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Azione di regresso venditore: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un venditore che chiedeva di essere manlevato dal produttore per i difetti di un’autovettura. La Suprema Corte ha confermato che l’azione di regresso del venditore è esclusa quando la sua stessa negligenza, come l’omissione di controlli pre-consegna, interrompe il nesso causale tra il difetto di produzione e il danno subito dal consumatore finale.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Azione di regresso venditore: quando la negligenza costa cara

L’azione di regresso del venditore nei confronti del produttore rappresenta uno strumento fondamentale di tutela per il commerciante che si trova a rispondere dei difetti di un prodotto verso il consumatore finale. Tuttavia, questo diritto non è incondizionato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la negligenza del venditore, in particolare l’omissione dei controlli pre-vendita, può interrompere il legame di responsabilità con il produttore, lasciando il venditore unico responsabile del danno. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dall’acquisto di un’autovettura nuova che, fin da subito, manifesta gravi e insanabili difetti. L’acquirente cita in giudizio la concessionaria venditrice, chiedendo la risoluzione del contratto, la restituzione del prezzo e il risarcimento dei danni. La concessionaria, a sua volta, si difende e chiama in causa la casa automobilistica produttrice, chiedendo di essere tenuta indenne da qualsiasi eventuale condanna (azione di manleva o regresso).

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte di Appello danno ragione al consumatore, condannando la concessionaria alla restituzione del prezzo. Tuttavia, entrambe le corti rigettano la domanda di manleva della concessionaria contro il produttore. La questione arriva così dinanzi alla Corte di Cassazione, con la concessionaria che lamenta l’errata applicazione delle norme a tutela del venditore finale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, rigetta il ricorso della concessionaria, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della decisione non risiede nella negazione in astratto del diritto di regresso, ma nella sua esclusione nel caso di specie a causa di una specifica colpa del venditore.

Le Motivazioni: la colpa specifica del venditore e l’esclusione dell’azione di regresso

La Corte di Cassazione ha evidenziato come la Corte di Appello avesse correttamente accertato una circostanza decisiva: l’autovettura presentava, “fin da subito”, una molteplicità di vizi e difetti meccanici, di carrozzeria ed elettrici. Tali difetti erano di un numero e di un’entità tali da dover indurre un venditore diligente a non commercializzare affatto quel veicolo.

Il cuore della motivazione risiede qui: è stato provato che il venditore ha commesso un inadempimento specifico e autonomo, imputabile esclusivamente a lui. Era suo onere, anche in base agli accordi contrattuali con la casa produttrice, effettuare controlli preliminari e accurati prima della consegna per verificare che il veicolo fosse privo di difetti.

Non avendolo fatto, il venditore ha interrotto il nesso causale tra l’eventuale difetto originario di produzione e il danno subito dall’acquirente. In altre parole, la causa diretta del danno non è stata la produzione di un’auto difettosa, ma la sua negligente immissione in commercio da parte di chi avrebbe dovuto e potuto accorgersi dei problemi. La Corte ha ritenuto che questo accertamento, basato sui fatti e sulle prove, non fosse sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni: implicazioni pratiche per i concessionari

Questa pronuncia offre un monito importante per tutti i venditori e, in particolare, per le concessionarie di veicoli. L’azione di regresso del venditore non è un paracadute automatico. Per potersene avvalere, il venditore deve dimostrare di aver agito con diligenza. L’obbligo di effettuare controlli pre-consegna non è una mera formalità, ma un dovere cruciale la cui omissione può avere conseguenze economiche gravissime. Vendere un prodotto palesemente difettoso, confidando di potersi poi rivalere sul produttore, è una strategia rischiosa che, come dimostra questo caso, può portare a dover sopportare l’intero costo del danno, senza possibilità di rivalsa.

Il venditore ha sempre diritto all’azione di regresso contro il produttore per un bene difettoso?
No, non sempre. Se il venditore commette un inadempimento specifico, come omettere i controlli pre-consegna e vendere un bene con difetti palesi, la sua colpa può interrompere il nesso causale con il fatto del produttore, escludendo il diritto di regresso.

Quale è l’onere del venditore prima di consegnare un’auto al cliente?
Secondo la Corte, è onere del venditore verificare accuratamente, tramite controlli preliminari, che il veicolo sia esente da vizi e conforme a quanto pattuito contrattualmente prima della consegna, specialmente se tale obbligo è previsto nel contratto tra venditore e produttore.

Perché la Corte ha rigettato la domanda di manleva del venditore?
La Corte ha rigettato la domanda perché ha ritenuto che la responsabilità del danno fosse imputabile esclusivamente al venditore. Quest’ultimo, non eseguendo i dovuti controlli, ha venduto un’auto con una “molteplicità di vizi e difetti” riconoscibili, commettendo un inadempimento specifico che ha eliso il nesso causale con l’eventuale difetto di produzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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