario.

La Decisione della Cassazione

Gli Ermellini hanno affermato che un contratto di locazione è valido anche se stipulato da chi non è proprietario del bene (a non domino), purché abbia la disponibilità materiale e giuridica dello stesso. Di conseguenza, l’azione per ottenere il rilascio dell’immobile ha natura personale e si basa sul rapporto contrattuale.

La Corte ha specificato che la controversia sulla titolarità del diritto di proprietà non produce alcun effetto sospensivo sulla facoltà del locatore (o di chi gli è subentrato) di agire per ottenere la restituzione del bene. Il proprietario non aveva alcuna necessità, né tantomeno un obbligo giuridico, di attendere l’esito del giudizio sulla proprietà per esercitare il suo diritto derivante dalla cessazione del contratto di locazione.

le motivazioni
La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sottolineando la netta distinzione tra il piano dei diritti reali (la proprietà) e quello dei diritti personali di godimento (la locazione). L’azione del locatore per il rilascio del bene si fonda sulla sua posizione contrattuale e prescinde dalla prova della proprietà. Pertanto, l’esistenza di un contenzioso sulla proprietà, anche se coinvolge le stesse parti, non costituisce un impedimento giuridico che possa giustificare la sospensione della prescrizione ai sensi dell’art. 2935 c.c. Il diritto del locatore di agire per il rilascio è sorto al momento della cessazione del contratto e da quel momento ha iniziato a decorrere il termine decennale di prescrizione, che non è stato interrotto né sospeso dalla causa petitoria.

le conclusioni
In conclusione, la sentenza stabilisce che il locatore deve agire tempestivamente per il rilascio dell’immobile una volta che il titolo del conduttore è venuto meno. Non può attendere la definizione di altre controversie, come quelle relative alla proprietà del bene, per esercitare i propri diritti. Questa pronuncia serve da monito: l’inerzia nel recupero di un immobile può portare alla prescrizione del diritto, anche in presenza di complesse vicende giudiziarie parallele. La tutela del diritto si ottiene con un’azione tempestiva, basata sulla propria posizione contrattuale, senza attendere la risoluzione di questioni dominicali.

Una causa sulla proprietà di un immobile impedisce al locatore di agire per il suo rilascio?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che una controversia sulla titolarità del diritto di proprietà non produce alcun effetto sospensivo sulla facoltà del locatore di agire per ottenere la restituzione del bene, poiché l’azione di rilascio si basa sulla posizione contrattuale e non sulla prova della proprietà.

La prescrizione dell’azione di rilascio è sospesa durante un’altra causa tra le stesse parti?
No, non necessariamente. La sospensione della prescrizione si verifica solo in presenza di un impedimento giuridico all’esercizio del diritto. Secondo la Corte, un giudizio sulla proprietà non costituisce un tale impedimento per l’azione personale di rilascio derivante da un contratto di locazione.

Un contratto di locazione è valido anche se il locatore non è il proprietario?
Sì. La giurisprudenza afferma che la locazione stipulata da chi non è proprietario (a non domino) non è un contratto invalido. Ciò che conta è che il locatore abbia la disponibilità del bene locato, a prescindere dalla titolarità di diritti reali su di esso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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