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Azione di riduzione: l’ordine corretto da seguire

Un figlio, escluso dal testamento, intenta una causa per ridurre presunte donazioni simulate fatte dal padre. La Corte di Cassazione respinge la sua richiesta, chiarendo che l’azione di riduzione deve essere prima diretta contro le disposizioni testamentarie a favore dell’erede designato, specialmente quando il patrimonio ereditario è cospicuo. Solo se tale patrimonio è insufficiente, si possono contestare le donazioni.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile

Azione di Riduzione: La Cassazione Chiarisce l’Ordine Inderogabile da Seguire

L’azione di riduzione è uno strumento fondamentale a tutela degli eredi legittimari, coloro ai quali la legge riserva una quota del patrimonio del defunto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: esiste un ordine gerarchico preciso e inderogabile per esercitare tale azione. Il caso riguarda un figlio escluso dal testamento che ha agito contro presunte donazioni simulate, senza prima contestare le disposizioni testamentarie a favore della sorella. Vediamo come la Corte ha risolto la questione.

I Fatti di Causa: Un Erede Escluso e le Donazioni Simulate

La vicenda ha origine dalla successione di un facoltoso imprenditore, il quale, con testamento olografo, aveva nominato sua erede universale la figlia, escludendo completamente l’altro figlio. Quest’ultimo, ritenendosi leso nella sua quota di legittima, avviava un’azione legale non contro la sorella erede, ma contro terzi acquirenti di immobili venduti dal padre quando era ancora in vita. L’attore sosteneva che tali compravendite fossero in realtà donazioni simulate o negozi misti con donazione, finalizzati a svuotare il patrimonio ereditario a suo danno.

La Decisione della Corte d’Appello

In secondo grado, la Corte d’Appello aveva respinto le domande del figlio escluso. La motivazione si fondava su un punto procedurale decisivo: il legittimario pretermesso aveva dichiarato che il patrimonio residuo lasciato dal padre (relictum) era di valore ingente e ampiamente superiore al valore dei beni donati (donatum). In una situazione del genere, la legge impone all’erede leso di agire prima per la riduzione delle disposizioni testamentarie a favore dell’erede istituito. Solo qualora il relictum si riveli insufficiente a soddisfare la sua quota, egli può procedere contro le donazioni.

L’Ordine Tassativo dell’Azione di Riduzione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione, confermando la decisione d’appello, ha cristallizzato questo principio. L’articolo 555 del Codice Civile stabilisce un ordine tassativo e inderogabile: le disposizioni testamentarie devono essere ridotte prima delle donazioni. La logica del legislatore è chiara: si deve prima attingere dal patrimonio effettivamente lasciato alla morte (relictum) e solo in via sussidiaria si possono intaccare gli atti di liberalità compiuti in vita dal defunto.

Il figlio, pur ammettendo l’esistenza di un cospicuo asse ereditario, ha omesso di convenire in giudizio la sorella, erede universale, per la riduzione della sua quota. Ha invece scelto di agire direttamente contro i presunti donatari, violando la gerarchia procedurale. Questo errore ha precluso al giudice la possibilità stessa di verificare se vi fosse un’effettiva lesione della quota di legittima, rendendo l’intera azione di riduzione improcedibile.

L’Azione di Simulazione e il suo Legame con l’Azione di Riduzione

Un altro punto interessante affrontato dalla Corte riguarda il rapporto tra l’azione di simulazione e l’azione di riduzione. La Cassazione ha specificato che, quando un legittimario agisce per far dichiarare la simulazione di una vendita al fine di far emergere una donazione, questa azione è strumentale alla tutela della sua quota di riserva. Di conseguenza, essa presuppone gli stessi requisiti dell’azione di riduzione, primo fra tutti l’effettiva lesione della legittima, che può essere accertata solo dopo aver tentato di recuperare la quota dal patrimonio relitto.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte si basano su una rigorosa interpretazione della legge successoria. Il principio fondamentale è che il legittimario che intende proporre l’azione di riduzione ha l’onere di allegare e comprovare tutti gli elementi necessari a stabilire l’esistenza e la misura della lesione. Questo include la dimostrazione che il patrimonio relitto non è capiente. La scelta del ricorrente di non agire contro l’erede testamentario, pur in presenza di un patrimonio cospicuo, ha reso impossibile questa verifica fondamentale. La Corte ha sottolineato che l’ordine di riduzione (prima testamento, poi donazioni) non è una mera formalità, ma una regola sostanziale che garantisce un corretto bilanciamento tra la volontà del testatore e i diritti dei legittimari. Agire diversamente significherebbe sovvertire l’intero sistema successorio.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un’indicazione chiara e perentoria per chiunque intenda agire a tutela della propria quota di legittima. Un erede che si ritiene leso non può scegliere arbitrariamente contro quali atti agire. Il primo e indispensabile passo è rivolgere la propria pretesa verso le disposizioni contenute nel testamento e, quindi, verso l’erede istituito. Solo dopo aver esaurito il valore dei beni ereditari e aver dimostrato che la lesione persiste, sarà possibile procedere con l’azione di riduzione nei confronti delle donazioni, partendo dalla più recente. Ignorare questa sequenza procedurale comporta l’inammissibilità della domanda, con conseguente spreco di tempo e risorse.

Un erede escluso dal testamento può agire direttamente contro chi ha ricevuto donazioni dal defunto?
No. Secondo la Corte, l’erede escluso (legittimario pretermesso) deve prima agire per ridurre le disposizioni testamentarie a favore degli altri eredi. Solo se il patrimonio ereditario residuo (relictum) non è sufficiente a soddisfare la sua quota di legittima, potrà agire contro i donatari.

Qual è l’ordine da seguire per l’azione di riduzione?
L’ordine è tassativo e inderogabile: prima si riducono le disposizioni testamentarie e poi, in via sussidiaria, le donazioni, partendo dalla più recente e risalendo alle più antiche. Questo percorso procedurale non può essere modificato o saltato.

L’azione per accertare la simulazione di una vendita è sempre ammessa per l’erede?
Quando l’azione di simulazione è proposta da un legittimario per tutelare la sua quota, essa è funzionalmente collegata all’azione di riduzione e ne presuppone i medesimi requisiti. Pertanto, se non si dimostra che il patrimonio ereditario è insufficiente, e non si è prima agito contro le disposizioni testamentarie, anche l’azione di simulazione viene respinta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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